Recensione
È inutile prenderci in giro, chi – come me – ha avuto modo di giocare Morrowind quando uscì nel lontano 2002, sente fortemente il richiamo di questo nuovo titolo e, innegabilmente, ne è attratto in maniera inevitabile: ho fallito inesorabilmente il tiro salvezza in volontà e l’ho fatto mio nella sua versione per Playstation 4.
Sono troppo vecchio e stanco per continuare a giocare sul PC.
La storia
The Elder Scrolls Online: Morrowind è più di un DLC di TESO, può essere considerato, data l’immane mole di materiale, un capitolo a sé stante, giocabile sia dai novizi di questo MMORPG che dagli esperti; io appartengo al primo gruppo, non avendo avuto modo di provare finora il titolo a causa di impegni e della promessa che mi ero fatto di non vedere più, neanche lontanamente, un gioco di ruolo multiplayer a causa della quantità di tempo che porta via giocarci e soprattutto arrivare a possedere un personaggio degno di nota.
Mi sono trovato catapultato sull’isola di Vvardenfell, circa 700 anni prima delle avventure provate nel terzo capitolo di The Elder Scrolls: come sapete odio gli spoiler, ma posso assicurarvi che la sensazione di nostalgia vi spingerà ad esplorare a lungo le terre che avete calcato quindici anni fa (portando anche un rusher come me a spendere tempo in interminabili cavalcate lungo sentieri impervi solo per dare un’occhiata al paesaggio).
Il sistema di gioco
Se, dal punto di vista del sistema di gioco, The Elder Scrolls Online: Morrowind ricalca i classici elementi già visti in altri MMORPG con quest principali e secondarie con farming per portare il personaggio ad alti livelli, ho apprezzato il sistema di combattimento.
Se, nei vari anni spesi con Guild Wars, mi sono abituato ad un clicca-clicca spesso compiuto senza passione, come quei coniugi che nell’atto sessuale non si guardano più negli occhi, i combattimenti di TESO: Morrowind mi hanno convinto poiché sono più orientati all’azione: non c’è la possibilità di agganciare il bersaglio e quindi in ogni scontro occorrerà scegliere opportunamente la skill da eseguire e il timing giusto per effettuare le schivate (sì, mi ha ricordato lontanamente il combat system di Dark Souls, spingendomi ad aggredire dei nemici anche quando non necessario, solo per il gusto di farlo).
Potrete vagare per la mappa senza avere troppa paura poiché gli avversari incontrati si modelleranno automaticamente al vostro livello, permettendovi di affrontare battaglie sempre equilibrate.
È molto interessante anche la modalità stealth per aprire porte e svuotare le tasche, che ricorda molto da vicino quella vista nei titoli offline della serie The Elder Scrolls.
Una menzione d’onore merita il sistema di progressione di livelli e abilità che permette di creare un personaggio personalizzabile al massimo, grazie ad uno skill tree molto pregno; il sistema di crafting non l’ho approfondito ma sembra ben realizzato anch’esso.
PvP
Ero un amante del PvP ma ultimamente, a causa del poco tempo di cui parlavo nel cappello introduttivo, sono costretto a tenermene lontano per non vedere il mio orgoglio ferito da un quattordicenne qualsiasi che può fare del mio personaggio un puntaspilli.
Ho dato una rapidissima – mea culpa – occhiata ai Battlegrounds che propongono una modalità di scontri tra tre squadre composte da quattro giocatori che possono affrontarsi in un Team Deathmatch, in un simil Capture the Flag ed in un’altra modalità che ricorda quella vista negli FPS in cui occorrerà conquistare dei punti strategici e mantenerne il controllo il più a lungo possibile.
Reparto tecnico
Per quanto riguarda il comparto grafico, non ho di certo urlato al miracolo e, alcune volte, ci sono delle fastidiose compenetrazioni ma, se riuscirete a chiudere un occhio davanti a questi piccoli difetti – e badate bene, non parlo di accontentarsi, in quanto raggiungiamo comunque una piacevole sufficienza – non rimarrete delusi.
Il sonoro è ben realizzato ed è tutto ciò che si potrebbe volere da un titolo della serie The Elder Scrolls.
In Conclusione
Senza dilungarmi ulteriormente (ma se avete dubbi o volete giocare con noi, potete venire tranquillamente sulla nostra pagina Facebook o sul Gruppo Ufficiale a fare domande, sarò onorato di rispondervi), posso affermare che The Elder Scrolls Online: Morrowind ha soddisfatto la mia voglia di MMORPG e fantasy e non mi ha deluso affatto.
Le missioni possono essere affrontate in tutta calma e – soprattutto – in solitario nel giro di trenta ore: è chiaro che avere un proprio party rende il titolo molto più divertente e longevo ma si sa, oltre i trent’anni è sempre difficile trovare qualcuno con cui condividere questo tipo di esperienze e quindi ben venga la possibilità di giocare in single senza patemi.
Non scordatevi di provare il Warden, che risulta essere la giusta via per godere appieno di questa esperienza ludica ed è attualmente la classe più giocata, a giudicare dalle passeggiate che ho fatto negli ultimi giorni per Vvardenfell.
Insomma, da amante di vecchia data del franchise The Elder Scrolls, posso definirmi appagato. Molto appagato.
Nerdando in breve
The Elder Scrolls Online: Morrowind può soddisfare sia i fan della serie che gli amanti dei MMORPG in generale: dategli una possibilità, non c’è più alcun abbonamento.
Nerdandometro: [usr 3.8]
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