Recensione
Se siete amanti di quei giochi che mettono a dura prova il vostro autocontrollo e che rischiano di provocare un disastroso incontro ravvicinato tra il gamepad e il vostro monitor, allora Rain World è quello che fa per voi.
Rain World è un platform survival sviluppato da Videocult, in cui la maggior parte delle cose che vedremo muoversi proveranno a mangiarci.
Trama
Delle dolcissime illustrazioni ci catapulteranno in questo gioco, introducendoci alla storia. Potremo vedere una tenera famigliola di creaturine bianche chiamate “slugcat”, ovvero “lumaca-gatto”. Questo perché in effetti è quello che sembrano: delle lumache senza guscio, con zampe, orecchie e un paio di grandi occhioni neri. In un giorno di pioggia il nostro protagonista, un cucciolo, perderà la sua famiglia e si ritroverà in un mondo un po’ sinistro, abbandonato a sé stesso.
Ambientazione
L’ambientazione è un mondo post-apocalittico in cui vi è ancora traccia del passaggio degli esseri umani, come ad esempio edifici o graffiti, in cui ora domina la natura e sono comparse creature di ogni genere. Inoltre l’ambiente è diviso in “stanze” e vi sposterete dall’una all’altra prevalentemente strisciando in quelli che sembrano tunnel nel terreno.
Gameplay
Durante la nostra avventura saremo accompagnati da una specie di insettino volante giallo (che mi ha ricordato tantissimo Sparx di “Spyro the Dragon” facendomi sprofondare in un baratro di ricordi) che vi farà da guida.
La creaturina che impersoneremo non è tanto dolce come sembra: oltre a nutrirsi di piante e frutti non esiterà a papparsi pipistrelli interi in due o tre morsi. Nel nuovo ecosistema il nostro animaletto sarà sia preda che predatore.
Il cibo mangiato servirà per andare in letargo. Difatti il gioco è diviso in periodi: avrete una quantità stabilita di tempo e quando giungerà a termine comincerà a piovere e voi dovrete trovare un posto in cui rifugiarvi prima che ciò accada. In caso di morte tornerete all’ultimo rifugio in cui avete dormito, il che può essere abbastanza irritante visto che c’è il rischio di perdere non pochi progressi.
Graficamente il gioco è un ottimo esempio di Pixel Art, ma nonostante ciò i movimenti della nostra creaturina e dei nemici sono molto fluidi.
Una cosa che ho apprezzato molto di Rain World è il fatto che non gira tutto intorno al nostro personaggio: se vedremo arrivare un predatore più grosso di noi non è detto che saremo il suo obiettivo, nel caso fosse presente anche un essere altrettanto succulento il cattivo di turno non ci penserebbe un attimo ad avventarsi su di lui piuttosto che su di noi. Per una volta avremo la possibilità di comportarci da spettatori!
In conclusione
Personalmente ho giocato a questo titolo solo per poche ore, purtroppo non è adatto a me in quanto mi ritrovavo a provare una grande frustrazione la maggior parte del tempo.
La cosa che più mi portava all’esasperazione era il fatto che da un checkpoint (i rifugi per il letargo) all’altro si fanno parecchie cose ma puoi morire in mille modi diversi prima di raggiungere quello successivo, perdendo tutti i progressi. Visto che tengo molto al mio equilibrio psicologico (e al mio gamepad) ho deciso che sarebbe stato meglio lasciar perdere. Ma non lasciatevi condizionare da questo, voi potreste avere buone possibilità di esserne conquistati.
Nerdando in breve
Rain World è un gioco adatto a chi ama le sfide, se, come me, non lo affronterete con la giusta dose di pazienza e voglia di portarlo a termine allora non vi garantisco che sarete in grado di apprezzarlo.
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