Recensione
Nel momento in cui uscirete dalla sala con ancora la pelle d’oca (e, se siete umani, sicuramente l’avrete), vi renderete conto di quanto sia impossibile fare una buona recensione di Avengers: Infinity War senza davvero nessuno spoiler. Perché fondamentalmente, anche evitando gli accadimenti di maggior rilievo, se proseguirete nella lettura coglierete qualcosa che da un semplice trailer non potrà esservi passato. Per questo motivo, facciamo così: se vi interessa un parere onesto e il più soggettivo possibile, che non vada a intaccare troppo la vostra visione della pellicola, proseguite con la lettura; altrimenti, correte al cinema (NE VALE LA PENA!), guardatelo, poi tornate qui e fatemi sapere se la pensate come me o se dissentite.
Trama
Nelle scene post credits di Thor Ragnarok, avevamo lasciato Thor e Loki diretti verso la Terra, ma i pochi secondi bonus si concludevano con la loro nave che veniva intercettata da una ben più grossa. Proprio dallo scontro di quelle due astronavi massicce inizia Avengers: Infinity War. Ora, evitando di cavillare su chi ci fosse dentro quell’ammiraglia misteriosa e su cosa sia successo da lì in poi, come sappiamo già dal trailer, a un certo punto della pellicola Thanos ha due delle sei Gemme dell’Infinito: quella viola del Potere e quella azzurra dello Spazio. Dopodiché ha inizio un alternarsi continuo di location: dalla Terra allo Spazio, da Titano a Knowhere, gli Avengers uniranno le forze il più possibile per far fronte al nemico comune. Ci saranno quasi tutti i volti noti dell’MCU: sia i più famosi, da Iron Man a Capitan America, dalla Vedova Nera a Bruce Banner, sia i più recenti, come Doctor Strange, Spider Man, o Mantis.
Serviranno nuove armi, per le quali sarà indispensabile l’utilizzo delle più avanzate tecnologie e dei migliori materiali (come ad esempio il vibranio). Ci saranno lotte, scontri mozzafiato, si alterneranno attimi di calma a momenti di tensione, fino a portarvi a chiedere quanto siano disposti a rischiare per raggiungere il loro obiettivo. Chi vincerà?
Tematiche
Non è solo un film di supereroi, e sappiatelo fin da subito. Le tematiche affrontate vanno al di là della solita battaglia fra buoni e cattivi, in cui ci si contende il dominio di un pianeta qualunque come può essere la Terra. Questa volta ci sono in ballo questioni di principio che coinvolgono tutto quanto l’Universo. Ciò che spinge Thanos a compiere le sue azioni è, a suo dire, una pietà della quale tutti quanti dovrebbero essergli grati. Lo spiega in un discorso a Gamora e ad alcuni Avengers, dipingendosi come quell’unico essere, scelto dal Fato, per compiere il Bene Superiore. Non senza sofferenza, poiché, da quanto traspare in diversi momenti della pellicola, portare a termine la missione gli costa spesso e volentieri tanto sacrificio.
Per quanto alieno, Thanos è quasi umano nei suoi sentimenti. Non è il solito supercattivo freddo e distaccato, accecato dall’odio o dalla sete di potere, ma un Cattivo vero. Ha una caratterizzazione, una storia, dei precedenti minori, un piano ben studiato che ha attuato con calma nei dieci anni in cui gli Avengers ci mostravano le loro prodezze. Qualche scena dopo i titoli di coda, il suo nome che risuona saltuariamente fra un film e l’altro, come un’eco lontana. Un’eco al contrario, però: il nome di Thanos riecheggia sempre più frequentemente man mano che si avvicina Avengers: Infinity War, e finalmente kaboom!, eccolo esplodere in tutta la sua potenza.
Nel trailer sentiamo la sua voce dire “Col tempo scoprirete cosa vuol dire perdere; essere profondamente nel giusto ma nonostante ciò fallire“. Lo dice come se avesse esperienza alle spalle, perché di fatto è così: ha perso tanto anche lui. Eppure, in quel momento sta annunciando ai Vendicatori il futuro che lui hai in serbo per loro.
