Recensione
Il mio primo impatto con Wales Interactive e con i suoi lavori è stato più che positivo: The Bunker, con la sua riuscita commistione tra film e videogioco, mi aveva conquistata. Sono stati quindi felicissima di poter provare l’esperimento successivo: Late Shift.
Late Shift parte dai presupposti del predecessore ma fa un passo in più, eliminando in maniera ancora più marcata il confine tra cinema e spettatore. C’è più “film” e meno “videogioco” in questo nuovo esperimento, eppure il livello di coinvolgimento è massimo. Tanti di noi, guardando un film, si saranno detti “io al posto del protagonista avrei fatto diversamente” o “è una decisione pessima!“. Ebbene, con Late Shift da semplici spettatori diventiamo protagonisti e non sarà semplice come appare al cinema.
Ci troveremo immersi in una storia dai risvolti thriller nella quale saremo chiamati a vestire i panni del protagonista: un sistema binario di scelte ci costringerà a decidere non solo l’orientamento caratteriale di Matt, lo studente al centro della vicenda, ma anche di influire marcatamente sulla prosecuzione della storia.
Sì, perché in Late Shift le nostre scelte cambiano effettivamente l’andamento della trama, e si dimostrano, di conseguenza, fondamentali per raggiungere il finale che speriamo di ottenere (ce ne sono ben sette da sbloccare, che cambiano in base alle nostre scelte). Se vi sembra tutto troppo facile, vi assicuro che non lo è: il gioco vi incalza e, di volta in volta, avrete pochissimo tempo per riflettere prima di prendere una decisione.
Si procede, dunque, d’istinto, in un ritmo serrato che non concede pause: ogni secondo perso può significare la differenza tra il successo e il fallimento. È l’occasione perfetta per scoprire come siamo quando ci troviamo messi alle strette e cosa faremmo se ci trovassimo coinvolti in un pericolo ingranaggio molto più grande di noi.
Trama
Il gioco si apre presentandoci il protagonista di cui vestiremo i panni: Matt, giovane studente che sbarca il lunario lavorando come guardiano notturno in un parcheggio. Lo seguiamo nella febbrile notte cittadina, mentre si appresta a prendere il treno che lo condurrà a lavoro. E, subito, prima ancora dei titoli di testa, siamo chiamati a fare la nostra prima scelta: siamo persone altruiste o egoiste?
Quella che pensavamo essere una notte come tante si rivelerà invece completamente inaspettata e ci porterà a a confrontarci con scelte sempre più difficili, in una situazione intricata e misteriosa. Come finirà la nostra avventura? Il successo o il fallimento dipenderanno solo da noi.
Film o videogioco?
Partiamo da un presupposto: giudicare Late Shift come un videogioco è impossibile perché ci troviamo di fronte ad un film a tutti gli effetti. Se il predecessore The Bunker si poneva a metà tra i due media, conservando elementi, seppur essenziali, di gameplay, Late Shift fa il passo successivo e ci proietta a tutti gli effetti nel mondo del cinema.
Niente più esplorazione dei luoghi o ricerca di oggetti nascosti, in questa avventura non avremo a disposizione nessuna azione classica dei videogiochi. Tutto ciò che potremo fare è guardare e, quando saremo posti di fronte a una scelta, prendere la decisione migliore, avendo pochissimi secondi a disposizione.
Potremmo quindi definire Late Shift come il livello successivo del mondo del cinema, che porta il coinvolgimento dello spettatore ai massimi estremi realizzando un prodotto in cui è il film stesso a modularsi sul giocatore/spettatore e non viceversa.
Se siete videogiocatori incalliti la prospettiva di guardare un film in cui intervenire ogni tanto potrebbe lasciarvi perplessi, eppure vi assicuro che non c’è nulla di noioso in Late Shift, anzi si tratta di un’esperienza estremamente coinvolgente.
Se in The Bunker l’atmosfera dominante era il senso di angoscia, qui a farla da padrona è l’adrenalina, cui contribuiscono la storia dalle tinte noir, il ritmo serrato delle azioni e le musiche tensive in sottofondo.
Anche in questa occasione, come mi era già successo con The Bunker, devo soffermarmi sull’accuratezza del prodotto realizzato da Wales Interactive, con un plauso particolare alla fotografia e alle interpretazioni, su cui spiccano quelle di Joe Sowerbutts nei panni di Matt e di Haruka Abe nel ruolo di May-Ling.
In conclusione
Uscito nell’aprile 2017 per PC, PlayStation 4 e Xbox One, Late Shift è approdato un anno dopo su Nintendo Switch, che è la piattaforma su cui l’ho giocato io. Ancora una volta, penso che Switch si riveli il supporto migliore per questo tipo di film/videogiochi: i comandi a schermo aumentano infatti l’immersività e cancellano la distanza tra il giocatore e il protagonista. La sensazione è quella di trovarsi realmente al centro della vicenda.
Come dicevo, Late Shift è più vicino ad un film interattivo che a un videogioco nel senso classico del termine: vi si avvicina anche nella durata che è di circa 2/3 ore, complice anche l’impossibilità di riflettere troppo a lungo sulle scelte da compiere.
La sua longevità, però, non si ferma certo qui. A conclusione della partita, dopo i titoli di coda, troverete ad attendervi un riassunto che vi segnala il numero di scelte che avete compiuto, il numero di finali sbloccati (su 7 totali) e il numero di capitoli trovati (su un totale di 14).
Vi assicuro che vi ritroverete a ricominciare immediatamente la partita per scoprire dove vi avrebbero portato scelte differenti e tutti e 7 i finali alternativi. A me è successo così! (Anche perché, lo ammetto, le decisioni che ho preso nel corso della mia prima sessione mi hanno portata ad un finale decisamente fallimentare).
Nerdando in breve
Late Shift fa un passo in più nell’ambito dei film interattivi, eliminando di fatto la distanza tra giocatore/spettatore e protagonista. Un ritmo incalzante e la possibilità di influire realmente nella storia vi cattureranno inesorabilmente.
Nerdandometro: [usr 4.8]
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