Renato “ITzAlucard_” ci ha regalato questo articolo su Kingdom Hearts III e noi lo pubblichiamo ben volentieri.
“Benvenuti, amici miei! Tredici anni sono passati, eppure eccovi qui davanti a me, come se fosse soltanto ieri”
Kingdom Hearts è stato per me, come per molti altri videogiocatori, una tappa fondamentale e dopo tredici lunghi anni abbiamo per le mani il capitolo con il compito più importante di tutti: concludere una saga, quella di Xehanort, che sarà ricordata come una delle storie più intricate e complesse della storia videoludica. Premessa doverosa: queste sono solo le mie impressioni sull’esperienza avuta con questo capitolo.
I mondi
Partiamo parlando dei mondi: abbiamo a disposizione delle ambientazioni fedeli dei mondi Disney che incontreremo rivisitati e migliorati per permetterci di esplorarli in tutta la loro bellezza.
Grazie all’estrema mobilità di Sora ogni giocatore potrà decidere come divertirsi a cercare i forzieri o collezionabili nelle aree di gioco senza mai trovarsi in un corridoio. I mondi open world sono una delle novità che più mi ha convinto in questo capitolo. Punto dolente tuttavia è che i mondi presenti erano già stati tutti annunciati, e non vi parlo di leaks ma proprio da mamma Square. Questa, per me, è stata una scelta davvero discutibile dato che fino all’ultimo ho sperato che ci fosse ancora altro, affamato e speranzoso di rivedere alcuni mondi rielaborati in maniera eccelsa come quelli proposti.
Altra nota dolente riguarda il come vengono affrontati i mondi, ma questa è una parte che tratterò quando vi esporrò le mie considerazioni sulla storia.
La storia
La storia di Kingdom Hearts è sempre stata affascinate, intricata e ricca di colpi di scena. Molti sono i personaggi che hanno fatto capolino dalla mente di Nomura, alcuni talmente tanto ben caratterizzati da farci affezionare a loro. Come detto in precedenza, questo capitolo vuole chiudere la saga di Xehanort. Il viaggio inizia con Sora che deve recuperare il potere del risveglio essendo ormai alle porte la guerra che vedrà luce e oscurità ancora una volta l’una contro l’altra. Non mi dilungherò sulla storia visto che raccontarla non è compito mio e sicuramente è un viaggio che consiglio a tutti voi di fare.
Per ritrovare questo potere, Sora girerà per i mondi ritrovandosi a ripercorrere le storie degli stessi, che restano fedeli a quelle viste su schermo con qualche piccola eccezione. Purtroppo uno dei veri problemi della storia in questo capitolo è che “la storia di kingdom hearts” non viene per nulla presa in considerazione nelle 35-40 ore che vi serviranno per completare i mondi prima della battaglia finale. Vengono fatti discorsi, allusioni, speculazioni, ma quando esploreremo un mondo ci ritroveremo al punto di partenza senza che mai venga messo in luce nulla.
Nelle ultime 5 ore di gioco, raggiungiamo il cimitero dei keyblade e finalmente avremo la resa dei conti. Queste due storie così slegate e soprattutto un finale poco a attento e a mio avviso frettoloso sono stati davvero deludenti, per quanto, se deciderete di giocarlo preparate qualche fazzoletto. Credo che chiunque si sarebbe aspettato qualcosa di più dopo gli anni che ci sono voluti per sviluppare questa saga. Il finale è ricco di battaglie senza senso, nelle quali ci troveremo ad affrontare più membri dell’organizzazione contemporaneamente, avrei trovato più sensato affrontarli a coppie all’interno dei mondi, visto che a Xehanort servivano solo i keyblade e non la loro presenza sul campo di battaglia, aggiungiamo anche resurrezioni e personaggi che durante la loro “uscita di scena”, nel mezzo della battaglia, dicono frasi prive di qualsiasi pathos.
Ovviamente non mancheranno momenti emozionati e soprattutto delle gradite sorprese.
Le copie
Ho deciso di mettere questo punto, che affronterò in maniera davvero breve, perché ho trovato questa cosa alquanto priva di senso.
Siamo abituati al fatto che nei KH nessuno muore, tuttavia l’escamotage per permettere a Roxas di riavere un corpo e l’abuso in generale dell’utilizzo delle copie è per me insensato. Chiariamoci, ho esultato quando ho visto Roxas ed è stato uno dei momenti più emozionanti per me, ma questo non giustifica il fatto che non sappiamo assolutamente come funzioni la cosa, se ha dei limiti o se può creare problemi. Credo che per certi versi questo porti ad una perdita di interesse per la vita dei nostri amati personaggi: il poter tornare, senza condizioni e in maniera illimitata rende dimenticabile il momento della scomparsa di un personaggio.
Il gameplay
Ed ecco la perla di questo titolo: il gameplay.
Il gameplay è ricco, frenetico e senza alcun dubbio il migliore fino ad ora visto nella serie. Parliamoci chiaro, Kingdom Hearts è un gioco che fa della storia il suo punto di forza e spesso abbiamo ingoiato il rospo su alcuni aspetti discutibili del gameplay come ad esempio una certa ripetitività. In questo titolo, a mio parere, abbiamo il rovescio della medaglia: un combat system spettacolare ed appagante, pieno di effetti e diversificato con diversi approcci possibili proprio grazie alle varie forme che il nostro keyblade può assumere.
Purtroppo non è tutto oro quel che luccica ed arriviamo alle note dolenti, infatti tutto il lavoro fatto sul gameplay viene in parte sminuito dalla facilità del titolo e se aggiungiamo che a me la storia non ha convinto, ci troviamo davanti una minestra alquanto amara. Consiglio di affrontare, per chi non l’abbia già fatto, il titolo alla massima difficoltà fin da subito per godervi almeno quel minimo di sfida che alcuni boss possono regalare. Tutto sommato è, come ho già detto, un ottimo titolo che ogni amante della saga deve assolutamente giocare.
Malefica
In questo quinto e ultimo punto parliamo in breve del personaggio di Malefica. Certo molti potranno dirmi: parliamo delle cutscene, parliamo di quanto tu sia felice che il Bosco dei Cento Acri duri dieci minuti o di quanto siano meravigliosi, finalmente, i viaggi a bordo della Gumship, ma se c’è qualcosa che ho trovato davvero disturbante è l’inutile presenza di Malefica nel titolo.
Malefica è sempre stato un personaggio attivo, di spessore ed affascinante nel mondo di KH e vederla comparire in diverse cutscene nella sua spasmodica ricerca della “scatola nera” senza mai intervenire o avere alcuna voce in capitolo è stato per me deludente. Non so che progetti abbia Nomura per questo
personaggio, ma avrei preferito un cammeo più ricco o magari qualche suo intervento nei mondi.
In conclusione, malgrado le mie critiche, ho trovato l’esperienza godibile ed affascinante, se non si fosse trattato di un titolo così importante ai fini della storia, che comunque alla fine è anche eccelsa visto che, come detto, i mondi Disney sono stupendi e coinvolgenti. Kingdom Hearts è stato un bel viaggio, un viaggio che mi ha accompagnato per lunghi anni, questo capitolo mi fa solo sperare in un inizio migliore ed aspettare il prossimo con un sorriso sulle labbra.
Promuovo il titolo nel complesso, per tutto quello che riesce a trasmettere e per le ore di divertimento che mi ha regalato.
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