Recensione
La fantascienza, quella bella, quella gustosa da assaporare pagina dopo pagina, da vivere e con cui emozionarsi. La fantascienza in tutto il suo fascino e splendore in quella che, senza esagerare, costituisce da sola la risposta completa alla fatidica domanda dei babbani: “Ma che ci trovi in quella roba lì?”
Ci troviamo emozioni e passioni umane: l’antico istinto di esplorare, di abbeverarsi all’infinita sorgente della conoscenza, di andare a scovare nelle immensità cosmiche quegli strani, nuovi mondi che ci fanno sentire vivi, ci fanno capire perché l’uomo è la creatura più evoluta e dominante di questo Pianeta. E poco importa se il bisogno di esplorare e scoprire porterà verso morte, distruzione o peggio: l’istinto che ci trascina verso l’ignoto è troppo forte, è il motore stesso del nostro essere umani ed è grazie a quello se un giorno, dopo aver messo piede in ogni angolo del mondo, abbiamo iniziato a chiederci non “se”, ma “come” arrivare su altri mondi.
È a questo spirito umano che la fantascienza ha dedicato se stessa negli ultimi duecento anni, da Verne ad Asimov, da Ridley Scott a James Cameron, attraversando e conquistando tutti i medium noti; letteratura, televisione, radio, cinema e, ovviamente, fumetto: suprema arte del fantastico ove la comunione tra immagine e fantasia tocca il suo apice.
In questo periodo storico, in cui la fantascienza è spesso oggetto di reboot, di seguiti, di idee stantie e rimasticate fine alla noia, arriva come un fulmine a ciel sereno il volume The Shadow Planet, creato da Blasteroid Bros (collettivo creativo formato dallo sceneggiatore Giovanni Barbieri, dal disegnatore Gianluca Pagliarani e dal colorista Alan D’Amico) che sotto la supervisione attenta di Stefano Vietti hanno creato questa graphic novel per l’etichetta indipendente Radium. The Shadow Planet è un autentico romanzo ispirato alla science fiction classica, quella degli anni settanta per intenderci, che però abbraccia il gusto moderno del XXI secolo in una commistione di omaggi e citazioni che vanno da Jean-Claude Forest a Juan Giménez, a Héctor Oesterheld, a Paolo Eleuteri Serpieri.
Ricordando molti, scimmiottando nessuno.
La storia
In un’astronave pronta al rientro dopo una missione, l’equipaggio viene allertato da un messaggio di soccorso proveniente da un pianeta vicino, teatro di un insediamento monofamiliare vecchio di vent’anni. Giunti sul posto, viene organizzata una missione di salvataggio, ma ad attendere la squadra è qualcosa di inaspettato: la nave è abitata da una sola persona, una ragazza in stato di sospensione criogenica che, una volta risvegliata, racconta di come il padre sia impazzito, molti anni fa, e abbia fatto a pezzi la famiglia.
Le parole della giovane, però, non convincono del tutto gli astronauti, che iniziano ad indagare sulle incongruenze del suo racconto. La missione diventa presto una lotta per la sopravvivenza, dove orrori indicibili che sembrano usciti dalla penna di Lovecraft si annidano nell’ombra in attesa di fare la loro mossa. Pagina dopo pagina il mistero del pianeta viene svelato, in un carosello di colpi di scena che lascia senza fiato, tra mostri, civiltà antiche, morti atroci e psiche smembrata sino alla follia.
Non indugio oltre sulla narrazione della trama: se volete saperne di più, dovrete accaparrarvi la vostra copia.
Stile
Come già detto, The Shadow Planet ricorda da vicino le novelle di fantascienza degli anni ’70 del secolo scorso. Sfogliando le pagine mi sono trovato a ripensare a vecchi albi apparsi sul Lancio Story, sia per l’ottima qualità del tratto grafico che per la scelta delle tematiche. Decisamente moderno, invece, lo stile narrativo: nonostante i campi lunghi delle prime pagine, non c’è spazio per l’eccessiva riflessione; succede di tutto, succede in fretta, al punto che spesso bisogna tornare indietro per godersi i dettagli delle splendide tavole, talvolta colti solo di sfuggita per la smania di scoprire cosa sta per accadere.
In particolar modo ho apprezzato il gusto di exploitation che permea il volume: ci sono immagini forti, nulla è lasciato all’immaginazione. Tuttavia non c’è leziosità, non c’è un eccessivo indugiare su particolari raccapriccianti o pruriginosi. Ci sono i grandi temi che accompagnano da sempre il genere: l’avventura, la morte, la tortura, il sesso, le battutacce da camerata; e tutto questo rende la narrazione viva, i personaggi reali, senza bisogno di nasconderli dietro una pudicizia che non fa più parte della nostra cultura, e senza eccedere nello scabroso per ammaliare menti perverse.
Considerazione finali
The Shadow Planet è esattamente il tipo di graphic novel di cui abbiamo bisogno e di cui non è possibile stancarsi: trama avvincente, non originale (come è giusto che sia per un omaggio di questo genere) ma nemmeno scopiazzata brutalmente da franchise celebri; tanti omaggi, tanta voglia di raccontare il pericolo dello spazio; perché giungere là dove nessuno è mai giunto prima è dannatamente pericoloso, e non sai mai chi (o cosa) tornerà a bordo dopo una missione su un pianeta alieno.
Ringrazio SaldaPress per avermi dato la possibilità di leggere questo fumetto.
Nerdando in breve
Un volume da avere in biblioteca, per tutti gli amanti della buona fantascienza in piena crisi di astinenza da prodotti di ottima qualità.
Nerdandometro: [usr 4.5]
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