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Dead Cells – Come diventare non morti e divertirsi

Dead Cells

Da quando, sul nostro canale Twitch (se non siete ancora iscritti, non perdete altro tempo e lasciate un bel follow per seguirci!), ho terminato la run di Castlevania: Symphony of the Night sono affamato di metroidvania e, quando ne trovo uno, mi ci fiondo su alla velocità della luce. Dead Cells mi è stato suggerito dall’ottimo Malvaisso e ringrazio i ragazzi di Motion Twin per avermi fornito una copia per Playstation 4 con la quale testarlo per bene.

Recensione

In realtà, contrariamente a quanto scritto nel precedente capitolo, Dead Cells non è solo un metroidvania visto che, dopo la prima run, ho notato che è pieno zeppo di elementi tanto cari ai roguelike che sto imparando ad amare giorno dopo giorno, soprattutto per merito/a causa di The Binding of Isaac.

Una volta avviato il gioco, si parte in una stanza piena di teche di vetro vuote, che penzolano appese al soffitto e, dopo i primi e fugaci dialoghi con un personaggio lì presente, arrivano accenni di trama – o di lore, come adorano chiamarla i giovani -, mai sufficientemente approfondita, nei quali scopro di essere un non morto piuttosto simpatico che dovrà farsi strada tra vari livelli per arrivare a sconfiggere il boss finale. Ma in seguito a tanti, tanti, tanti tentativi.

Dead Cells

Gameplay

Dopo la scelta dell’equipaggiamento, una volta varcata la soglia di una porta, appaiono i primi nemici che, andando avanti, diventano sempre più numerosi e complicati da distruggere. Il sistema di combattimento è semplice ma il tempismo è tutto: si possono equipaggiare uno scudo e fino a due armi – da corpo a corpo o a distanza – e due oggetti consumabili, come ad esempio una granata o una tagliola, che tornano disponibili dopo qualche secondo che sono stati utilizzati.

L’esplorazione delle aree avviene come ogni metroidvania ci ha abituato, con delle location bidimensionali contenenti varie piattaforme su cui camminare e saltare, cattivoni da affrontare e trappole da evitare; sono molto utili i punti di teletrasporto che permetteranno di raggiungere, in un secondo, varie aree del livello.

L’interfaccia è funzionale: sullo schermo sono sempre presenti una minimappa, i Punti Salute rimasti, gli oggetti equipaggiati e le monete, le cellule e i livelli di esperienza di brutalità, tattica e sopravvivenza accumulati.

Dead Cells è strutturato in livelli sempre diversi che andranno superati in sequenza e porteranno a sfidare differenti nemici e boss fino ad arrivare a quello finale; ogni avversario – che può essere normale o elite – ha delle particolari peculiarità e dei pattern da studiare (come avviene nei souls-like, altro genere da cui questo titolo trae questa meccanica) per poterlo sconfiggere senza troppe difficoltà.

Tutti gli oggetti racimolati, le monete e le abilità vengono resettati a ogni run ma, per fortuna, alcune skill rimarranno a disposizione anche in seguito alla morte e garantiranno l’accesso a luoghi altrimenti irraggiungibili. Tra un livello e l’altro si potranno inoltre scambiare delle cellule, che vengono droppate dai nemici, in cambio di tratti o oggetti permanenti.

Dead Cells ha bisogno di parecchie ore per essere completato al 100% e, sempre trattando l’argomento “tempo”, una caratteristica che ho apprezzato notevolmente è la presenza di porte che vengono chiuse dopo un tot di minuti e che costringeranno i giocatori a terminare rapidamente alcune zone per poter accedere a ricchi bonus.

Un’aggiunta piuttosto innovativa – ma non unica nel suo genere – e la possibilità di far interagire, qualora si stia portando Dead Cells in streaming, il pubblico con il gioco per mezzo della chat di Twitch tramite la scrittura di determinate parole chiave che influiranno in maniera più o meno pesante sulla partita in corso.

Ah, stavo per dimenticare una chicca davvero notevole: ricordate la stanza iniziale, piena di teche vuote? Ogni volta che viene sbloccato un oggetto, esso finirà lì e, con il progredire delle scoperte, si riempirà tutto, dandovi il senso visivo di ciò che avete fatto in ogni run.

Dead Cells

Comparto tecnico

Trovo la pixel art (salvo in sporadiche eccezioni in cui ho storto molto il naso, ma ovviamente non è questo il caso) sempre azzeccata per questo genere di giochi e in Dead Cells è efficentissima.

Il design del protagonista, dei nemici e degli elementi architettonici è complesso, rifinito, non è appena accennato: il lavoro compiuto dai ragazzi di Motion Twin – team composto da poche persone – è stato enorme. Un appunto sulla scelta dei colori che sono, in alcuni casi, sgargianti, ma mantengono sempre un’atmosfera dark, inquietante e di pericolo, d’altronde basta una mossa sbagliata per dover ripartire dall’inizio. Nonostante in molti momenti ci siano parecchi nemici a schermo, non ho riscontrato rallentamenti, segno che il motore grafico regge ed è ben realizzato.

Anche il comparto sonoro è buono, sia dal punto di vista dei rumori ambientali che della scelta della musica che ci accompagna nelle esplorazioni e, soprattutto, nelle battaglie.

In conclusione

Dead Cells è un titolo che potrebbe risultare, dopo le prime run, frustrante ma tenete bene a mente che, dopo ogni morte, avrete acquisito sia nuove conoscenze sui nemici che – non sempre – abilità da poter utilizzare per raggiungere luoghi prima inaccessibili.

Per la prima volta da quando affronto i roguelike, non mi sono mai demoralizzato dopo una sconfitta, l’ho (quasi) sempre accettata serenamente, pronto a rituffarmi in un nuovo tentativo perché ogni disfatta arricchisce il personaggio che, in seguito ai vari insuccessi, diventerà sempre più esperto: è un passo necessario sul sentiero verso la vittoria.

La classifica delle sfide giornaliere, ormai un must per ogni roguelike che si rispetti, aggiunge ulteriore pepe e spinge ogni giocatore in cerca di competizione a mettersi alla prova per scalare la classifica.

Dead Cells

Il gioco è disponibile per PC, Switch, Playstation 4 e Xbox One e penso che trovi la dimensione praticamente perfetta sulla console di casa Nintendo: far partire la run in qualsiasi istante della giornata è un plus da non sottovalutare.

Il mio giudizio è assolutamente positivo: mi sono divertito durante la fase di test e continuo a divertirmi anche ora; il livello di sfida è abbastanza alto e la struttura delle diverse location, che si sviluppano in orizzontale o verticale – cambiando di continuo – non annoia e non scoraggia, tant’è che non ho ancora provato quel fastidioso senso di frustrazione e déjà-vu tipico di questo genere di titoli, anzi, dopo ogni decesso sono subito tornato in campo, pronto a spaccare il mondo. Molto bene!

Prezzo

Il prezzo si aggira intorno ai 25 €, sicuramente non esagerato, soprattutto a fronte delle tante ore che potranno essere spese sul titolo creato dall’ottima Motion Twin.

Nerdando in breve

Dead Cells rappresenta il giusto bilanciamento tra i generi metroidvania e roguelike: ne sono rimasto davvero entusiasta!

Nerdandometro: [usr 4.5]

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