Nella giornata di giovedì 28 settembre 2018, presso la Feltrinelli di Milano, ha fatto tappa il mini-tour che porta Mirka Andolfo, la versatile fumettista napoletana, in alcune delle maggiori città italiane, al fine di presentare l’ultimo traguardo della saga di Sacro/Profano.
Sacro/Profano nasce nel 2011 con “Inferno“, dapprima pubblicato online, poi diventato un volume cartaceo brossurato durante l’anno successivo.
A Inferno sono seguiti, neanche a dirlo, Purgatorio (2014) e Paradiso (2015), oltre a tre volumi speciali e due spin off: The Art of Sacro/Profano (2014), Sacro/Profano. Manuale sexy. Il sesso degli angeli (…e dei diavoli!) (2015), Sacro/Profano. Heaven’s kitchen (2016), Sacro/profano. Nel nome del padre (2016) e Sacro/Profano. Non ci indurre in tentazione (2017).
A concludere la storia giunge infine Sacro/Profano. Omnibus, volume che racchiude i tre capitoli della saga principale, aggiungendo una brevissima storia sul primo, vero incontro fra Angelina e Damiano, risalente a vent’anni prima dell’inizio della trilogia.
L’evento
Matteo Stefanelli, il direttore di Fumettologica, ha avuto modo di porre alla giovane Mirka numerose domande, affiancato dalla frizzante youtuber Violetta Roks, grande appassionata di fumetti.
Sul fumetto
Parlando della nascita di Sacro/Profano, Mirka ci ha spiegato quanto effettivamente la storia sia nata per gioco. Sempre impegnata a colorare Topolino o altre tavole, aveva deciso di dare vita a qualche gag giusto per spezzare la solita routine. Di fatto le vignette sono sempre state tutte collegate fra di loro, finché, da un certo punto in poi, il personaggio di Damiano muta atteggiamento verso la celestiale Angelina, dando inizio a ciò che poi è divenuta la trilogia vera e propria.
Una volta avviata la vicenda di coppia, ecco che, da semplice susseguirsi di scenette, la storia evolve in una commedia sexy fatta e finita: lui la corteggia appassionatamente, lei è tanto ingenua e non si concede, quantomeno all’inizio. Come Violetta sottolinea, il personaggio di Angy matura man mano che la storia prosegue, fino a portarla ad assumere atteggiamenti diabolici in determinate situazioni.
La narrazione è stata spontanea, con vicende che si susseguivano naturalmente, senza forzature o necessità di una pianificazione. Man mano che la storia evolveva, era giusto che evolvesse così.
Inoltre, Mirka ha voluto sottolineare il fatto che, benché qualche vignetta prenda spunto dal quotidiano, la storia non è ispirata in alcun modo alla sua vita privata. Alcuni tratti di certi personaggi assomigliano a persone realmente conosciute, ma nulla più di ciò. Il personaggio di Michela, ad esempio, nasce per necessità: doveva sia essere l’esatto opposto di Angelina, sia ricreare quell’amica un po’ infame e un po’ troppo diretta che tutti hanno.
Forse i personaggi rappresentano un po’ i diversi aspetti del suo carattere. Dam rispecchia il lato arrabbiato, Angy l’imbarazzo. “C’è di me in tutti i miei personaggi, ma questa è una cosa comune a molti fumettisti”.
Per quanto riguarda il papà di Angelina, invece, il mistero resterà irrisolto. Alle domande congiunte di Violetta e Matteo, Mirka ha risposto dicendo che una vera risposta non sarà mai data. Lei stessa ha solo un’idea su chi possa essere, ma non ha intenzione di rivelarlo né ora, né in futuro. Tuttavia, ci tiene a specificare che non ha nulla a che vedere con gli illuminati. (Diversi fan hanno infatti travisato il triangolo sulla testa della madre di Angy: è il simbolo della divinità, non di una setta segreta).
Sul lavoro dietro al fumetto
Nel momento in cui si trova di fronte a una tavola bianca, ciascun fumettista ha una reazione differente.
Mirka ha raccontato ai fan quanto Sacro/Profano le abbia permesso di sentirsi più sicura di sé nel momento cruciale, ossia l’inizio. La differenza fra un fumettista professionista e un hobbysta si vede nella professionalità. In presenza di una scadenza, non si può aspettare la voglia o l’ispirazione, ci si deve sforzare. Lei, in mancanza di spunti, inizia a disegnare una pin-up o uno sketchino giusto per divertirsi, poi via, a capofitto sul lavoro vero e proprio. Magari con della musica in sottofondo, magari un film che verrà, ovviamente, più ascoltato che visto, ma solo per le parti grafiche.
