Premessa
Non sono mai stato un appassionato di Stephen King.
Per un motivo difficile da definire, le storie dello scrittore di Portland non sono mai riuscite ad incuriosirmi fino al punto di prendere in mano uno dei suoi libri e di immergermi nella lettura.
È ovvio, quindi, che il mio approccio ai film tratti dalle opere dell’autore sia del tutto personale, in quanto difficilmente mi concentro sulla qualità della trasposizione di romanzi che sostanzialmente conosco soltanto per sentito dire.
Recensione
Devo dire che, inizialmente, non mi sono particolarmente emozionato alla notizia di un film tratto dall’opera principale di King.
L’idea di una pellicola incentrata su una storia che giudicavo poco ispirata, insieme alla scelta di affidare la parte dell’antagonista a Matthew McConaughey, mi faceva più che altro accapponare la pelle. Nonostante le doti dell’attore statunitense abbiano prodotto le grandi interpretazioni di Ron Woodroof in Dallas Buyers Club e del detective Rust Cohle nella serie True Detective, (come chiunque altro abbia almeno una ventina d’anni) ho bene in mente come il buon Matthew abbia regalato al grande pubblico interpretazioni ben poco entusiasmanti e si sia fatto conoscere soprattutto in quanto protagonista di commediole rosa di poco conto.
La grande campagna mediatica ed il trailer passato nelle sale cinematografiche a ritmi forsennati, tuttavia, sono riusciti a scatenare la mia curiosità e a spingermi verso una sala di proiezione.
Fin dalle prime immagini si capisce come La Torre Nera sia un film diverso: le atmosfere che immagino debbano essere presenti in un film del genere si mescolano ad un intreccio degno di nota, adeguato ad una trasposizione da opera letteraria, e la cosa si avverte immediatamente. Le ottime inquadrature di Nikolaj Arcel (che personalmente non avevo mai sentito nominare) riescono a far immergere lo spettatore nella visione del film come se fossero dei perfetti e studiati riquadri di una cupa graphic novel e la caratterizzazione nient’affatto banale del protagonista lascia spiazzati e conquistati fin da subito
La trama
La storia raccontata in questa pellicola presenta una struttura piuttosto semplice, a dir la verità.
Un giovane ragazzo, Jake Chambers, in seguito alla morte del padre, non riesce più a dormire bene. I suoi sogni, infatti, sono popolati di strane e ricorrenti visioni, che gli mostrano un mondo popolato da persone con la pelle finta ed un misterioso uomo vestito di nero.
Questo uomo in nero altri non è che uno stregone di una terra lontana che, per abbattere una misteriosa torre, rapisce dei bambini in modo da utilizzarne l’energia mentale.
Gli improvvisi avvenimenti che porteranno Jake lontano da casa e all’incontro con il misterioso pistolero Roland saranno costellati da situazioni incredibili e da rocambolesche fughe e serviranno al protagonista a comprendere quanto importanti siano in realtà i suoi sogni…
Le interpretazioni
Come detto sopra, la cosa che colpisce principalmente è la grande interpretazione del giovane Tom Taylor, che riesce a dare vita ad un giovane adolescente travagliato ma (miracolo) non stereotipato.
Jake non è una ragazzo debole e reagisce ad ogni situazione che gli si presenta con calma e sangue freddo. L’attore non mette in scena un’interpretazione da Oscar, sia chiaro, ma ce la mette tutta per rendere credibile il proprio personaggio, facendo sì che tutti gli avvenimenti dolorosi e traumatici vissuti vengano fuori anche nel modo di relazionarsi agli altri.
Altro plauso va ad Idris Elba. L’attore britannico, ancora una volta, non delude e si giostra alla perfezione in un ruolo niente affatto semplice. Qualcuno potrà obiettare che il pistolero Roland ha più di qualche tratto in comune con un certo Luther, ma che possiamo farci? L’interprete non fa della varietà dei suoi personaggi una delle sue caratteristiche principali e va sempre più connaturandosi come un caratterista. Nella pellicola, tuttavia, non stona e fa un lavoro più che buono, aiutando notevolmente la storia con il carisma che riesce a donare allo stanco guardiano.
Nota un po’ stonata è proprio la “star” della produzione: Matthew McConaughey.
No, non sono prevenuto. Semplicemente il personaggio non riesce proprio a risultare credibile.
L’attore, che pure fa del proprio meglio per cercare di donare personalità e profondità all’uomo in nero, non riesce proprio a risultare carismatico, calando addirittura in modo quasi imbarazzante con il progredire del film.
Analisi
Parliamoci chiaro, La Torre Nera non è un film perfetto.
Non so per gli appassionati di Stephen King, ovviamente, io scrivo unicamente dal punto di vista di amante di cinema.
La trama, molto semplice e abbastanza lineare, come detto anche sopra, è gestita abbastanza bene, ma non si sviluppa come potrebbe.
Stupisce il mancato approfondimento di tantissimi personaggi, cosa che potrebbe stare ad indicare, appunto, un adattamento leggermente forzato e non ottimale nei confronti della serie di romanzi da cui il film è stato tratto.
Proprio i personaggi secondari sono, quindi, uno degli aspetti dolenti del lavoro di Nikolaj Arcel, con la loro scarsa caratterizzazione che finisce per appiattire molto l’intera opera sui soli avvenimenti principali.
La profondità della trama, che sarebbe potuta risultare molto appassionante, ne viene fuori parecchio indebolita e durante la visione si ha spesso la sensazione che in fondo il film sia stato pensato e realizzato di fretta. Manca un contorno, un’ambientazione adeguata, insomma.
Le figure del patrigno e della madre di Jake, per esempio, avrebbero potuto avere maggiore spazio, così come la figura dello psicologo o quella del giovane vicino di casa del protagonista.
La cosa che veramente infastidisce, però, è la sensazione che gli sceneggiatori avessero una gran fretta di arrivare alla conclusione. Se la prima parte del prodotto risulta ben bilanciata in quanto a ritmi e a gestione del tempo filmico, così non si può dire per la seconda. Dall’incontro di Jake con il pistolero, infatti, non sono semplicemente gli eventi a precipitare, ma anche la stessa scansione temporale dei maggiori “colpi di scena”, con la fine che arriva prima che ce lo si possa aspettare.
Nota positiva che ho apprezzato, invece, è la presenza di riferimenti ad uno dei libri più celebri del autore, ovvero IT. In diversi punti, infatti, si possono cogliere rimandi o veri e propri richiami alla nota opera di Stephen King, andando in parte a recuperare quella forma di collegamento che La Torre Nera rappresenta tra le diverse opere dello scrittore.
In conclusione
Il classico “potrebbe fare di più, ma non si impegna” rende bene la sensazione di quando si esce dalla sala del cinema.
Le note positive sono senz’altro maggiori rispetto a quelle negative, ma non si può fare a meno di pensare che con più attenzione ai dettagli ed un migliore lavoro degli sceneggiatori avrebbero potuto davvero fare miracoli, regalando al pubblico un film completo e ben fatto. Purtroppo La Torre Nera, nonostante gli ottimi spunti, non va molto oltre la sufficienza.
Nerdando in breve
Un film che ha il pregio di incuriosire chi ancora non conosce i romanzi di Stephen King e che, se collegato ad altro, potrebbe risultare un ottimo punto di partenza. Purtroppo, in quanto pellicola in sé, non funziona granché. Peccato.
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