Philip K. Dick
Chi mi conosce lo sa: amo la fantascienza ed ho un’autentica adorazione per Philip K. Dick. Fin da quando mi sono imbattuta nella prima raccolta di racconti brevi sono rimasta affascinata da questo autore così particolare e dai mondi distopici partoriti dalla sua mente in anticipo sui tempi.
Era da tempo che accarezzavo l’idea di un articolo dedicato a questo autore ma continuavo a rimandare: si potrebbero riempire pagine e pagine parlando di Philip K. Dick e l’impresa mi sembrava inaffrontabile. Poi, però, è arrivata Electric Dreams e, allora, quale occasione migliore di questa per portare a termine il mio proposito?
Electric Dreams è una serie antologica basata proprio sui racconti brevi dello scrittore, fortemente voluta da Bryan Cranston (che, a quanto pare, condivide con me l’ammirazione per Dick), presente sia nel ruolo di attore (nell’episodio Human Is) che in quello di produttore esecutivo.
10 episodi tratti da altrettanti racconti, disponibili in Italia dal 12 gennaio 2018 sulla piattaforma Amazon Prime Video. Prima di invitarvi alla visione, quindi, vi lascio qualche informazione su questo visionario scrittore.
Vita
Per farsi un’idea di un autore complesso come Philip K. Dick è impossibile non tenere in considerazione anche le vicende biografiche, che giocano una parte fondamentale nella costruzione del suo immaginario.
L’autore americano, nato il 16 dicembre 1928 e morto il 2 marzo 1982, infatti, ha una vita decisamente burrascosa, costellata di matrimoni falliti, dipendenze e disturbi mentali. Dick nasce a Chicago e fin dall’inizio la sua vita appare difficile: parto gemellare prematuro, la sorella non supera le poche settimane di vita. Solo Philip sopravvive e, per tutta la vita, resterà profondamente legato alla figura della sorella morta, tanto da assumerne in alcuni momenti addirittura la personalità.
Quando Philip è ancora piccolo la madre divorzia e si trasferisce in California, dove l’autore trascorrerà tutta la vita. Dick frequenta l’università di Berkley ma non concluderà mai gli studi a causa del pacifismo, che gli crea problemi col maccartismo.
Fin dai primi anni Cinquanta Dick inizia a fare uso di amfetamine, che gli vengono prescritte per contrastare la lieve forma di schizofrenia e la depressione da cui è affetto. Nel corso degli anni, lo scrittore diventa dipendente dalla sostanza, che però gli permette di sostenere ritmi produttivi altissimi. L’abuso, però, ha ripercussioni sulla sua vita privata: tra gli anni Sessanta e Settanta Dick si ritrova a vivere in una casa di sbandati e tenta di recuperare la situazione trasferendosi in Canada. Anche quest’esperienza, però, si rivela fallimentare.
È negli anni Settanta che le visioni da cui è affetto da sempre raggiungono il culmine. Dick sente voci e ha visioni anche da sveglio e si convince di vivere un’esperienza mistica, fonte di ispirazione per la trilogia di Valis.
In questi anni lo scrittore vede un enorme occhio nel cielo, che lo segue ovunque: Dick si convince di vivere una vita doppia, una come Philip K. Dick ed un’altra nei panni di un cristiano perseguitato dai romani.
Non solo, le continue visioni lo portano a convincersi che la realtà in cui viviamo non è reale, è solo una programmazione al computer (un po’ come in Matrix). L’autore è convinto di ricordare una vita precedente molto diversa e ne descrive sprazzi nei suoi romanzi. Nonostante il momento non felice a livello personale, comunque, questa è la fase creativa più prolifica di Philip K. Dick.
Dopo il fallimento dell’esperienza canadese, Dick torna in California, stabilendosi a Los Angeles. Resterà nella città fino alla morte, finendo in miseria, solo e dipendente dalle droghe. Muore il 2 marzo del 1982: a giugno esce Blade Runner, che lancia la sua fama a livello internazionale per gli anni a venire e gli regala quel successo e quella popolarità che non aveva mai raggiunto in vita.
Stile e tematiche
Riassumere l’attività letteraria di Philip K. Dick, uno dei più prolifici autori di fantascienza del ventesimo secolo, è un’impresa titanica, per cui mi limiterò solo ad alcuni accenni che permettano di comprendere le tematiche di fondo dei suoi romanzi e racconti.
Le opere di Dick si inscrivono a tutti gli effetti nella fantascienza distopica, essendo caratterizzate nella maggior parte dei casi da un pessimismo di fondo che, in molti casi, non lascia spazio a nessun tipo di speranza. Il futuro è descritto nelle sue espressioni più negative e oscure.
