Recensione
Chi non ha mai sognato di comandare un regno di qualsiasi tipo?
Per noi incalliti amanti della strategia penso sia un pensiero pressoché fisso; ma poi, ci pensate mai a quali siano le incombenze, i problemi, le rotture di scatole da affrontare con una bella corona sul capo?
Mi sono trovato, quasi per caso, ad indossare virtualmente i panni di un Re, uno di quelli classici, con corona in testa, spada sul fianco, mantello e castello; il motivo è questo interessantissimo videogioco indie che risponde al nome di Yes, your Grace, frutto di cinque anni di lavoro di Brave at Night, un piccolo team di sviluppatori del Regno Unito.
L’avevo messo in wishlist su Steam non appena notato, e la descrizione di “manageriale di regno medievale narrative-driven basato sulla tradizione slava” non poteva che attrarmi in modo irreparabile; l’occasione di poterlo recensire, di cui ringrazio gli sviluppatori, è stata la ciliegina sulla torta.
Quindi, corona in testa, saliamo sul nostro alto scranno e vediamo com’è, essere un Re.
Trama e gameplay
Stranamente per la descrizione che vi ho fornito prima, e al contrario di quello che potreste pensare, Yes, your Grace non è un prettamente un gioco di strategia, anzi.
È un interessante ibrido di tanti generi diversi, ma che nel complesso risulta essere, a mio avviso, superiore alla mera somma delle parti.
Nei panni di Re Eryk, sovrano di Davern, un immaginario regno di stile medievale che si rifà a quelli dell’Est Europa (se state pensando anche che un’ispirazione all’universo di The Witcher sia presente, avete indovinato, ma ne parliamo dopo), dovremmo destreggiarci tra la gestione del nostro Regno e quella della nostra famiglia, il tutto sull’orlo di una guerra contro una terribile minaccia barbarica che preme da oltre confine.
Davern è un regno che sicuramente ha visto tempi migliori, e il fosco passato del Re getta un’ombra lunga ed oscura sulla sua famiglia, una moglie saggia ed innamorata e tre splendide figlie. Se gestire il regno è complicato, mantenere la serenità della famiglia non è decisamente da meno.
Si, è decisamente stressante essere Re, e Yes, your Grace non fa nulla per nasconderlo. Quando vi accorgerete che, a dispetto della mia descrizione, non si tratta affatto di un freddo giochino manageriale come ce ne sono tanti, ma di un titolo che fonda le sue basi su una narrativa forte, beh, allora sarà troppo tardi perché possiate pensare di non rimanere avvinti dalla storia che inesorabilmente si dipanerà sul vostro monitor.
Yes, your Grace vi racconta una storia, avvincente come una saga medievale, che mescola onore, famiglia, tradimenti, guerra e diplomazia e che riesce a mantenere la soglia di attenzione di chi gioca sempre dannatamente alta.
Da quel che vi ho detto finora, forse non avrete compreso del tutto come si gioca a Yes, your Grace, ma rimedio subito.
Praticamente ogni turno di gioco (che è rappresentato in game da una settimana) comincia con una fase in cui il Re, beatamente assiso sul suo trono, dovrà rispondere alle richieste di alcuni postulanti, che siano semplici sudditi, nobili, avventurieri, mercanti e così via.
Potremo scegliere, sostanzialmente, se aiutare o no chi ce lo richiederà, solitamente con risorse o con nostri agenti e truppe; il risultato di queste scelte, però, potremo osservarlo solo nei turni successivi e molte, moltissime volte ci mangeremo le mani per non aver dato ascolto a questo o a quell’altro personaggio, o per aver dato retta a qualche impostore.
Avremo a che fare con tanti ciarlatani, truffatori, ricattatori o presunti tali: ogni scelta sarà pesante e difficile da prendere. Anche perché, andando avanti nella storia, gli eventi chiave e le minacce incomberanno e le risorse umane e fisiche per rispondervi saranno sempre meno ed ogni aiuto potrà risultare prezioso.
