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Halloween – Il cult che rivitalizzò l’horror ha ancora qualcosa da dire

Halloween

Halloween

Era il 1978 quando John Carpenter, regista destinato ad entrare nella storia del cinema, realizza un horror slasher intelligente e curato nei dettagli, che conquista il mondo: Halloween.
Nel 2018, esattamente quarant’anni dopo, l’eco di Halloween non si è ancora spenta, tanto che proprio il 25 ottobre 2018 arriva nei cinema un film dallo stesso titolo e con la stessa protagonista, con l’obiettivo di chiudere definitivamente il cerchio.

Girato in appena venti giorni con un budget di trecentomila dollari, Halloween ne incassò oltre settanta milioni, diventando uno dei film indipendenti con i maggiori incassi di sempre. Un successo planetario che ha dato il via ad un fortunato franchise che, tra alti e bassi, ha visto tornare Micheal Myers ben otto volte sullo schermo.

Genesi e casting

L’idea per il film venne a John Carpenter dopo aver visitato un ospedale psichiatrico: lì incontro un bambino che lo fissò con uno sguardo che terrorizzò il giovane regista. Carpenter scrisse il copione insieme all’allora fidanzata Debra Hill, modificando l’idea originale per fare in modo che l’azione si svolgesse interamente nella notte di Halloween.

Debra Hill compare anche nel film, o meglio, sono le sue mani a comparire: la sceneggiatrice le “prestò” al Micheal Myers bambino nella soggettiva iniziale, poiché il tempo era poco e l’attore bambino che vediamo nel film fu disponibile solo durante l’ultimo giorno di riprese.

Donald Pleasence, che interpreta il dr. Loomis, non era stato la prima scelta per il ruolo: Carpenter avrebbe infatti voluto Peter Cushing o Christopher Lee. Entrambi gli attori, però, rifiutarono per via della paga troppo bassa. In successive interviste, Lee ammise di considerare a posteriori questa come la scelta peggiore della propria carriera. Lo stesso Pleasence, comunque, non era particolarmente entusiasta del film e confessò a Carpenter di aver accettato solamente perché il copione era piaciuto moltissimo a sua figlia.

Nel ruolo della protagonista troviamo l’allora esordiente Jamie Lee Curtis: per lei si trattava del primo ruolo in assoluto (fu pagata appena 8000 dollari) ma Carpenter la scelse perché era figlia di Janet Leigh, in una sorta di omaggio ad Alfred Hitchcock.

(Piccolo extra: il bambino a cui Laurie fa da baby sitter è interpretato da un infante Paul Rudd, futuro Ant-Man).

Citazioni

Janet Leigh, infatti, era stata la protagonista di Psycho, indiscusso capolavoro di Alfred Hitchcock. Ma Halloween, a ben guardare, è costellato di riferimenti al Maestro del Brivido.

Anche il nome dello psichiatra Sam Loomis arriva direttamente da Psycho: è infatti il nome dell’amante segreto di Marion Crane, interpretata per l’appunto da Janet Leigh. La critica, comunque, sembra aver colto il fil rouge che Carpenter ha cercato di creare tra Psycho e il suo film, visto che Halloween è stato definito in più di un’occasione “il nuovo Psycho”.

Non solo Psycho, comunque: il film che appare in televisione durante una scena è l’horror del 1951 La cosa dell’altro mondo, diretto da Howard Hawks. Tra l’altro, nel 1982, Carpenter realizzerà un fortunatissimo remake proprio di questa pellicola.

Inoltre sul comodino della protagonista Laurie si può scorgere una riproduzione di Annabelle, celebre bambola maledetta protagonista di diversi film dell’orrore.

Realizzazione

Il budget limitato influì moltissimo sulle scelte registiche anche se, a posteriori, forse ha contribuito a rendere Halloween il cult che è diventato negli anni.

Un esempio sono le atmosfere buie, dovute al fatto che non era possibile permettersi più luci; gli attori, in più, oltre a percepire paghe decisamente basse, hanno girato indossando ciascuno i propri vestiti, per risparmiare sui costumi.

Anche la maschera di Micheal Myers è stata realizzata al risparmio. La troupe, infatti, acquistò per pochi dollari una maschera di William Shatner, all’epoca in voga nei panni del Capitano Kirk di Star Trek. La maschera venne dipinta di bianco, le furono accorciati i capelli e allargati gli occhi: l’effetto inquietante è decisamente ben riuscito.

Per il suo killer, Carpenter ha dichiarato di essersi ispirato al personaggio di Yul Brinner in Il mondo dei robot. Ecco perché, Myers, non corre mai ma risulta, nella sua lentezza, ancora più spaventoso.

L’aspetto più riuscito della pellicola, comunque, è sicuramente il piano sequenza iniziale in soggettiva, rimasto nei libri di storia del cinema (io stessa l’ho studiato all’università). Non si tratta della prima soggettiva di questo genere, ma sicuramente della più d’effetto, tanto che ha tracciato la rotta per il cinema horror a venire. Per realizzare la sequenza ci vollero due interi giorni di riprese.

Musica

Elemento forte del film è anche la colonna sonora, composta dallo stesso John Carpenter in appena quattro giorni. Il tema principale, composto per pianoforte nell’insolito ritmo di 5/4, è diventato un vero e proprio cult nel cult.
La colonna sonora è accreditata a nome della Bowling Green Philarmonic, un riferimento fatto da Carpenter alla sua infanzia: la sua città natale, infatti, si chiama Bowling Green, in Kentucky ma non possiede nessuna filarmonica.

Quando Laurie ed Annie si trovano in macchina la canzone che proviene dall’autoradio è la celebre “Don’t Fear the Reaper” dei Blue Öyster Cult: considerando che in quel momento Myers le sta seguendo, assume un significato anche interno al film.

Sequel

Halloween ebbe un sequel ufficiale nel 1981: Il signore della morte, diretto da Rick Rosenthal con sceneggiatura di John Carpenter. Nella pellicola tornano alcuni dei personaggi di Halloween.

Nel 1982 esce Halloween III – Il signore della notte, che si discosta per la prima volta dal personaggio di Micheal Myers ed abbandona il genere slasher.
Dopo questo esperimento vengono realizzati altri sequel che riportano l’attenzione su Micheal Myers ma non hanno più nessun legame con Carpenter ed il progetto iniziale: si tratta di Halloween 4 – Il ritorno di Micheal Myers (1988), Halloween 5 – La vendetta di  Micheal Myers (1989) e Halloween 6 – La maledizione di Micheal Myers (1995).

Nel 1998, vent’anni dopo l’uscita del primo film, Steve Miner dirige Halloween – 20 anni dopo: la pellicola si ambienta vent’anni dopo le vicende mostrate ne Il signore della morte e vede di nuovo Jamie Lee Curtis nei panni di Laurie. Non tiene conto dei fatti esposti nei vari sequel.

Nel 2002 Rick Rosenthal, supportato da Debra Hill e John Carpenter alla sceneggiatura, realizza Halloween – La resurrezione, di nuovo con Jamie Lee Curtis nei panni della protagonista. Nel 2008 Rob Zombie decide di occuparsi della saga e realizza il reboot/prequel Halloween –  The Beginning, cui fa seguire un anno dopo Halloween II.

Oggi, quarant’anni dopo il film che diede origine a tutto, Jamie Lee Curtis torna nuovamente a vestire i panni di Laurie in Halloween, seguito diretto del primo film che non tiene conto degli eventi di tutti gli altri prodotti della saga. Il film è diretto da David Gordon Green ma vede John Carpenter occuparsi della colonna sonora.

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