Se è in fase di layout, silenzio assoluto.
“È grazie a Sacro/Profano se sono la fumettista che sono oggi“.
Dopo diverso tempo passato a ripetersi di voler diventare una fumettista a tutto tondo, anziché solo disegnatrice e colorista, ha iniziato per caso a lavorare sulle vicende di Angy e Dam. Proprio quelle vignette l’hanno trasformata nella fumettista che voleva diventare.
Ovviamente, la natura colorista dell’autrice ha contribuito nettamente al successo dell’opera. Mirka ha spiegato quanto la pignoleria di Fabio Celoni, con il quale ha collaborato nel 2012 per Dracula di Bram Topker, le abbia fatto capire in cosa consistesse effettivamente la colorazione di un fumetto. Non si tratta solo di creare ombre e campiture, tutt’altro: per un buon risultato, è necessario raccontare l’atmosfera e la storia anche con il colore. Quel Dracula, in particolar modo, le ha permesso di apprendere molto, essendo un horror con toni dark ma destinato a un pubblico estremamente giovane.
Ovviamente, è necessario avere un piano d’azione efficiente e ben organizzato. Soprattutto oggi come oggi, che di disegnatori bravi ce ne sono un’infinità. Tuttavia, realizzare una tavola eccellente in un mese è ormai quasi irrilevante. Un fumettista bravo e professionale è quello che riesce a stare dietro alle scadenze. Lei, se durante la giornata lavorativa non ha finito quanto si era prefissata, continua anche dopo cena.
Sul fatto di essere una fumettista femmina
Violetta ha confessato alla nostra autrice che inizialmente, basandosi solo sulle copertine, pensava che la mano dietro Sacro/Profano non fosse femminile. Ha ammesso lei stessa che il fraintendimento fosse ovviamente frutto di un pregiudizio, tuttavia le è venuto spontaneo chiedersi se l’inclinazione sensuale fosse stata progettata o se, semplicemente, fosse nata in corso d’opera.
Nessuna delle due opzioni in realtà. Mirka ha raccontato la sua passione per il disegno delle pin-up e per il fumetto francese, il quale la affascina da sempre. Tuttavia, ad averla ispirata realmente sono stati più Ratman e Topolino, oltre che W.i.t.c.h.. Non ha pescato da altri bacini quali potrebbero essere le commedie italiane; è tutto frutto di ciò che vede.
Ha raccontato che inizialmente in molti pensavano che fosse un uomo. Addirittura un ragazzo la accusò di fingere di essere lei l’autrice, e che il reale volto dietro sacro/Profano fosse quello di Davide, il suo compagno.
“Secondo me sotto questo aspetto siamo tutti uguali“, ha detto, “magari una ragazza che dice queste cose viene presa come una pervertita, io me lo sono sentita dire, ma è solo frutto di pregiudizi.”
Sull’importanza di internet
Sacro/Profano deve molto a internet, poiché è nato sui social. L’autrice ha definito la rete come una vetrina, strumento fondamentale che permette ai giovani fumettisti di avere un feedback quasi immediato sul proprio prodotto. Per quanto pubblicare strisce online le abbia permesso di lavorare senza filtri, c’è da dire che ha sempre cercato un parere. Sia da BD, presente fin dall’inizio, sia dal fidanzato, il quale coi fumetti ci lavora.
Di certo non basta saper disegnare per poter diventare fumettisti, ci vuole molto di più. È necessario saper fare un po’ di sceneggiatura, “bisogna leggere davvero tantissimo, non basta essere capaci o studiare“.
Conclusione
Con la consapevolezza che Sacro/Profano si presterebbe bene a diventare un’avventura animata, Mirka ha salutato i fan raccomandando loro di leggere i fumetti con spirito critico.
“Studiateli i fumetti, non leggeteli passivamente” ha affermato, soprattutto rivolta alle nuove leve che vorrebbero intraprendere la carriera da fumettisti.
Leggere molto, variando genere e autori, lasciandosi ispirare dallo stile degli altri per riuscire a trovare il proprio (senza mai copiare al 100%), sono i modi migliori per iniziare a creare la propria avventura a fumetti.
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