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Prometheus: Fire and Stone – Un crossover nell’universo di Alien

Recensione

E così, l’Alien Universe a fumetti è tornato in Italia con un doppio lancio, grazie a saldaPress: nello scorso articolo vi avevamo parlato del nuovo mensile da edicola intitolato, semplicemente, “Aliens“, mentre oggi vi parliamo di Prometheus: Fire and Stone, volume che raccoglie l’omonima serie uscita negli USA nel 2014 e che è legata, come presumibile, al film di Ridley Scott uscito nel 2012.

Fatte le doverose premesse… ne facciamo un’altra.

Prometheus: Fire and Stone è legato senza dubbio agli eventi di Prometheus, che fungono da antefatto alla vicenda; però, fatto a mio avviso positivo, è godibile anche in modo indipendente dalla conoscenza della pellicola.

È una miniserie concepita nell’ambito di un evento più grande, chiamato “Fire and Stone“, a tutti gli effetti un crossover che coinvolge tutti i franchise dell’Alien Universe, ovvero Alien, Predator, Alien vs. Predator e appunto Prometheus, lanciato come linea editoriale proprio in questo caso.

Spero che vi siate raccapezzati un po’ su come tutto sia legato: in tal caso andiamo al sugo della vicenda.

Trama

La vicenda, ve lo dico subito, è impostata in modo molto classico ed è quasi inquadrabile in una sorta di cliché del franchise.

Una spedizione scientifica atterra sulla remota luna denominata LM-223 con lo scopo dichiarato di recuperare i resti di una precedente spedizione che esplorò il corpo celeste 126 anni prima. Per inciso, si tratta esattamente della nave USCSS Prometheus, ovvero quella vista nel film Prometheus.

Di quella spedizione, come potevamo immaginare, si sono perse le tracce (e quindi nessuno ne conosce l’esito) e starà ad una nuova squadra investigare circa il suo tragico destino.

Ora, come appunto da cliché, il comandante ha il suo buon obiettivo segreto e si guarda bene dal farlo sapere ai suoi sottoposti:  è a conoscenza, perlomeno parzialmente, di ciò che la spedizione della Prometheus cercava su quel pianeta ovvero gli Ingegneri, la razza aliena che avrebbe creato la vita sulla Terra.

Una volta sul pianeta, che per qualche motivo che si scoprirà più avanti è notevolmente diverso da quello che ricordavamo, succederà chiaramente un fragoroso bordello.

E meno male, mi vien da dire: è ciò che vogliamo da un fumetto d’azione con gli xenomorfi, che diamine.

Testi

La storia scritta da Paul Tobin, pur rientrando pienamente nel canone della sci-fi horror e nello schema narrativo dello stesso Prometheus, intriga, mischiando l’effetto “WOW” della scoperta di un mondo alieno con l’azione dello scontro con i mostri alieni, che non poteva affatto mancare.

Come detto in precedenza, i riferimenti al film ci sono, ma non sono niente di impossibile e la storia è comprensibile anche senza averlo guardato.

Dire questo mi fa venire l’orticaria, dato che sono un “completista” e lasciare buchi e riferimenti che non capisco mi infastidisce. Le mie turbe ossessive compulsive sono esplose però quando ho saputo che Prometheus: Fire and Stone è ambientato dopo gli avvenimenti di un’altra miniserie facente parte del crossover, ovvero “Aliens: Fire and Stone” che suppongo sarà pubblicata successivamente a questa.

Un riferimento nel testo, ovvero la presenza della nave Onager, mi ha mandato in confusione perché ho letto che la sua storia sarà narrata proprio lì.

Vabbè, ok, questo non è un problema di sceneggiatura ma piuttosto di tempistiche di pubblicazione. Alla fine del volume, la cui trama rimane aperta e bella tesa, è indicato che le vicende continueranno in Alien: Fire and Stone. Vedremo.

Messa da parte questa mia problematica personale, voglio fare un appunto alla scrittura di Tobin, perché secondo me ci sono due problemini nella sua sceneggiatura, che rovinano un po’ la lettura: i personaggi e il loro agire.

Sono pesante, ok, ma anche per quanto riguarda i personaggi siamo nel campo del cliché più assoluto: l’equipaggio della Geryon è variegato, ma possiamo trovarlo in qualsiasi film d’azione made in USA, linee di dialogo comprese.

L’esempio lampante è l’incaricato della sicurezza: un bruto arrogante, sempre pronto alla battutina a doppio senso, amante delle armi, scavezzacollo.

Possiamo quindi proseguire nella nostra galleria di fenomeni con gli scienziati che si mettono nei guai da soli e non si fanno i cavolacci loro quando scoprono liquidi alieni e con il costrutto androide che inquieta sin dalla prima pagina.

Si, sono personaggi un po’ stereotipati, che alla fine funzionano sempre, quindi non ci sarebbe nulla di male, se non agissero a caso a volte o con motivazioni apparentemente stupide. Ovvio, nelle storie d’azione e in quelle horror ci sono perennemente delle persone che si comportano in modo cretino, ma qui in un paio di occasioni mi sono chiesto proprio “ma perché?”.

Però la storia regge, scorre e si fa apprezzare fino in fondo perché alla fin fine stiamo leggendo un fumetto sci-fi horror d’azione, non un saggio sulla filosofia di Kant, suvvia.

Anche se penso si possa pretendere qualcosa in più, vedasi il lavoro di Wood sulla serie Aliens: Defiance.

Disegni

Dal lato grafico, lo stile utilizzato da Juan Ferreyra non è da buttare via, anzi, anche se i volti dei personaggi, se non fosse per alcune marcate caratteristiche non sempre presenti, non mi sembrino immediatamente distinguibili.

La colorazione è sullo stile pastellato, che per dipingere un mondo alieno ci sta, rende bene l’idea di straniamento.

Costruzione delle tavole nella media, scene d’azione non troppo spettacolari come resa ma nulla di male.

Conclusione

In conclusione, cosa dire di questa miniserie? Riassumerei con un “bene, ma non benissimo”.
Si tratta di un esordio non privo di piccoli difetti per il franchise fumettistico di Prometheus, che però, grazie alla trama piacevole e al finale aperto, apre le porte ad una sua futura rilettura e rivalutazione nell’ottica del maxi-evento Fire and Stone.

Insomma, ci avete intrigati con questo dettaglio, riuscirete ad affascinarci con il quadro generale?


Nerdando in breve

Esordio fumettistico del franchise Prometheus non esente da piccoli difetti che però non svalutano il racconto teso e intrigante, da inquadrare e sicuramente rivalutare nell’ottica del maxi evento “Fire and Stone”.

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