Nelle opere di Philip K. Dick è riscontrabile una grande attenzione al misticismo e al rapporto col divino, oltre ai problemi psichiatrici e alle dipendenze dalle droghe: tutti aspetti che l’autore, in fondo, viveva in prima persona.
Temi portanti dell’immaginario dickiano sono in particolare il rapporto con le macchine, temute e considerate pericolose, la commistione tra realtà e immaginazione, spesso fuse nella paranoia e la guerra. Altrettanto importanti sono il nazismo, i poteri PSI e le donne, viste spesso come figure negative e manipolatrici.
Nel corso della propria vita Philip K. Dick ha pubblicato moltissimi racconti, alcuni saggi e diversi romanzi. I più apprezzati e conosciuti sono La svastica sul sole, Il cacciatore di androidi, Ubik, Confessioni di un artista di merda, Un oscuro scrutare, Valis.
Influenza su cinema e TV
Sebbene il talento di Philip K. Dick non sia stato pienamente riconosciuto in vita, complice l’aver vissuto in un periodo in cui la fantascienza era considerata un genere letterario minore, il suo immaginario in anticipo sui tempi si è dimostrato particolarmente adatto al mezzo cinematografico e televisivo.
Innumerevoli, infatti, sono le trasposizioni più o meno fedeli dei suoi romanzi o dei suoi racconti. Abbiamo già citato il recente Electric Dreams e Blade Runner, primo film tratto da un suo romanzo, anticipatore del genere cyberpunk e del successo di Dick presso gli sceneggiatori hollywoodiani. Tra i due estremi, i titoli si sprecano: probabilmente chiunque ha visto almeno un film tratto dalle opere dell’autore americano.
Qualche esempio? Negli anni Novanta sono approdati sul grande schermo Atto di Forza (poi riproposto nel 2012 con un remake), tratto dal racconto Ricordiamo per voi, il francese Confessions d’un Barjo, basato sul romanzo Confessioni di un artista di merda e Screamers – Urla dallo spazio, ispirato al racconto Modello Due.
Gli anni Duemila hanno poi attinto a piene mani dall’immaginario di Dick: nel 2001 ha preso vita Impostor, dal racconto Impostore, nel 2002 il fortunato Minority Report, tratto dal racconto Rapporto di Minoranza, nel 2003 Paycheck, ispirato al racconto I labirinti della memoria. Nel 2006 è poi uscito lo sperimentale A scanner darkly, basato sul romanzo Un oscuro scrutare e tuttora considerato il miglior adattamento cinematografico di un’opera di Philip Dick. Nel 2007 è uscito anche Next, tratto dal racconto Non saremo noi.
Anche i nuovi anni Dieci hanno visto interessanti trasposizioni dello scrittore nonché il suo approdo sul piccolo schermo. Al cinema è apparso, oltre al già citato remake Total Recall, I guardiani del destino, uscito nel 2011 e ispirato al racconto Squadra riparazioni. È del 2017, invece, Blade Runner 2049, sequel del film del 1982. Sul piccolo schermo, invece, troviamo il flop Minority Report, del 2015 e l’apprezzata e ambiziosa The Man in the High Castle, iniziata nel 2015 e tratta da La svastica sul sole. A queste si aggiunge Electric Dreams.
Al di là delle trasposizioni dirette, comunque, echi dell’immaginario dickiano sono riscontrabili in moltissimi film del nostro tempo. Abbiamo già accennato ai rimandi di Matrix alla vita stessa dello scrittore, ma anche pellicole come Terminator o The Truman Show presentano affinità con i suoi racconti.
Nei film EXistenZ e Waking Life ci sono accenni diretti allo scrittore e alle sue opere ma troviamo assonanze con il vasto immaginario di Dick anche in The Island, Inception, Apri gli Occhi (e il suo remake americano Vanilla Sky), Dark City, L’esercito delle 12 scimmie, Il tredicesimo piano, Memento e molti molti altri. Anche nel numero 137 della serie a fumetti Dylan Dog, intitolato La città perduta, il protagonista vive le stesse esperienze descritte nel romanzo La città sostituita.
Electric Dreams
L’ultima di questa serie di trasposizioni è proprio Electric Dreams, che porta sul piccolo schermo dieci racconti brevi di Philip K. Dick.
In occasione dell’uscita della serie, Fanucci Editore ha proposto una speciale riedizione dei racconti che hanno ispirato gli episodi che rende ancora più stretto il legame tra pagina e schermo: Electric Dreams è una raccolta contenente i dieci racconti in cui, ognuno di essi, è introdotto da un saggio scritto dallo sceneggiatore del relativo episodio.
La raccolta, composta da 176 pagine, è disponibile nelle librerie dal 10 gennaio 2018 al prezzo di 16.00€. È presente anche la versione ebook, al prezzo di 6.99€.
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