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Il gioco di Gerald – Un thriller attualissimo di 25 anni fa

Il gioco di Gerald

È appena uscita su Netflix la trasposizione cinematografica di uno dei più bei thriller di Stephen King e inutile a dirsi, non me la sono lasciata scappare.

Recensione

L’autore stesso è rimasto molto soddisfatto dal film definendolo in un tweet spaventoso ed ipnotico al punto giusto. E, devo dire, anche io.
Il gioco di Gerald non è una delle sue opere più conosciute. È un romanzo breve e densissimo di tensione, scritto nel 1992 e disponibile in edizione italiana per Sperling & Kupfer. Ed è un romanzo di introspezione psicologica, più che di terrore. Sangue ce n’è, è ovvio; ma passa in secondo piano rispetto allo stato di agitazione che trasmette, nel suo contesto tutto sommato piuttosto banale.

Sono passati venticinque anni, ma questo racconto è sempre credibile. La fedeltà al libro è totale, sia nello spirito dei personaggi che nella resa degli stati d’animo. È tutto attualissimo.

Come tutte le storie ambientate interamente in un’unica stanza, la capacità dell’autore nella versione cartacea e degli attori in quella visiva, è fondamentale per la riuscita dell’opera stessa.
La fotografia, la musica, la scenografia e i dialoghi sono importanti ma la noia è dietro l’angolo ed è primario saper tenere alto il livello di attenzione in maniera costante perché non c’è nient’altro che possa tenere in piedi la trama. In entrambi i casi si è trattato di un successo.

Trama

Jessie e Gerald Burlingame sono sposati da tempo e senza dubbio stanno bene. Economicamente appagati, belli, senza grossi problemi.
Tranne uno: riscoprire la passione e la complicità sotto le coperte che da un po’ di tempo li ha abbandonati.

Decidono quindi di dedicarsi un weekend nella bellissima casa di villeggiatura preparata appositamente per l’occasione. Niente giardiniere né domestici in giro, quiete totale, lontani da orecchie o occhi indiscreti per riuscire a lasciarsi andare e sfogare le proprie fantasie senza imbarazzo.
Una situazione piuttosto comune in effetti.
Lei sfodera una meravigliosa vestaglia che la valorizzi in tutto il suo sex appeal, lui si concede un aiutino col viagra e porta un paio di manette.

Gerald è un uomo premuroso e dolce con la moglie. Ma ha scoperto da poco che quando si tratta di sesso l’aggressività lo stimola, risvegliando quello che da troppo tempo non dava più segni d’entusiasmo.

Jessie forse non è del tutto pronta a vedere il marito simulare una violenza per eccitarsi, ma tutto sommato è disposta a giocare per salvare il rapporto. Anche se la cosa la spaventa un po’.
Gerald è subito pronto, impaziente di cominciare. Jessie ha bisogno di un po’ più di tempo per entrare nel personaggio e accettare il nuovo ruolo di suo marito, non è sicura di riuscire a stare al gioco e fa un po’ di resistenza. Fa fatica e vuole rinunciare, non è a suo agio.

Mentre la moglie non riesce a lasciarsi andare, Gerald viene colto da un’infarto e stramazza al suolo, stecchito.

Tutto è incentrato sul disperato tentativo di Jessie di liberarsi dalle manette che la incatenano alla solidissima testiera del letto, di fronte all’agghiacciante spettacolo del consorte morto addosso a lei ed alla consapevolezza di non poter essere sentita da anima viva. Da panico.

Cast

Il regista è Mike Flanagan, che conservava nel cassetto il sogno di realizzare questo film da una ventina d’anni. Probabilmente l’essere nato a Salem ha contribuito a formarlo adeguatamente considerando che ha diretto ottime pellicole ad alto livello di tensione e ha fatto del thriller il suo marchio di fabbrica.
Se il genere vi appassiona, non potete perdervi Oculus, Somnia o Il terrore del silenzio.

Carla Gugino col suo visino da bambola e un fisico mozzafiato è credibilissima nel ruolo di Jessie. L’avevo già apprezzata nel ruolo di Lucille in Sin City, in Wayward Pines accanto a Matt Dillon e in Watchmen.

Gerald è invece interpretato da Bruce Greenwood, già visto in Io Robot, Star Trek o La versione di Barney e bravissimo nel celare le sue perversioni dietro ad una maschera da persona perbene.

In conclusione

Mi auguro vivamente che anche le prossime trasposizioni sul grande schermo dei libri di Stephen King possano essere all’altezza delle opere da cui sono state tratte, come in questo caso.

Una curiosità: chi conosce King sa quanto al nostro piaccia autocelebrarsi e inserire nelle proprie opere collegamenti ad altre, sfidando il lettore a trovare tutti gli indizi. Il gioco di Gerald non fa eccezione. Ovviamente non voglio spoilerare, ma vi invito comunque a cogliere i riferimenti ad una donna misteriosa che, affacciata su un pozzo, sente una bambina…
L’avete riconosciuta?

Nerdando in breve

Il gioco di Gerald è un thriller riuscitissimo: curato nei dettagli, ansiogeno al punto giusto, capace di spaventare in una situazione tutto sommato piuttosto comune.

Nerdandometro: [usr 4.8]

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