Di seguito a questa fase, avremo la facoltà di andare in giro per il castello, per poter parlare con i vari personaggi che lo popolano, in modo del tutto analogo ad un classico punta e clicca. Anche questa fase sarà fondamentale, perché potremo fare nuove scelte e dedicarci al secondo cruccio del Re: la famiglia! Se pensavate fosse impegnativo gestire un regno, vedrete quando avrete a che fare con tre figlie tutt’altro che miti e lontane dallo stereotipo della principessa nel castello: siamo più dalle parti di Arya Stark, con Sansa in crisi adolescenziale…
Man mano, acquisiremo anche la facoltà di inviare agenti all’esplorazione dei dintorni delle nostre terre e di intrattenere relazioni diplomatiche con regnanti vicini e personaggi influenti, per procurarci preziosi alleati contro l’incombente disastro.
Tutto qui: molto lineare, forse troppo per alcuni, io devo dire che ho trovato il sistema di gioco adeguato al suo scopo.
Al termine del turno, una schermata ci mostrerà il resoconto di entrate ed uscite del regno (in termini di risorse) e ci permetterà di compiere ulteriori scelte che impatteranno sul bilancio: esempio, mettere su dei campi d’addestramento per le truppe, riparare il mercato, decidere se aumentare il numero dei soldati (hanno il brutto vizio di mangiare…) e così via.
Sono sicuro che chiunque di voi sia ben disposto a farsi raccontare una bella storia, non potrà che darmi ragione e si dedicherà cuore ed anima alle richieste del popolo, del regno e della famiglia, in un turbinio di scelte pesanti che lasceranno senza dubbio il segno sull’andamento delle vicende.
Metteteci anche che il gioco è praticamente un rogue-like che salva solo alla fine di ogni settimana e avrete da soli la percezione di quanto sia importante scegliere con senno in ogni circostanza. E di quanta ansia vi accollerete, settimana dopo settimana, click dopo click. Sia chiaro: se vi mancherà una sola delle risorse alla fine di una settimana, il gioco finisce e dovrete ricominciare.
C’est la vie.
Grafica e sonoro
Dal punto di vista prettamente artistico e visivo, reputo essere Yes, your Grace davvero bellissimo.
La grafica retrò in pixel art, deliziosa e molto dettagliata, ci riporta direttamente a quel gusto estetico che caratterizzava i film su Re Artù nel secolo scorso: o perlomeno, questa è l’impressione che io ne ho avuto. Si, avete capito, quella sorta di medioevo ideale che alla fine dell’800 spopolava nelle colorate rappresentazioni di quell’epoca lontana.
E non dissimile è la sensazione che in Yes, your Grace si sia voluto omaggiare l’universo narrativo di The Witcher: a parte la chiara derivazione est-europea del regno dove la vicenda è ambientata, ci sono dei deliziosi easter egg che vi sprono a cercare e a notare.
Dal punto di vista dell’accompagnamento sonoro, la colonna sonora stupisce per la presenza di brani cantati, che hanno l’assoluto merito di essere perfettamente azzeccati come contesto, oltre che essere belli in generale.
Particolare è la scelta del linguaggio parlato dai personaggi: non credo sia una lingua esistente, ma piuttosto simile al “gibberish”, che riporta alla mente il mitico The Sims.
In conclusione
Yes, your Grace è un piccolo gioiello, inutile negarlo.
Sarà che adoro i giochi dalla narrativa forte che riescono a mescolare abilmente generi e a tenerti incollato anche emotivamente alla loro storia, ma questo titolo, breve ma intenso, merita la vostra attenzione. Mi ha divertito,
Se vogliamo trovargli un difetto è quello, forse, della rigiocabilità o della durata: però, siamo seri, di questi tempi, con backlog infiniti che si accumulano nei nostri account digitali, ha ancora senso parlare di scarsa longevità come di un difetto? Metteteci pure che costa poco, non si tratta di certo di un tripla A!
Yes, your Grace è disponibile per PC e purtroppo non è tradotto in italiano, ma so che potete farcela, non è un inglese troppo difficile (o, se preferite, cinese, tedesco e francese).
Nerdando in breve
Indossiamo la corona di un Re, che si trova a gestire al meglio il regno e la famiglia contro una minaccia che incombe al confine, in un’avventura punta e clicca che si mescola ad un gestionale. Un piccolo gioiello di storia e pixel art!
Nerdandometro: [usr 4.0]
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