Film & Serie TV

Malefica: meglio quella del film o quella del cartone animato?

Malefica

Malefica

Con l’arrivo al cinema di Maleficent – Signora del male, l’annosa questione “Malefica: meglio quella del film o quella del cartone?” è tornata estremamente attuale nella nostra redazione.
Che il personaggio creato nel 1959 sia riuscito a fare breccia nel cuore degli spettatori si sapeva già da tempo ma è innegabile che, con il primo live action a lei dedicato nel 2014, Malefica sia tornata sulla cresta dell’onda.

Che voi facciate parte del team film o del team cartone animato, prima di andare al cinema a gustarvi il sequel non potete perdervi il nostro polemizzando: Morgana e Clack difendono rispettivamente la Malefica del film e quella del lungometraggio animato.
Qual è la vostra Malefica preferita?

Meglio il film

A cura di Morgana

Chi è Malefica? Risposta spontanea di tutti: la cattivona che in La bella addormentata nel bosco se la prende con la principessa Aurora, per il semplice fatto di non essere stata invitata al suo battesimo. Questo è ciò che vediamo nel famoso lungometraggio Disney del 1959, a sua volta ispirato alla celebre fiaba europea. Ma sappiamo altro di lei? Del perché è così cattiva, del perché si arrabbia tanto per quella che potemmo definire una sciocchezza? No. O almeno, così è stato fino al 2014, anno in cui è uscito il film in live action Maleficent, dedicato proprio alla scoperta delle origini di Malefica. Nel film, la demonessa alata non ci viene presentata come una villain fine a se stessa, ma ci viene data una ragione per il suo comportamento, e alla fine scopriamo che non era poi così cattiva come volevano farci credere…

Nel live action gli autori ci mostrano la storia di Malefica da quando è molto giovane, quando è uno spirito della natura, una bellissima creatura alata che vola libera e il cui solo scopo è di proteggere il suo mondo, la valle incantata in cui vive circondata da creature magiche e da una flora lussureggiante. Innocente, ingenua, da ragazza si innamora di un uomo, che le promette il suo amore e invece la avvelena e le strappa le ali, simbolo della sua libertà, per diventare re: il maschile avido e materiale distruggere così il femminile primordiale e naturale. Kore incontra Ade e diventa Persefone (studiate i miti greci).

Beh a questo punto Melefica si arrabbia, ed a ragione direi. Finalmente sappiamo perché decide di scagliare la famosa maledizione del fuso, cioè non per un semplice capriccio in seguito al mancato invito, ma per vendicarsi del padre di Aurora, l’uomo che l’aveva tradita.

Tutto ciò c’era nel film del ’59? Direi proprio di no…

Ma non finisce qui! Ogni buon villain merita una possibilità di redenzione per le sue cattive azioni, ed ecco che allora il rapporto tra Malefica e Aurora, anche lei simbolo femminile di innocenza e purezza, porta la demonessa a ritrovare se stessa, a pentirsi di ciò che ha fatto e a cercare di porvi rimedio. Infine, vediamo che l’amore, non quello romantico (e stra-abusato) tra due innamorati ma quello indissolubile tra una madre e una “figlia”, è più potente di qualsiasi cosa: il “bacio del vero amore” non è come ce lo aspettavamo. Così Malefica viene redenta, riottiene le sue ali e può tornare ad essere la splendida creatura di un tempo. Abbatte i muri (fisici e non) che aveva messo intorno a sé e pone le basi per una integrazione tra il suo mondo e quello degli uomini.

C’era tutto ciò nel lungometraggio Disney? Di nuovo, la risposta è no.

Ecco perché preferisco mille volte la Malefica più recente a quella classica. Perché ho amato il simbolismo che c’è dietro. Perché non mi accontento più del mostro cattivo che arriva e, senza che ci sia dato sapere perché, fa un gran casino e poi viene ucciso, giusto per far trionfare la forza bruta dell’eroe di turno. Voglio di più, voglio una storia, una ragione, voglio capire cosa c’è dietro le azioni di un personaggio. E in Maleficent tutto questo c’è.

