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In ricordo di Ennio Morricone

In un maledetto lunedì mattina, arriva un fulmine a ciel sereno: a 91 anni è morto Ennio Morricone. Probabilmente il più famoso compositore di colonne sonore al mondo, con tanti riguardi a John Williams ma consentiteci un occhio di riguardo patriottico, iniziò come arrangiatore per il cinema e per la musica pop.

A cambiarne per sempre la carriera fu Sergio Leone, suo compagno di scuola alle elementari (!), che lo volle per un film di discreto successo, Per un pugno di dollari. Da allora deliziò il mondo con colonne sonore sempre bellissime e indimenticabili. Cambiò per sempre come “suona” un Western, lavorò con tutti i più grandi registi del suo tempo e per film diventati indimenticabili anche per la sue colonne sonore.

Di seguito, noi di Nerdando vogliamo ricordare il grande maestro con alcuni pezzi che ci hanno fatto emozionare negli anni.

Morgana

Le opere del grande Maestro sono tutte meravigliose, ma ce ne sono due in particolare che mi sono rimaste nel cuore, le uniche che ho ascoltato più e più volte negli anni.

La prima è la colonna sonora del bellissimo film di Giuseppe Tornatore La Leggenda del Pianista sull’oceano: in particolare ho amato il tema d’amore Playing Love, dolce e commovente, e il pezzo pazzesco con il quale il protagonista vince la sfida musicale al pianoforte.

L’altra colonna sonora che adoro è quella di un altro bellissimo film che secondo me purtroppo non ha avuto il riconoscimento che meritava, Canone Inverso di Ricky Tognazzi: questa volta lo strumento protagonista è il violino, e il pezzo che prende il titolo del film mi fa venire i brividi ogni volta che lo ascolto.

Zeno2K

Ci sono questi tre uomini, mezzi avanzi di galera, mezzi poveri diavoli risputati da un inferno che stava ricevendo troppe anime per ospitare anche le loro. Scoprono che da qualche parte c’è un bel gruzzolo che aspetta solo di essere recuperato e portato via. E così si mettono in viaggio, pestandosi i piedi l’un l’altro, attraversano chilometri e chilometri di un Paese martoriato dalla guerra civile. Finché, bene o male, riescono ad arrivare ad un vecchio cimitero dove è sepolto l’agognato denaro.

A quel punto uno dei tre, il più brutto diciamo, nonostante fosse allo stremo delle forze, riesce chissà come ad alzarsi, ed entrando in quella che sembra una bolgia dantesca, trova le energie per mettersi a correre, in un turbine di immagine che gli vorticano attorno, sospinto da questa irrefrenabile estasi dell’oro.

L’intera sequenza, che trasuda di genialità registica e ricca di quella potenza visiva che solo Sergio Leone sapeva regalare ad un film, è accompagnata attimo dopo attimo da quella che è a mio avviso la più bella delle colonne sonore di Ennio Morricone e senza la quale la scena avrebbe avuto molto, molto meno efficacia.

L’emozione più grande? Averlo sentito dal vivo e averlo visto dirigere il pezzo due volte durante la serata.

Gattiveria

Immagino sia capitato anche a voi di pensare almeno una volta nella vita “Non devo perdermi uno spettacolo dal vivo di quell’artista straordinario…” A me è successo con i Guns ‘N Roses (quelli del periodo d’oro), Freddie Mercury, Madonna, Michael Jackson. L’opportunità di assistere alla magia di un musicista o gruppo che sai rimarrà nella Storia, e non solo nella tua.

In tutti gli altri casi ho perso l’attimo, ma per fortuna nel caso del maestro Morricone sono riuscita ad esserci, in occasione dei suoi 60 anni di attività e me lo sono goduta in compagnia di Zeno2K e JediLord.

Vedere questo vecchietto che saliva tremolante le scale per arrivare al palco fragile come una foglia e poi suonare e dirigere senza alcuna esitazione e con l’energia di un ventenne è stato meraviglioso. Ancora più tenera l’immagine della moglie Maria che lo aspettava in piedi sotto al palco per tutta la durata della rappresentazione. Immenso musicalmente e come esempio di vita.

70 milioni di dischi venduti, 2 Oscar, 5 nomination, 3 Grammy, 10 David di Donatello, 11 Nastri d’argento, il Leone d’oro alla carriera e la capacità di rimanere un uomo semplice.

Ci mancherai, maestro.

Clack

Ennio Morricone è una di quelle personalità fondanti della storia del cinema, quelle che lasciano un segno indelebile e tracciano la via per le generazioni a venire.

Ogni colonna sonora composta dal Maestro è un pezzo d’arte ma, tra le innumerevoli, quelle a cui sono più affezionata restano senza dubbio le note che accompagnano la Trilogia del Dollaro di Sergio Leone.

Si tratta di musiche entrate di diritto nella memoria collettiva, in grado di rendere alla perfezione la tensione, il deserto, il selvaggio west. Un capolavoro.

jedi.lord

Sono un grande appassionato di colonne sonore, e come tale non posso rimanere indifferente al fascino immortale dell’enorme lavoro di Ennio Morricone.

Oltre alle sue incredibili partiture, del Maestro conservo tre ricordi indelebili che in un certo qual modo esulano dal campo prettamente musicale.

Il primo, una sua conferenza a L’Aquila, dove studiavo all’epoca, durante la quale compresi che essere una leggenda vivente del cinema non vuol dire essere arroganti e campare di rendita, ma piuttosto fare di umiltà, schiettezza e impegno profondo la base della propria carriera. Un incontro davvero ispirante, del quale gelosamente conservo un autografo su CD.

Il secondo, la notte degli Oscar del 2016, e l’iconico abbraccio con l’altra leggenda vivente del cinema, il Maestro John Williams. Due miei miti assoluti, insieme, da commuoversi.

Il terzo, il concerto cui assistetti nel dicembre di tre anni fa, in occasione del tour per i 60 anni di carriera. Due ore di direzione d’orchestra perfette, a 88 anni. Ma ciò che mi stupì, ancor più della meravigliosa musica, fu la tenerezza del rapporto con la moglie, sempre accanto a lui lì, dietro al palco.

Grazie, Maestro.

Giakimo

Non voglio ridurre Morricone solo ai suoi film con Sergio Leone, ma è difficile non farlo. D’altronde parliamo di musiche stupende che hanno cambiato per sempre il genere e la musica da film. Musiche che emozionano anche senza l’uso di parole, come il tema di C’era una volta il West.

Morricone non è stato solo Leone, nemmeno nel genere Western – le colonne sonore di Tepepa, Il mio nome è Nessuno e Il mercenario sono belle tanto quanto quelle dei film di Leone – ma per una volta dovendo indicare un pezzo solo, cambio genere.

Anni fa al Flaiano Film Festival di Pescara vidi la versione restaurata di Sacco & Vanzetti, film di Giuliano Montaldo sulla storia vera di due immigrati italiani ingiustamente condannati a morte negli USA. La colonna sonora è manco a dirlo splendida, mi rimase immediatamente impressa. In particolare ho sempre amato molto la canzone Here’s to you, cantata nel film da Joan Baez. Impossibile non commuoversi.

Here’s to you, rest forever here in our hearts.

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