Non ricordo di preciso come e quando ma ho sempre amato molto il genere bellico. Film, libri (romanzi e non), fumetti, videogiochi, non importa il mezzo, ma l’argomento. Dunque come potevo non essere interessato a questo Dreaming Eagles, portato in Italia da SaldaPress. Tanto più che questa serie Aftershock è scritto da Garth Ennis, i cui fumetti di guerra sono tutti splendidi (Enemy Ace, Battlefields, War Stories).
Recensione
Quante storie si possono ancora raccontare sulla Seconda Guerra Mondiale? Tantissime, perché fu un evento davvero gigantesco che si presta a storie di tutti i tipi. Lo sa bene Ennis che ha scritto parecchi fumetti ambientati durante l’ultimo conflitto mondiale, spaziando tra i vari fronti di guerra e i diversi eserciti.
In Dreaming Eagles Ennis racconta la storia dei primi piloti afroamericani e del loro ruolo sul fronte occidentale. Il tutto ci viene raccontato da Reggie Atkinson, uno dei piloti, che nel 1966 a guerra finita ma con nuovi problemi razziali racconta al figlio la storia del suo reggimento, le difficoltà incontrate sia per il problema razziale, sia per le difficoltà tecniche di combattere i nazisti con aerei inferiori.
La cornice narrativa serve perché il figlio di Reggie partecipa alle proteste per i diritti civili capitanate da Martin Luther King. Dunque è un modo per tracciare un parallelismo tra due generazioni di afroamericani. Però è spesso un po’ troppo invasiva e impedisce di entrare davvero nella storia dei piloti afroamericani, sopratutto nelle scene quotidiane. Restano in superficie alcuni dei temi e non spiega al meglio le motivazioni dei protagonisti, impegnati a combattere anche una guerra interna al razzismo imperante.
Infatti all’epoca non esistevano reparti misti, bianchi e neri non potevano servire insieme e i neri erano apertamente considerati inferiori e non in grado di essere niente di più di inservienti. Quindi Reggie e il suo reggimento, i famosissimi Tuskagee Angels, devono sempre dare il massimo per provare agli altri che non sono inferiori. Una situazione di razzismo istituzionale che non è così dissimile rispetto a quello che dicevano e facevano i nazisti verso i non ariani. Ma la forza e la speranza che la situazione possa e debba migliorare è il carburante che manda avanti i protagonisti di questa storia. Ennis in altre storie di guerra è più sentito e lirico, ma ciò non toglie niente a questa storia che è una bella storia che valeva la pena raccontare.
I disegni
A dare forza alla vicenda ci pensano i disegni di Simon Coleby dettagliati e senza fronzoli. Gli appassionati di aeronautica militare troveranno tantissime scene di battaglie aeree e primi piani di aerei storici, con parecchie splash page per godere appieno dei disegni. Ci sono tutti gli aerei del periodo dai P-40, ai Messerschmitt 262, primi caccia a reazione. Personalmente non sono mai stati un grosso amante di questo aspetto dei fumetti di guerra, ma le tavole aeree sono la parte migliore del titolo e valgono il prezzo del biglietto. Ennis stesso nelle note a fine volume dice che ha voluto dare una forte impronta tecnica alla storia per far capire al lettore le difficoltà incontrate dai piloti.
Nerdando in breve
Una parte della Seconda Guerra Mondiale non famosissima, almeno da noi, raccontata con perizia e attenzione ai dettagli attraverso il filo rosso che arriva fino all’America dei nostri giorni.
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