Meglio il cartone

A cura di Clack

Diciamolo subito: Malefica è, da sempre, uno dei miei personaggi Disney preferiti in assoluto. E questo nonostante sia l’antagonista del film in cui compare. Io con questo personaggio ci sono cresciuta e le sono sempre stata molto affezionata.
Quando nel 2014 è uscito Maleficent, quindi, ero elettrizzata all’idea che ad uno dei miei villain preferiti in assoluto fosse stata dedicata una pellicola intera! Eppure il risultato finale non mi è piaciuto affatto, tanto che non ho visto il film più di una volta (e quell’unica volta anche a fatica).

Il perché? Non è colpa della povera Angelina Jolie, che anzi trovo azzeccatissima per il ruolo, ma della scelta di fondo di rendere Malefica un personaggio in realtà buono, una creatura che diventa cattiva perché è il mondo a renderla tale e che alla fine, però, riesce a far riemergere la sua vera natura votata al bene. Il background scelto per il film non è pessimo in senso assoluto ma lo trovo forzato nel caso di Malefica e per questo non incontra il mio gusto.

Cosa sapevamo di Malefica prima del film stand alone? Che è una strega potentissima e crudele, in grado di eseguire magie inimmaginabili perfino per le altre creature magiche e completamente votata al male. Il suo aspetto algido ed elegante, i suoi modi regali e composti non fanno altro che aumentarne il fascino magnetico, rendendola un personaggio temibile ed estremamente pericoloso, un avversario da non sottovalutare assolutamente.
In questo quadro, Malefica ha davvero bisogno di motivazioni diverse dal desiderio puro di fare del male e dalla sete di potere? Noi spettatori abbiamo davvero bisogno di scoprire che non è una creatura malefica di per sé, come il suo nome lascerebbe immaginare? Ci è davvero necessario convincerci che il male in realtà non esiste e chiunque può essere riportato sulla retta via? Prendendo in prestito una battuta del Joker interpretato da Heath Ledger ne Il Cavaliere Oscuro: “Sono un cane che insegue le macchine. Non saprei che farmene se le prendessi. […] Sono un agente del caos“. Cosa intendo con questo? Che alcuni personaggi funzionano proprio perché sono malvagità pura e semplice e, stravolgendoli, perdono proprio quello che li rendeva così perfettamente affascinanti.

Nel live action Malefica mostra un lato umano che le permette di affezionarsi ad Aurora come ad una figlia che semplicemente non ha nulla a che vedere con l’antagonista spietata e lucidamente crudele del lungometraggio animato. La Malefica del film non ha nulla di sbagliato in senso assoluto, ma non è Malefica: è un personaggio diverso, con un vissuto differente e motivazioni altre rispetto alla controparte disegnata. E a funzionare alla grande, nel 1959, era proprio quello che dal live action viene cancellato: il fatto che Malefica è l’incarnazione del male non per un trauma passato ma semplicemente perché lei è così, il fatto che non aspiri alla redenzione ma voglia solo vedere soddisfatto il proprio ego; il fatto, insomma, che sia una cattiva pura, la cui malvagità è il vero tratto distintivo.
Personalmente, resto legata alla strega animata, alla villain dal cuore di ghiaccio talmente orgogliosa da essere pronta a distruggere un regno intero e la vita di una ragazza che nemmeno conosce per vendicare un torto subito.

La Malefica de La bella addormentata nel bosco non è certo un personaggio positivo. Anzi, è uno dei cattivi Disney a mio parere più spaventosi e meglio riusciti di sempre. Ed è per questo che la apprezzo mille volte di più di quella interpretata da Angelina Jolie. Perché il mondo ha senza dubbio bisogno di eroi. Ma gli eroi hanno bisogno di un nemico che sia cattiveria allo stato puro per poter emergere. È un ruolo infelice, ma qualcuno deve pur ricoprirlo. E quando lo ricopre come Malefica sa fare, allora siamo di fronte a qualcosa di memorabile.

Contenuti

To Top