Recensione
Pur non essendo affatto un’amante né dei videogiochi horror né della visuale in prima persona, mi sono approcciata comunque ad Agony avvolta dalla curiosità data dall’idea di un gioco nato per disturbare e sconvolgere.
Devo infatti affermare che ho trovato l’idea di Agony molto affascinante: un videogioco ambientato all’inferno in cui per andare avanti sarà necessario possedere le anime dei dannati.
Trama
In questo titolo interpretiamo un martire, un’anima dannata con un desiderio: incontrare la Dea Rossa per riuscire a fuggire dall’inferno. Passeremo tutto il gioco a capire chi siamo in realtà e non ci verrà data una risposta chiara in nessuno dei vari finali, dovremo quindi ricorrere a speculazioni.
Un inferno di bug
Sotto questo punto di vista, Agony non si salva: per quello che riguarda la versione per PlayStation 4, di bug ce ne sono parecchi e spesso sono così invasivi da costringere a riavviare il gioco. Io sono rimasta totalmente bloccata in un punto senza la possibilità di muovermi in alcun modo a pochi minuti dall’inizio del gioco, senza contare il fatto che a me, e da quello che sembra dando un’occhiata tra i vari commenti negli store o sui social anche a molti altri, segnalava i dati di salvataggio come corrotti.
Oltre a questo, su PS4 è pure brutto da vedere! Ottimizzato veramente malissimo, con la grafica che sembra più vecchia di una generazione, textures lentissime a caricarsi, animazioni meccaniche, scattose e brutte da vedere, pesantissimi cali di frame e chi più ne ha più ne metta. Estremamente disturbata da ciò sono però andata a vedermi dei gameplay registrati con la versione PC del gioco, che è estremamente più piacevole visivamente anche se purtroppo non avendolo provato con mano è l’unica miglioria che ho potuto notare.
Per quanto, su PC, Agony sia estremamente d’impatto visivamente, ci sono delle cose che sono brutte e poco curate: il menù di gioco e quello di caricamento sanno proprio di vecchio, veramente scandenti. Sembrano tirati fuori da uno di quei giochi con un budget infimo e sviluppati male e in fretta e furia che si possono trovare su Steam a pochi centesimi.
Ambientazione
Se c’è una cosa che però Agony ha fatto molto bene è proprio l’aver creato l’inferno nudo e crudo. Personalmente mai lo avevo visto rappresentato in maniera così atroce, così come dovrebbe essere in effetti un inferno vero e proprio.
Tutto infatti in questo luogo è orribile, grottesco e a tratti disgustoso. Anche la sensualità stessa diventa estremamente ripugnante nella raffigurazione di donne dai corpi in parte perfetti e in parte mostruosi.
Le scene a cui assisteremo sono crude, da atti sessuali espliciti tra demoni vari a creature simili ad infanti che vengono uccise brutalmente.
Gameplay
Il titolo in generale è molto faticoso da giocare, ma i primi momenti sono i più tremendi: l’illuminazione è scarsissima e si avanza arrancando in corridoi tutti molto simili tra loro, senza alcuna mappa di riferimento. Il tutto risulta labirintico e lascia parecchio spaesati. Evidentemente gli sviluppatori hanno provato a mettere una toppa a questo difetto inserendo la possibilità di richiamare alcuni “raggi di luce” che in teoria dovrebbero indicarci la via, ma in pratica non capisco proprio cosa facciano o dove portino. Mi è capitato che mi indicassero direzioni diverse pur facendoli partire dallo stesso punto, e comunque scompaiono nel nulla dopo pochi metri.
Si arriverà presto alle prime fasi di stealth, accompagnate da un senso di frustrazione perenne. I nemici ci vedranno facilmente, l’unica cosa da fare sarà semplicemente avanzare nascondendosi dietro quello che capita trattenendo il respiro. Un sistema punitivo che dà la possibilità ai demoni di ucciderci con un colpo solo e che, superato il limite di morti, non ci permetterà più di cercare un corpo di cui impossessarci ma ci farà ripartire dall’ultimo checkpoint facendoci ripetere parecchi minuti di gioco.
Molto bella l’idea di poterci reincarnare per un numero limitato di volte in altri martiri come noi o nei demoni stessi prima di morire definitivamente, è un’azione però estremamente ardua e frustrante da compiere, cosa a cui fortunatamente si può porre rimedio selezionando l’opzione di possessione automatica nel menù.
Oltre a tutto ciò saranno presenti sparsi per il gioco degli enigmi ambientali che ci richiederanno semplicemente di cercare un simbolo determinato in una certa area per poi disegnarlo dove necessario.
In conclusione
Insomma, ho trovato l’insieme di tutto ciò confusionario ed estremamente tedioso, e sono giunta alla conclusione che Agony può essere sì bello da guardare, ma difficilmente può esserlo da giocare. C’è da tenere presente però che io ho giocato la versione per console, mentre su PC sembra davvero essere di un livello qualitativo più alto. Inoltre penso sia da premiare l’originalità dell’idea e il coraggio degli sviluppatori che hanno deciso di creare un’opera così forte nonostante sapessero che avrebbero dovuto inevitabilmente combattere contro la censura.
Nerdando in breve
Agony è un videogioco horror in prima persona dalle infernali fattezze disponibile su PlayStation 4, Xbox One e PC al prezzo consigliato di 40 €.
Nerdandometro: [usr 3.0]
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