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Warhammer 40000: Gladius – Relics of war – Guerra senza confini

Recensione

Comincio questa recensione con una confessione: conosco l’universo Warhammer molto poco. E quel poco che conosco è grazie ai videogiochi.

Lasciatemi spiegare: sono strano io, perché le ambientazioni del celebre wargame tridimensionale di Games Workshop le conoscono pure i sassi, soprattutto coloro che si vantano di scrivere recensioni.

Io, invece, diciamo che somiglio a quello studentello ignorante che punta al 18 risicatissimo perché tanto non ha studiato ed ormai è troppo tardi per rimediare.

Dato che di ciò quantomeno mi vergognavo, ho studiato meglio per il secondo appello, complice un amico maniaco dell’argomento, e ora mi sento meglio con la mia coscienza.

Dato che siete svegli, vi chiederete: come mai hai accettato di recensire un titolo di Warhammer 40k, se l’ambientazione non ti diceva nulla?

Ebbene, dovete sapere che questo Warhammer 40’000: Gladius – Relics of War mi è stato presentato in un modo che doveva solleticare il mio appetito per forza di cose: il primo 4x del franchise di Warhammer o, alternativamente, come il Civilization di Warhammer.

Gli sviluppatori si chiamano Proxy Studios e sono specializzati in strategici di questo tipo; qualche anno fa diedero vita all’interessante Pandora: First Contact, che ricordava il mio adorato Sid Meier’s Alpha Centauri (sempre sia lodato, ndr).

Capite bene come una simile descrizione non possa non fare breccia nel mio miserevole cuore corruttibile di homo strategicus e quindi, dopo il dovuto ripassone di lore, mi sono tuffato in questo mondo di brutalità e guerra grazie a Slitherine, che ci ha gentilmente fornito il materiale per questo articolo, che tenta di spiegarvi, da semiprofano del franchise, se vale la pena sporcarvi le mani e le armature sull’aspro terreno del pianeta Gladius Prime.

Ambientazione

Allora, siamo nell’universo di Warhammer 40’000 (o 40k, che dir si voglia), quindi in quel cupo universo gotico distopico in cui la Via Lattea vede il dominio della razza umana con l’Imperium, e in cui guerra, morte e caos regnano sovrani.

Ora, c’è questo Gladius Prime, che è un pianeta ricco di risorse, antiche rovine e perdute conoscenze, che era colonia imperiale ma non lo è più ed ora è conteso tra l’Imperium, i crudeli Orki e gli inquietantissimi Necron, risvegliatisi dopo milioni di anni di sonno dalle viscere della terra.

Volete forse che non scoppi una bella guerra per il controllo di questo pezzo di spazio così ricco e succoso, in un universo che non conosce altro che la battaglia? Ma neanche per sogno.

Peraltro, ad essere precisini, le fazioni imperiali a disposizione sono due e a rigore di lore sarebbero alleate, ma non rimaniamo qui a fare troppo i precisini anziché scendere finalmente sul campo di battaglia a conquistare un intero mondo!

Gameplay

Relics of War è, dicevamo, uno strategico a turni 4x, con alcune leggere deviazioni dallo standard cui siamo abituati.

La prima, che salta all’occhio immediatamente, è l’assenza della diplomazia, caposaldo di qualsiasi titolo ascrivibile a questo genere. Per farmelo capire e per prepararmi alla sorpresa di mancanza di negoziati, il mio amico di cui sopra mi ha scritto “non c’è diplomazia in un universo pieno di odio e genocidio”.

Come dargli torto. Per coerenza con l’ambientazione, ogni negoziato tra le parti è escluso, a meno di non impostare, nella schermata di creazione della partita, delle alleanze tra fazioni (così, ad esempio, potremo tenerci in linea col background e tenere alleati l’Astra Militarum e gli Space Marines).

Tanta guerra.

Rimangono però gli altri pilastri del genere: esplorazione, espansione, sfruttamento e, soprattutto, sterminio (in inglese: eXplore, eXpand, eXploit, eXterminate). Dico soprattutto perché tutti i fattori servono, sostanzialmente, ad alimentare la macchina da guerra che dovremo costruire per poter giungere alfine alla vittoria.

Infatti, a differenza di titoli come Civilization, in Relics of War le condizioni di vittoria sono soltanto due: sterminare tutte le altre fazioni, o completare la storyline della nostra fazione, portando a termine tutti gli obiettivi che ci vengono proposti man mano.

Ecco come procede la storyline principale.

Va da sé che il focus sia proprio sulla parte militare, per quanto non mi dispiaccia lo scoprire le ricchezze di Gladius Prime, fondare nuovi avamposti quando possibile, espandere le città o ricercare nuove tecnologie, però questi aspetti sono meno complessi, per quanto divertenti, rispetto a titoli dello stesso genere.

