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L’uomo di neve, un thriller nell’inverno norvegese

The Snowman (tradotto per qualche motivo “L’Uomo di Neve” invece che “Il Pupazzo di Neve”) è un film distribuito da Universal in uscita nelle sale il 12 ottobre. Diretto da Tomas Alfredson, con Michael Fassbender, è tratto dal romanzo omonimo dello scrittore norvegese Jo Nesbø.

Trama

L’Uomo di Neve è un thriller ambientato in Norvegia, tra Oslo e Bergen, dove il detective della Polizia di Oslo Harry Hole, un alcolizzato che ha lasciato la sua compagna, si interessa al caso che la nuova arrivata al dipartimento, Katrine Bratt, ha portato con sé da Bergen. Il caso riguarda una serie di sparizioni e omicidi di donne che si ripetono tra Bergen e Oslo da circa sei anni.

Nell’andare a fondo con le indagini, Hole andrà via via scoprendo la verità su Katrine, il famoso imprenditore Arve Støp e gli omicidi che turbano l’altresì tranquilla capitale norvegese.

Recensione

Ho un rapporto complicato con i gialli, che da un lato non sono affatto il tipo di storia che m’interessa e dall’altro però una volta iniziati mi attraggono inesorabilmente e mi impediscono di staccare gli occhi dallo schermo (o dalle pagine, se si tratta di un libro).

L’Uomo di Neve in particolare ricade in quella categoria di gialli per cui più di tutti risento di quest’effetto bipolare, ovvero quelle storie inserite nell’arco di più libri con protagonista lo stesso personaggio, come Carvalho o Maigret (in questo caso specifico, Snømannen è il settimo di undici libri fino ad ora usciti con protagonista Harry Hole).

Il motivo per cui mi ritrovo in questa condizione è questo: sin da piccolo mi sono ritrovato costretto a leggere molti gialli e mi appassiona molto l’investigazione, l’andare a fondo di una vicenda e il vedere lentamente i diversi punti connettersi. Il problema è però che in questo tipo di romanzi, ovvero con un protagonista ricorrente, molto dell’interesse della storia è dato dal fatto che c’è un contesto ben definito e che è cresciuto libro dopo libro (o puntata dopo puntata, come con la fiction di Montalbano), così che le indagini sembrino ogni volta prendere piede in un mondo ormai divenuto reale, in cui il lettore può immergersi a pieno.

Il film in questo caso non fa niente per evitare questa sensazione di mancanza di conoscenza pregressa: più volte ci sono indicazioni al passato di Hole, alla sua carriera, ai suoi rapporti con i superiori e colleghi, ma non c’è mai tempo di esaminarli e si finisce sempre per rimanere con la percezione che ci si stia perdendo qualcosa.

Questa mancanza di un contesto conosciuto attraverso opere precedenti implica che tutto l’interesse per il film deve scaturire solo ed esclusivamente dalla trama (essendo che molti personaggi sono a malapena delineati, il protagonista incluso); questa non è male, ma non è nulla di particolarmente originale o sconvolgente e risente, a parer mio, del problema dei thriller con un cast ridotto (non dirò altro per evitare spoiler).

Ambientazione

Un elemento sicuramente importante del film è l’essere ambientato in una Norvegia con l’inverno alle porte, coperta da un manto di neve e malinconia, che a quanto pare nemmeno tutto il petrolio ed il welfare del mondo possono eliminare.

La costante presenza della neve non è solo importante per la trama (il pupazzo di neve è un elemento cardine) o per l’ente turistico norvegese (indubbiamente le riprese panoramiche dei fiordi hanno acuito il mio interesse nel visitare il più vichingo dei paesi scandinavi), ma in generale nel creare l’atmosfera di indifferenza che circonda il destino delle vittime, tutte donne, sin dalla scena iniziale.

In conclusione

L’Uomo di Neve non è un brutto film: Fassbender incarna molto bene il detective ubriacone e sopra le regole; la regia e l’ambientazione sono interessanti. La trama non è particolarmente originale o sconvolgente sebbene sfrutti bene il fatto di trattarsi di un film piuttosto che di un libro per sviare lo spettatore.

Nonostante ciò, rimane la sensazione che si stia vedendo una puntata di una serie che si trova già a metà della stagione e viene di continuo da chiedersi se varie cose (persino alcuni personaggi) verranno presentate meglio più avanti nel film o se invece sono parte del mondo creato nei sei libri precedenti e quindi o ci si legge quelli o niente.

Di fatto questo lo rende un film godibile per essere visto una sera d’inverno con il proprio partner, ma nulla di più.

Nerdando in breve

L’Uomo di Neve è un thriller tratto da un romanzo del norvegese Jo Nesbø e segue l’investigazione del detective Harry Hole su dei casi di donne scomparse durante il periodo invernale.

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