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Baby Driver – Il genio della fuga: motori a ritmo di musica

Premessa: io adoro Edgar Wright ed il suo stile così personale da sempre e sì, per me, tutto quello che tocca diventa oro.

Recensione

La premessa di cui sopra era necessaria per comprendere con quanta aspettativa io sia andata al cinema a vedere Baby Driver – Il genio della fuga.

Wright si era fatto conoscere al mondo, finora, con la meravigliosa Trilogia del Cornetto (composta da Shaun of the Dead, Hot Fuzz e The World’s End) e con la riuscita incursione nel mondo dei fumetti di Scott Pilgrim vs. The World.

Baby Driver – Il genio della fuga è quindi l’occasione, per il regista britannico, di dimostrare che ha ancora altro da dire e da mostrare. Per queste ragioni, ero un po’ agitata prima della visione: se il film fosse stato pessimo, per me sarebbe stata una delusione troppo grande. Per fortuna, invece, non è stato così.

Baby Driver – Il genio della fuga scorre bene, nonostante un certo calo di ritmo e di narrazione nella seconda parte della pellicola. Il mondo al centro del film, questa volta, è quanto di più lontano dalle campagne inglesi della Trilogia ma anche dai ritmi rilassati del Canada di Scott Pilgrim: qui siamo in una metropoli statunitense e la pellicola preme il pedale dell’acceleratore.

Se amate gli inseguimenti e la velocità, avete scelto il film giusto. Ma non aspettatevi un classico del genere: Wright, come sempre, regala una interpretazione quanto mai personale e ritmata.

Trama

Baby è un ragazzo taciturno ed appassionato di musica con un talento particolare: è un asso al volante come non se ne vedono tutti i giorni.

Una peculiarità del genere non passa facilmente inosservata e, infatti, è stata notata da Doc, pianificatore seriale di rapine. Baby ha un debito da saldare con Doc e, per questo, fa da autista in tutti i suoi colpi.

Nel frattempo conosce Debora, dolce cameriera appassionata di musica almeno quanto lui. Ripagato il suo debito, Baby sogna quindi una vita onesta in compagnia della sua bella. Ma Doc non è così incline a lasciarsi scappare il suo autista d’oro…

Cast

A far funzionare Baby Driver – Il genio della fuga sono sicuramente ritmo, montaggio, regia. Ma non si può escludere dall’equazione il ricco cast di personaggi.

A partire dal protagonista, il giovane Ansel Elgort. Particolarmente a suo agio con le scene a ritmo di musica, l’attore riesce a rendere altrettanto bene la sensazione quasi aliena che Baby prova nei confronti del mondo e delle persone che lo circondano. Al suo fianco, una brava Lily James, per me una scoperta piacevole, dato che non l’avevo particolarmente apprezzata in Cenerentola.

Impossibile non nominare Kevin Spacey: l’attore ci ha abituati da tempo ad interpretazioni memorabili e anche stavolta ci regala un personaggio mai piatto e decisamente sorprendente. Pollice su anche per Jamie Foxx, antagonista folle ed imprevedibile.

Tra i protagonisti del film è doveroso includere anche la colonna sonora: ricca di brani non originali ma conosciutissimi, si integra perfettamente all’azione e la completa. Suono diegetico ed extradiegetico si mescolano, dando vita ad una sorta di musical in cui però nessuno canta e balla ma tutti sparano, corrono e fanno esplodere automobili.

In conclusione

Baby Driver – Il genio della fuga conferma il talento visivo di Edgar Wright e permette di tirare un sospiro di sollievo a tutti i fan del regista inglese, che temevano uno scivolone.

Nonostante qualcosa da migliorare in fase di scrittura, il film si riscatta tutto con le immagini e la musica. Gli inseguimenti al ritmo forsennato di rock&roll e funky non vi permetteranno di restare fermi sulla sedia ma vi coinvolgeranno in prima persona.

Il montaggio così personale che è diventato il marchio di fabbrica di Wright, naturalmente, non manca, accompagnato da eleganti piani sequenza e dalla commistione di filmico e metafilmico che tanto amiamo.

Piccola nota a margine: se avete amato gli inseguimenti a suon di musica più famosi del grande schermo, quelli dei Blues Brothers, non potete perdervi Baby Driver – Il genio della fuga. Il film è profondamente diverso rispetto all’ormai cult di John Landis ma alcuni degli inseguimenti più serrati mi hanno ricordato da vicino quelli dei fratelli Blues.

Nerdando in breve

Inseguimenti folli, adrenalina, velocità. Il tutto condito da una colonna sonora da paura e una regia perfetta. Cosa volere di più?

Trailer

Nerdandometro: [usr 4.4]

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