Manca davvero poco al 27 ottobre, data in cui farà debutto il nuovo capitolo della celebre saga di Assassin’s Creed.
Dopo una pausa di un anno, Ubisoft ha annunciato finalmente una pesante ristrutturazione delle dinamiche di gioco, per donare nuova linfa ad un franchise che, dopo nove anni e dieci titoli, ha iniziato a mostrare i segni del tempo.
Dopo l’affascinante annuncio dell’E3, in cui ha mostrato una line-up senza paragoni, Ubisoft è atterrata alla Gamescom di Colonia con una Alpha pienamente giocabile, in modo da dare agli appassionati l’occasione di toccare con mano cosa li aspetta con AC: Origins.
Come per il lancio di AC: Syndicate, due anni fa, anche noi italiani abbiamo avuto modo di provare in anteprima il gioco, con ben due eventi (a Milano e a Roma) in cui è stata messa a disposizione la medesima build della Gamescom. Non solo, ma grazie alla partneship con Microsoft, la demo di AC: Origins viene fatta girare niente meno che su Xbox One X, con tutta la potenza dei monitor 4K messi a disposizione per ben 15 minuti di puro spettacolo.
Vista la ghiotta occasione, non ho potuto esimermi dal recarmi alla Microsoft House di Milano, dove ho avuto modo di scambiare due chiacchiere con Andrea Lattanzio, Junior Brand Manager di Ubisoft, per scoprire cosa bolle in pentola.
Senza troppi preamboli chiedo ad Andrea di raccontarci cosa pensa di questo nuovo capitolo, soprattutto per quanto riguarda il rilancio del franchise.
L’idea di base è quella di trovare il delicato equilibrio tra la necessità di soddisfare le esigenze sia dei vecchi fan della serie, sia quelle dei nuovi giocatori, catturando l’attenzione di chi non si è ancora avvicinato al franchise. In tal senso le dinamiche che da sempre hanno contraddistinto Assassin’s Creed torneranno, riviste e ottimizzate; a queste, però, si aggiunge una pesante componente RPG che era solo accennata in AC: Unity e AC: Syndicate: l’albero delle abilità, infatti, riguarderà non solo le competenze del personaggio, ma anche le sue armi, così da consentire ad ogni giocatore di plasmare la propria esperienza di gioco.
Ed Open World è proprio la parola chiave: la mappa di AC: Origins ha dimensioni imponenti, la più grande mai creata da Ubisoft, estendendosi dalle coste del Mediterraneo fino al centro Egitto, con letteralmente decine di location, città e punti di interesse tutti da scoprire ed esplorare. Il giocatore, quindi, potrà in ogni momento prendersi una pausa dalla campagna principale per dedicarsi alle missioni secondarie, agli obiettivi o alla libera esplorazione, immergendosi in un mondo modellato con cura maniacale di dettagli e massima precisione nel rispettare le peculiarità geografiche e culturali delle diverse zone.
Chiedo quindi ad Andrea di sbottonarsi sui punti che, personalmente, ritengo nevralgici e sui quali, per ora, c’è ancora grande riserbo. Innanzi tutto sappiamo che non ci sarà componente multiplayer, cosa che, personalmente, non ho mai amato nel franchise: a mio avviso Assassin’s Creed è un’esperienza puramente individuale, è nato così e sono felice che tutti gli sforzi di sviluppo si siano nuovamente concentrati su questo.
Sappiamo anche ci sarà una componente del gioco ambientata nel presente, ma cosa e come non ci è dato saperlo per ora.
Per quanto riguarda l’approfondimento storico, altro marchio di fabbrica della serie, saranno moltissimi i punti di interesse da scoprire, così come torneranno i personaggi celebri del passato, che da sempre affiancano gli assassini della serie. In AC: Origins troveremo niente meno che Giulio Cesare, la regina Cleopatra e il faraone Tolomeo XIII (colui che, per ingraziarsi Cesare, fece uccidere Pompeo, celebre rivale di quest’ultimo; scatenando invece le ire del condottiero romano e causando uno scontro che portò alla propria disfatta).