Ho utilizzato la congiunzione “però” a sproposito, Relics of War è bello così perché vuole esattamente essere così: siamo su un pianeta da (ri)conquistare e tutto il resto deve essere spazzato via, ergo, che guerra sia! Giusto per ribadire, non pensiate che il pianeta stesso sia un posto idilliaco: le mie prime due partite sono finite in modo prematuro e miserevole per colpa della simpaticissima fauna locale…

C’è da dire però che proseguendo nel gioco, il livello strategico diventa più semplice rispetto a quello tattico, forse la parte migliore del gioco, proprio perché è la guerra il fulcro dell’esperienza: le battaglie sono appaganti e complesse quando iniziano a coinvolgere un numero importante di unità, mentre una volta avviato il “motore” economico, esso tenderà a darci meno grattacapi.

Quattro sono le fazioni utilizzabili (Space Marines, Orki, Astra Militarum e Necron) e ho sentito che la maggior parte delle lamentele rivolte a Relics of War battano sulla scarsità di fazioni: su questo punto posso anche essere d’accordo, anche se dubito che non usciranno futuri DLC con ulteriori eserciti, ma invece voglio lodare lo sforzo di caratterizzare in modo estremo ciascuno di essi.

Giocare con una fazione piuttosto che con un’altra cambia completamente l’approccio alla partita, per l’ottimo lavoro di caratterizzazione e diversificazione compiuto su ciascuna di esse.

Se l’Astra Militarum, ad esempio, potrà contare sulla forza del numero, con la possibilità di fondare molte civiltà e di avvalersi di grandi quantità di militari di basso rango, al contrario gli Space Marines potranno avvalersi di una unica città espandibile e di piazzare in giro per il pianeta torrette-avamposto, al contempo schierando truppe d’élite immuni alla paura. I Necrons, dal canto loro, potranno fondare città solo nelle vicinanze delle antiche tombe ove riposavano da milioni di anni e curarsi in battaglia, mentre gli Orks avranno dalla loro una fortissima fanteria, ma molto instabile a livello mentale.

Un’ultima parola la spendo su un aspetto cui molte volte non si pensa, ma che nell’esperienza in singolo giocatore è di importanza cardinale, ovvero l’intelligenza artificiale.

Avevo sentito dirne di cotte e di crude appena uscito il gioco, ma dato che ci metto tempi biblici per recensire i giochi, ho potuto godere dei benefici di diverse patch, alcune delle quali apportavano correzioni al comportamento della IA: devo dire che l’ho trovata buona, aggressiva e bastarda al punto giusto da rendere Relics of War un titolo impegnativo il giusto, anche per i veterani dei campi di battaglia virtuali.

Grafica e sonoro

Il motore grafico fa il suo sporco lavoro nel restituirci l’immagine livida e brutale di un pianeta inospitale e spazzato da venti di guerra.

I modelli delle unità sono molto carini, le animazioni non sono il massimo a volte (i movimenti durante il combattimento non mi hanno entusiasmato in alcune occasioni) ma il colpo d’occhio riesce nell’intento di immergere chi gioca nell’atmosfera giusta.

Grosso e cattivo.

Il sonoro è altrettanto adeguato, forse con qualche traccia che stona col contesto (che mi immagino più epico e brutale), ma nel complesso un buon accompagnamento musicale.

Conclusioni

Per quanto riguarda un giudizio su questo Relics of War, potrei dire un “buona la prima“: la prima incursione di Warhammer 40’000 nel genere dei 4x regala un’esperienza molto divertente, focalizzata soprattutto sulla guerra, che non disdegna una certa profondità soprattutto sul versante tattico.

Quattro fazioni possono sembrare poche, ma l’estrema caratterizzazione di ciascuna concorre a giocare partite completamente diverse tra loro, al netto anche della personalizzabilità totale di ogni partita.

Da completo neofita di Warhammer 40’000, sono parecchio soddisfatto del tempo passato su Gladius Prime con l’intento della conquista assoluta, e ho scoperto un universo molto interessante che andrò di certo ad approfondire.

Warhammer 40’000: Gladius – Relics of war è una esclusiva PC e lo trovate su tutte le maggiori piattaforme digitali come Steam e GOG.com, nonché sul sito della Slitherine, in lingua inglese, spagnola, tedesca e russa; purtroppo è assente l’italiano, ma non c’è chissà quanto testo da leggere per essere in grado di giocare.

Nerdando in breve

Uno strategico ambientato nell’universo di Warhammer 40’000 da provare che siate o no fan del gioco di Games Workshop: divertente, profondo, pieno di guerra!

Nerdandometro: [usr 4.0]

Trailer

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