Il ragionamento di un folle, il vaneggiamento di un matto che in anni di solitudine si è perso nelle proprie convinzioni.
Il discorso del Bene Superiore (termine non usato da lui nel film ma che penso calzi a pennello) mi ha ricordato un po’ la diatriba fra Gellert Grindelwald e Albus Silente nella saga di Harry Potter. Uno scontro ideologico, etico e morale, in cui le due controparti si sfidano dialetticamente su ciò che entrambe considerano la decisione migliore per salvare l’umanità. Solo che Thanos non discute, né agisce d’impulso, ma studia e medita profondamente, prima di attuare quel piano universale che porterà i nostri Avengers all’inevitabile Infinity War.
Stile
Pur essendo pregno di tensioni e scene a forte impatto emotivo, anche Avengers: Infinity War si colloca perfettamente sul cammino dei film con gag divertenti. Hanno iniziato i Guardiani della Galassia nella Fase Due a portare freschezza, svecchiando Capitan America e mantenendo il fare sarcastico di Iron Man. Spiderman: Homecoming ha saputo cavalcare l’onda, ma è con Thor Ragnarok che si è raggiunto l’apice della categoria “Film di supereroi che non si prende sul serio“, il quale ha però prodotto ottimi risultati pur trascendendo forse un filino.
Qui c’è l’equilibrio, proprio come nella migliore delle ricette: un pizzico di Peter Parker, un goccio di Stephen Strange; una parte di Tony Stark, una parte di Steve Rogers; mischiare tutto insieme con un ramo di Groot, condire con lo sguardo serio di Natasha Romanoff e servire su un letto di lacrime e risate. Nel complesso, il prodotto risulterà eccellente. Potreste essere un po’ intolleranti ad alcuni lievissimi buchi di trama, ma sono sicura che anche i più esigenti troveranno nel piatto qualcosa che soddisfi il proprio palato.
Per me, che ho la bocca buona e che sono fin troppo emotiva, la visione della pellicola è stata un’esperienza stupenda. Complice forse la location a tema o il fatto di essere circondata da persone tanto impazienti quanto me, ma sono sicura che avrebbe sortito lo stesso effetto anche in circostanze diverse. Stupore, gioia, tristezza, divertimento, entusiasmo, dispiacere, commozione, imprevedibilità: in alcuni momenti era percepibile cosa sarebbe accaduto, in altri le situazioni piovevano dal cielo ma senza stridere né stonare.
Se il cast ha saputo dare tantissimo, anche la regia non è stata da meno, per non parlare dei paesaggi.
Magari in certi aspetti avrei preferito un po’ meno computer grafica, ma il fine ha giustificato i mezzi. Ricostruire pianeti sani e poi gli stessi distrutti, e viceversa, non dev’essere stato tanto semplice, ma il risultato è ampiamente apprezzabile.
Conclusioni
Spero che il mio parere non vi abbia raccontato troppo e che vi sia venuta voglia di andare a vedere Avengers: Infinity War (nel remotissimo caso in cui non l’aveste già). Io sono soddisfattissima, è stata un’esperienza splendida che probabilmente ripeterò fra qualche giorno con amici o fidanzato.
Un film di supereroi che ti faccia riflettere, anche per poco, sulla morale che sta dietro a quegli scontri mozzafiato e a quelle esplosioni maestose che si alternano davanti al tuo sguardo, penso non capiti tutti i giorni.
Questa è una di quelle pellicole, l’apice di un piano partorito dalla mente di un genio che compare in ciascuna delle sue opere solo per pochi secondi. Una di quelle rare bobine in cui non va tutto né come vorresti, né tanto meno come ti aspetti, eppure sei comunque soddisfatto e felice per averle viste.
Nerdando in breve
Stupendo sotto infinity punti di vista, Avengers: Infinity War è la ciliegina sulla torta di un piano spettacolare.
Comico e divertente, sa essere triste quando vuole (ai più sensibili sconsiglio di andare al cinema sprovvisti di fazzoletti).
Non il solito film di supereroi, una pellicola da non lasciarsi assolutamente scappare.
Nerdandometro: [usr 4.5]
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Trailer
https://www.youtube.com/watch?v=gow1kuRimaQ?rel=0
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