Giunto il mio turno, mi avvicino ad una console e mi faccio spiegare le maggiori novità dei comandi. Il combattimento è stato completamente rivisto: ora è possibile puntare un avversario, triggerandolo col bumper sinistro, in modo da essere sempre agganciato al nemico desiderato. Usando il trigger destro, invece, si attacca con colpo pesante, mentre il bumper destro consente di spezzare la guardia avversaria, usando lo scudo. La scalata è affidata ai tasti A e B (salita e discesa).
Fatto questo dovuto preambolo non mi resta che immergermi nella missione demo.
Entro nei panni di Bayek, un Medjay, ovvero uno dei membri dell’esercito egizio impiegati come esploratori e guardie per siti di interesse dei faraoni. All’inizio della demo sto già cavalcando nell’oasi di Fayyum verso il mio obiettivo, una pubblica piazza in cui un sacerdote sta punendo un novizio per aver rubato delle statue d’oro sacre. Intervengo in difesa del novizio, che spiega come le statue sono cadute nel mare del porto a seguito dell’affondamento della barca. Decido quindi recuperare io stesso le statue, per verificare la sincerità del novizio.
Raggiunto il mare mi tuffo e mi avvicino agli hot spot, indicati come sempre col meccanismo della realtà aumentata. Per poter individuare i punti giusti, però, devo affidarmi alla celebre visione dell’aquila, ed ecco che appare la prima pesante novità di AC: Origins. Entro nei panni di Senu una vera aquila in grado di evidenziare i punti di interesse. Manovrare il rapace è davvero semplice e in un attimo triggero i punti di mio interesse.
Torno nei panni di Bayek e mi tuffo per recuperare la prima delle statue. Anche il looting è semplificato al massimo, con una semplice pressione del tasto Y posso raccogliere oggetti e materiali per il crafting.
La seconda statua è invece su una galea romana dove la mia operazione di infiltrazione viene rapidamente scoperta. Ho così l’occasione di verificare il combattimento e anche se nei primi momenti occorre pensare un po’ su cosa schiacciare e quando, in breve tempo la fluidità dell’azione diventa l’unica cosa che cattura la mia attenzione, con mosse spettacolari e coreografie affascinanti.
Recuperata la statua torno dal sacerdote per la chiusura della missione.
Il parlato della alpha è in inglese, per cui non ho avuto modo di saggiare la bontà del doppiaggio italiano. Quello originale, però, è decisamente di ottimo livello, con un ottimo lip-sync.
Ho tempo per girovagare ancora un po’ e ne approfitto per sperimentare la scalata, il salto della fede e gli attacchi a sorpresa. Manca la verticalità dei grandi palazzi vittoriani e rinascimentali; un po’ come in AC: Black Flag le costruzioni dell’epoca non erano molto alte, tuttavia la coerenza con l’ambientazione storica è di gran lunga più importante, per cui non ne ho sentito la mancanza.
Dal punto di vista tecnico, ricordando che ho avuto a che fare con un’alpha, ho sperimentato il tempo di caricamento a seguito di una desincronizzazione e l’ho trovato più che accettabile: una manciata di secondi, non di più. A colpire, però, è sicuramente il comparto grafico che lascia letteralmente a bocca aperta. Le scenografie sono spettacolari, gli abiti sembrano semplicemente veri, i panorami mozzafiato. Insomma, questo AC: Origins spinge davvero molto sulla nuova console di Microsoft e da quel che ho potuto apprezzare sarà davvero difficile trovare qualcosa di cui lamentarsi.
Unico piccolo neo che ho notato è stata la compenetrazione degli oggetti: correndo, in alcuni momenti, la cappa di Bayek entrava dentro le armi. Ma sono certo che questo faccia parte di quel lavoro di fino che arricchirà la versione definitiva.
Concludendo: posso dirmi davvero soddisfatto di questa presentazione. La moderna cornice della Microsoft House forse non avrà quel fascino vittoriano che la Fabbrica del Vapore aveva accompagnato la presentazione di AC: Syndicate, tuttavia dà senz’altro lustro a quello che si annuncia essere un grandissimo titolo, su cui avremo modo di spendere altre parole dopo il 27 ottobre.
Con Assassin’s Creed Origins viviamo un vero e proprio prequel. Si tona alle origini del Credo, con il primo assassino della storia, rivivendo, come dice il claim del gioco: quando tutto ebbe inizio.
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