Incontro con Nicholas Brendon
Lo ammetto: per me la serie TV Buffy L’Ammazzavampiri ha avuto un ruolo fondamentale. Mi ha accompagnata durante l’adolescenza, diventando un appuntamento fisso e irrinunciabile, grazie alla storia ma soprattutto ai suoi personaggi. Li apprezzavo tutti, chi più chi meno, ma tra loro ho sempre amato il personaggio di Xander Harris.
Quando seguivo le avventure di Buffy e dei suoi amici sul piccolo schermo, non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei trovata faccia a faccia con Xander, con la possibilità di parlargli e ascoltare le sue impressioni direttamente dalla sua voce: grazie al Lucca Comics & Games 2018, che ha inserito in cartellone un incontro a porte chiuse con Nicholas Brendon, interprete di Xander, invece è stato possibile.
L’attore si è dimostrato davvero piacevole, imprevedibile e sorprendente e ha dato vita ad una chiacchierata approfondita e variegata, nella quale la parte del leone, ovviamente, è spettata alla serie Buffy, nonostante il rapporto conflittuale che lo lega alla serie,
Buffy
Sarebbe impossibile condurre un’intervista con Nicholas Brendon senza citare Buffy. L’attore, in realtà, ha confessato un rapporto travagliato con la serie che lo ha reso famoso, tanto che, se dovesse indicare cosa gli ha lasciato quest’esperienza, la definirebbe semplicemente “trauma“. Sebbene nel tempo abbia incontrato moltissimi fan che gli hanno raccontato di come Buffy li abbia aiutati con i loro problemi, per lui il rapporto con la serie è tuttora problematico, tanto da richiedergli l’intervento di un terapista per la depressione di cui soffre da allora.
Il discorso su Buffy ha fornito l’occasione anche di affrontare tematiche attuali, come l’immigrazione. In Buffy Xander ha una travagliata storia d’amore con Anya, che è un demone: in questo momento, in cui si discute molto di immigrazione, la tematica delle difficoltà dovute alla diversità culturale è quanto mai attuale. Alla fine, nella serie, Xander lascia Anya all’altare: secondo Brendon, se fosse stata girata adesso, Xander non l’avrebbe abbandonata ma l’avrebbe difesa e protetta.
Xander è stato un personaggio estremamente umano, privo di poteri e, di conseguenza, forse quello più empatico per il pubblico. Questo è l’aspetto che anche l’attore ha apprezzato maggiormente del personaggio, la sua umanità ed il fatto che fosse totalmente privo di poteri magici, perché questo lo rendeva effettivamente unico tra gli altri.
Sull’annunciato reboot di Buffy, Brendon si è mostrato positivo e ha dichiarato di aspettarsi che sarà un lavoro ben fatto. Al momento le potenzialità sono ancora totalmente aperte al riguardo e la serie potrebbe prendere strade inaspettate. Il suggerimento dell’attore alla produzione è stato quello di inserire il personaggio di Dark Willow come antagonista principale, dato che la serie si ambienterà 15 anni dopo gli eventi visti finora in Buffy.
Secondo Nicholas Brendon, Buffy è stata una serie in grado di avere un impatto così enorme perché, in pratica, promuove l’idea dell’accettare se stessi e gli altri e non c’è cosa più bella. In più, sempre secondo lui, la community di fan è così accanita che è impossibile esprimere giudizi negativi sulla serie.
Criminal Minds
Non solo Buffy, comunque, Nicholas Brendon ha avuto un ruolo importante anche nella serie Criminal Minds: il suo personaggio non è morto ma è stato eliminato perché interpretato in un momento molto negativo e delicato della vita dell’attore. In quell’occasione, ha preferito allontanarsi dalla serie per poter lavorare su se stesso.
Fumetto
Nicholas Brendon è molto attivo nel mondo del fumetto: oltre a quello di Buffy, ha lavorato ad un fumetto su un koala, scritto insieme ad un amico che però ha firmato un accordo con la Pixar, ponendo di fatto fine al progetto. Al momento Brendon sta lavorando ad un’altra opera su un uomo legato alla metanfetamina. Meth Man, questo il titolo, è una graphic novel su un uomo dipendente dalla metanfetamina; è dotato di superpoteri perché, avendo bruciato parte del proprio cervello con la droga, utilizza il 90% del restante ma allo stesso tempo vorrebbe disintossicarsi, cosa che però gli impedirebbe di usare i suoi poteri. La tematica di fondo si rivela molto attuale perché negli Stati Uniti c’è un grosso problema con questa droga.
Brendon sta inoltre lavorando anche su “La seconda venuta“, che parla della seconda venuta di Gesù: stavolta è nato nella Los Angeles Est, dove crescendo entra in una gang. È in carcere che trova tutti i suoi discepoli. Convintosi di essere il Messia, finirà in manicomio perché, secondo Brendon, è questo l’epilogo più probabile e realistico al giorno d’oggi se succedesse una cosa del genere. Per il momento è solo un’idea ma l’attore conta di svilupparla presto.
Depressione
Brendon ha più volte dichiarato di essere affetto da depressione ed è quindi molto sensibile a questa malattia. Per questa ragione, promuove una serie di appuntamenti in posti comuni come il bowling o il karaoke finalizzati a fare uscire da casa le persone che soffrono di depressione. Nel corso delle serate sono presenti anche dei gruppi di supporto. Tutto questo genera una forma di energia che porta le persone ad aprirsi e ad aiutarsi a vicenda. Lo trova un appuntamento importante perché la depressione è molto più diffusa di quanto non si creda, ma le persone hanno difficoltà a parlarne e queste occasioni fanno sì che si riesca a parlarne.
Collegandosi a questo discorso, l’attore ha dichiarato di sentirsi più a suo agio in Europa: negli Stati Uniti ha girato moltissimi posti per il suo tour sulla depressione e ha maturato l’idea di non voler più tornare in certi posti, in cui si è sentito fuori luogo.
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