Recensione
Sarà forse per la mia giovane età, ma i roguelike, nonostante mi piacciano, mi annoiano abbastanza velocemente. Tuttavia, è subito evidente che Unexplored si distingue abbastanza nel suo genere, riuscendo a creare dei dungeon divertenti e sempre differenti fra loro, mantenendo un alto livello di sfida.
Per essere più precisi, Unexplored è un dungeon crawler con elementi RPG e visuale isometrica.
Nuova sfida, nuovo dungeon
Come già menzionato, penso che la generazione dei dungeon di questo titolo meriti una menzione d’onore. Ogni volta che ci ritroveremo a cominciare una nuova partita saremo in un luogo completamente diverso da quello precedente, sia per quello che riguarda l’estetica che i pericoli che ci troveremo ad affrontare, così da non correre il rischio di cadere particolarmente nella ripetitività. Ma quello che sorprende è l’estrema cura che ogni dungeon presenti nonostante la creazione casuale.
Questa cura così minuziosa mi ha incuriosita molto, allora sono andata a leggere un’intervista ai creatori di questa piccola perla, così da scoprire che hanno utilizzato un metodo per la creazione casuale assolutamente atipico rispetto a quello usuale: sono passati dalla tipica generazione ramificata ad una “ciclica“, così da creare vari percorsi verso l’obiettivo riducendo la – a volte – fastidiosa pratica del backtracking e i vicoli ciechi.
Anche la grafica è molto piacevole, estremamente semplice, dai colori leggermente spenti e le campiture piatte.
Gameplay
Lo scopo del gioco fondamentalmente è arrivare alla fine del dungeon avanzando tra varie stanze generate casualmente, la cui maggior parte sarà chiusa fino a che non svolgeremo determinate azioni. In questo titolo, in particolare, occorrerà rubare l’Amuleto di Yendor da un drago e riuscire a tornare indietro sani e salvi.
Unexplored: Unlocked Edition, pur essendo abbastanza difficile, non è particolarmente punitivo, morire infatti non è così immediato: ci vogliono più colpi per abbatterci e abbiamo parecchi oggetti a disposizione per poter rigenerare i nostri HP. Nonostante questo, è comunque presente la morte permanente, una volta morti dovremo quindi ricominciare da capo la partita.
All’inizio del gioco ci verrà chiesto di scegliere l’aspetto del nostro personaggio e ci verrà mostrato il nostro equipaggiamento iniziale. Partiremo con un’arma da attacco ravvicinato e una a distanza. Da qui in poi, dovremo cavarcela da soli.
Possiamo equipaggiare soltanto due armi contemporaneamente, e tutte hanno un tempo di ricarica, il che significa che non potremo scagliarci brutalmente sui nemici sferrando un attacco dopo l’altro, ma dovremo agire con criterio. Le armi che troveremo in giro sono svariate e classiche: spade, pugnali, asce, archi, o anche torce da usare per spaventare i nemici o illuminare le stanze buie.
Può essere un problema il fatto che Unexplored: Unlocked Edition non sia disponibile in italiano e potrebbe mettere in difficoltà il giocatore visto che si presenta spesso la necessità di leggere dei documenti che ci serviranno per risolvere degli enigmi e raggiungere il nostro scopo
Nerdando in breve
“Unexplored“, a parer mio, è un must-have per gli amanti dei roguelike e i dungeon crawler, che cerca di svecchiare il genere pur rimanendo fedele ad esso. La Unlocked Edition è disponibile su PS4, Xbox One e Switch, mentre su PC è disponibile la versione base con i DLC venduti separatamente.
Questa “Unlocked Edition” contiene il gioco principale “Unexplored” più i tre DLC usciti: Mithril Run, Ripley Run e The Dark Ritual.
Nerdandometro: [usr 4.2]
Trailer
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