Grecia, anno 1200 a.C.
A pochi anni dalla gloriosa vittoria degli Achei sull’antica rivale, la città di Troia, la civiltà micenea entra in una fase di rapido ed inesorabile declino che porterà alla rovina le antiche città stato, distrutte e date alle fiamme per ragioni ancora non del tutto comprese.
In questo periodo buio di confusione e sbandamento, una razza tecnologicamente evoluta giunge dalle stelle, attratta dagli eventi che stanno funestando la culla della civiltà umana.
Dotati di poteri e artefatti incredibili, questi visitatori dello spazio si ergono a nuovi Dei, e scelti una manciata di uomini meritevoli, donano loro potere e conoscenza, trasformandoli in Eroi.
Grazie alla benevolenza degli Dei e al potere acquisito grazie a queste tecnologie, gli Eroi si ergono a leader di nuovi eserciti, nel tentativo di riconquistare la terra greca e compiacere con le proprie gesta le nuove Divinità.
Eracle, Perseo, Elena, Achille: chi di loro sarà il nuovo sovrano di Hellas?
Recensione
Dopo una campagna kickstarter coronata da un successo incredibile (ben 1.717.792 di sterline raccolte), Awaken Realms, dopo aver portato sul nostro tavolo This War of Mine: il board game, ci trasporta nel mondo dell’antica Grecia, ripensandola, ridisegnandola e immaginando i secoli bui dopo la caduta di Troia come popolati da visitatori spaziali che, giunti sulla Terra con la loro tecnologia, contribuiscono al fiorire di miti e leggende.
Asmodee Italia, quindi, localizza in italiano questo interessantissimo board game di controllo territoriale, caratterizzato da una cura pazzesca nelle illustrazioni, nei componenti cartacei e, naturalmente, nelle miniature.
Meccaniche
Il set base di Lords of Hellas consente partite da 1 a 4 giocatori. Con le espansioni, in arrivo a breve, si potrà poi giocare fino a 6, introducendo nuovi eserciti e nuovi Dei.
Lo scopo del gioco, come accennato, è quello di conquistare il dominio della terra greca. La cosa interessante è che ci sono ben quattro modi di farlo: muovendo il nostro eroe – dotato di poteri e abilità asimmetriche rispetto agli altri – e il nostro esercito di opliti e sacerdoti, possiamo scegliere se imbarcarci in campagne militari, avventurarci a caccia di mostri mitologici, erigere imponenti monumenti agli Dei o votarci alla cura dei templi.
In poche parole, le condizioni di vittoria sono: conquistare e mantenere due aree; occupare 5 regioni con templi costruiti; occupare per tre turni un’are con un monumento costruito in tutte e cinque le sue parti; abbattere tre mostri.
Come è facile notare, quindi, c’è ampissimo margine di manovra e dai miei playtest ho potuto verificare con piacere che c’è sempre tempo per correggere o modificare la propria strategia man mano che la partita avanza. Chi gioca con Eracle, ad esempio, avrà un vantaggio in termini di forza bruta, ottima per sconfiggere le creature mitologiche; questo però non gli preclude la possibilità di dedicarsi ai templi o alla conquista territoriale, nel caso le dinamiche della partita lo spingano in direzione diversa.
Per quanto riguarda le meccaniche, quindi, abbiamo a disposizione un esercito di opliti da arruolare e muovere sul tabellone (in base alle caratteristiche dell’eroe), le truppe si daranno battaglia ogni volta che si incontreranno per assicurarsi il dominio dell’area. Come detto, possedere le aree è una delle condizioni di vittoria, ma non solo: attraverso il dominio è possibile avere bonus su templi e i sacerdoti, fondamentali per cercare la benevolenza degli Dei, pregando presso i grandi monumenti.
Ad ogni turno il giocatore deve scegliere quali azioni base compire, spostare opliti, inviare sacerdoti ai monumenti, spostare l’eroe sul tabellone e magari iniziare una delle tre imprese gloriose a disposizione. Tutto per acquisire ancor più potenza, artefatti magici e capacità di attacco grazie alle carte scontro.
