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Oudeis Omnibus – Uno, nessuno e centomila

Esiste una storia più nota e inflazionata dell’Odissea? Credo di no. Esiste una storia più bella dell’Odissea? Credo di no. Oudeis è la versione dell’Odissea scritta e disegnata da Carmine Di Giandomenico, pubblicata in un bell’omnibus da SaldaPress, che ringraziamo per averci dato il volume in anteprima.

Recensione

Oudeis (che in greco significa nessuno) è la prima prova di autore completo di Carmine Di Giandomenico, autore abruzzese che da anni lavora per Marvel e DC.

I primi due capitoli uscirono tra 2004 e 2005 mentre il terzo capitolo fu terminato nel 2016 ed è entrato nel Guinness dei primati. Di Giandomenico infatti decise di realizzare le 56 tavole del volume in 48 ore durante la manifestazione Teramo Heroes, stabilendo il record per il maggior numero di tavole disegnate in nel minor tempo.

Dunque si tratta di un fumetto da record, ma a parte questo, com’è Oudeis?

Trama

Un uomo si sveglia in una città futuristica. Non ricorda chi è nè come è arrivato lì. Intraprenderà un viaggio mentale e fisico alla ricerca di risposte. Accompagnato da un pagliaccio chiamato Ego che dovrebbe essere la sua coscienza.

Oudeis è una rilettura dell’Odissea, ma non è una banale riproposizione moderna di episodi e personaggi immortalati da Omero. Di Giandomenico prende solo lo spunto dell’Odissea, il nostos dell’eroe perso nel viaggio verso casa, rendendolo un viaggio nell’animo umano.

All’autore non interessa nemmeno tratteggiare un mondo moderno e sci-fi come fece Matt Fraction in Ody-C. La città in cui il protagonista si risveglia è futuristica, ma non definita. Si vede un’umanità in declino, ma non sappiamo perchè. Per Di Giandomenico la tecnologia è un mezzo non un fine.

Diventa un mezzo perché un paio di scene utilizzano aggeggi futuristici per collegarsi alla rete e cercare informazioni, ma è un espediente che serve per dare l’idea del viaggio mentale e non fisico ed è anche una soluzione figlia del momento storico in cui fu scritta (si era nel post-Matrix dopotutto).

Il nostro protagonista cercherà di ritrovare la memoria di chi è e di dove deve andare. Nel viaggio si scontrerà con diversi ostacoli e dovrà superare diverse prove per scoprire la verità su chi è e dove deve andare. È qui che Di Giandomenico decide di citare l’Odissea, ma in maniera più sottile e meno didascalica. Diciamo che se non si conosce a fondo l’Odissea alcune scelte e alcune trovate narrative non vengono capite. Io come ho già accennato conosco l’Odissea quasi a memoria, quindi mi è venuto facile trovare i rimandi, ma non tutti hanno i miei stessi problemi.

Tempus fugit

A fine volume veniamo informati della natura particolare di questo Oudeis: Di Giandomenico infatti aveva pensato alla storia come un continuo work in progress da realizzarsi in collaborazione con altri autori che avrebbero portato la loro visione e le loro idee sul personaggio, raccontando il viaggio verso Itaca. Questo non è avvenuto e per anni la storia è rimasta monca e composta solo da due capitoli.

La storia da record del 2016 dunque aveva l’ambizione non solo di entrare nel Guinness dei primati, ma anche di dare una conclusione alla vicenda. L’autore non esclude nuovi capitoli che integrino i pezzi mancanti tra il secondo e il terzo capitolo. Ad ogni modo questo volume è fruibile da solo e contiene una conclusione.

Purtroppo lo stacco tra i capitoli è molto evidente. La natura di storia “sperimentale” del terzo capitolo si palesa nel disegno molto diverso, meno rifinito, tutto basato su vignette grandi a mezza pagina e dai colori minimi.

Anche la storia è se possibile ancora più intimista, cerca di non dare troppi riferimenti agli altri due capitoli e si concentra sull’incontro tra Ulisse e Penelope. Ad ogni modo è una bella storia, toccante e intima, una versione emozionante del primo incontro tra Ulisse e Penelope dopo tanti anni. Però viene meno l’originalità dei primi due capitoli, la volontà di creare un’Odissea a metà tra la psicanalisi e il cyberpunk. Si torna all’osso del mito omerico.

Sui disegni c’è poco da dire, Di Giandomenico è un grandissimo disegnatore, non lo si scopre certo oggi. I primi due capitoli appartengono ad una prima fase della sua carriera e un po’ si vede, ma non nel senso che pensate voi. Semplicemente ora il suo stile è ancora più definito e speciale. Si vedeva già la sua bravura nei primi due capitoli, non è che Di Giandomenico ha imparato nel mentre a disegnare. Qui tra l’altro, l’autore è responsabile anche dei colori e prevalgono tonalità pastello che ho trovato particolarmente azzeccate e aggiungono notevoli sfumature alla storia.

Inoltre i primi due capitoli sono belli anche per la continua rottura della gabbia, che rende quasi ogni tavola bella da vedere di per sé, il tutto valorizzato dal formato deluxe di questa ristampa.

Come già accennato, il terzo capitolo è molto diverso anche come stile, poiché si affida molto a vignette a tutta o a mezza pagina, sempre però con un grande occhio, quasi cinematografico. Vengono meno i bei colori dei capitoli precedenti e prevale il grigio delle pagine e il bianco e nero dei disegni.

Conclusioni

Una rilettura non banale di un mito senza tempo. Disegnata benissimo in un volume che valorizza appieno e gratifica l’occhio. Purtroppo lo scarto tra le due parti della storia un po’ si vede ma la qualità resta comunque alta e il volume è senz’altro il modo migliore per leggere la prima volta di autore completo di Di Giandomenico.

Nerdando in breve

Viaggio nella mente e nei ricordi, un’Odissea non per tutti ma affascinante.

Nerdandometro: [usr 3.5]

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