Terminate le azioni base, si deve scegliere una di quelle avanzate: reclutare nuovi opliti, farli marciare verso un territorio, costruire un tempio e così via. Una volta scelta, l’azione resta bloccata e non potrà più essere utilizzata nei turni successivi.
Infine l’ultima azione possibile è quella di innalzare un altro strato di uno dei tre grandi monumenti agli Dei: Athena, Zeus o Hermes.
Questa azione è fondamentale, perché maggiore è il livello del monumento e più alti saranno i bonus quando si manda un sacerdote presso gli stessi, ma non solo: costruire il monumento fa resettare le azioni speciali, che vengono sbloccate per tutti i giocatori, eliminano i sacerdoti dal tabellone, scatenano sequenze di eventi e soprattutto attivano i mostri mitologici.
Le creature sono la parte più aleatoria del gioco; quando vengono attivati, il giocatore che li controlla deve lanciare per ognuno di essi il dado mostro, il quale può dare tre possibili risultati: nessuna azione, attacco nella regione, movimento. Naturalmente, il giocatore farà il possibile per scatenarli contro gli avversari, ma non sempre è possibile.
Ogni mostro, infatti, ha poteri e abilità diverse e non è raro vedersi decimare l’esercito di opliti a causa della furia del Minotauro o di un’altra creatura.
L’unica cosa che può fermare il mostro è l’eroe: la caccia è una delle azioni speciali che il giocatore può far compiere al proprio protagonista, ma abbattere una creatura è tutto fuorché banale. Ogni mostro richiede un certo tipo e numero di ferite, tutto regolato dalle carte scontro (le stesse che alterano i punteggi delle battaglie tra esercito). Infliggere alcune ferite regala bonus extra, ma a contare davvero è l’eroe che uccide la creatura: non è raro quindi che un giocatore riesca solo a sfiancare un mostro, per poi vedersi rubare la gloria da un altro intervenuto a dare il colpo di grazia.
Insomma: c’è tantissima strategia e tantissime cose che si possono fare. Ma le regole, seppur corpose, sono davvero contenute e bastano un paio di partite per prendere dimestichezza.
Materiali
Sono rimasto davvero impressionato dalla qualità del materiali: le illustrazioni sono tutte molto belle, e coniugano ellenismo e tecnologia futuribile in un misto davvero intrigante.
La scheda giocatore è modulare, per via dell’asimmetria dei poteri dell’eroe, ma si compone facilmente ed è di chiarissima lettura.
Carte e schede sono spesse e piacevoli al tatto, probabilmente non richiedono buste protettive.
Completa il tutto una serie di token in plastica e cartoncino spesso, per un setup che richiede una mezz’oretta alla prima partita e che viaggia sotto i dieci minuti dopo aver acquisito confidenza con i componenti.
La parte del leone (di Nemea?) la fanno però le miniature: stiamo parlando di 127 pezzi; opliti e sacerdoti (19 a giocatore) sono alti circa 2 centimetri; i quattro eroi sfiorano i 3 centimetri; le sette creature invece sono alte 7 centimetri. Infine i tre monumenti: modulari, cinque pezzi ciascuno, toccano la incredibile altezza di 12 centimetri. E vederli crescere sul tabellone durante la partita è un vero spettacolo per gli occhi.
Per avere un maggiore dettaglio dei componenti, vi suggerisco di dare un occhio al nostro unboxing su Facebook.
Unboxing
Conclusioni
La cosa che ci tengo di più a dire è che nonostante questo gioco possa attirare per la presenza, la quantità, e la qualità delle miniature, si tratta di un titolo davvero bello: sfidante, divertente, curatissimo in ogni dettaglio.
Tantissime le cose che si possono fare e molteplici gli approcci strategici. A mio avviso è davvero un must-have; Lords of Hellas sarà capace di farvi dimenticare di avere altre scatole piene di miniature in libreria.
Ringrazio Asmodee Italia per il materiale.
Nerdando in breve
Lords of Hellas è il boardgame che ci riporta all’epoca degli Dei e degli Eroi ellenici in una battaglia senza frontiere per il predomino della Grecia.
Nerdandometro: [usr 4.4]
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