Un film atteso, si intuiva da subito che Logan avrebbe segnato un passo in avanti nella cinematografia dedicata agli eroi dei fumetti.
Tratto da quell’Old Man Logan pubblicato dalla Marvel Comics tra il 2008 ed il 2009, ad opera del duo composto da Mark Millar e Steve McNieven, la pellicola segna l’addio da parte di Hugh Jackman al personaggio di Wolverine.
Ben dopo 17 anni, infatti, l’attore australiano, che ha raggiunto la notorietà proprio grazie al canadese dagli artigli di adamantio, decide di appendere il costume al chiodo, sia per cimentarsi in altre prove che per l’impossibilità di sostenere, data l’età, l’estenuante preparazione fisica volta ad interpretare il ruolo.
Trama
Ci troviamo nel 2029 e Logan, uno degli ultimi mutanti rimasti, è vecchio e stanco.
Qualcosa sembra non funzionare nel suo fattore rigenerante e gli acciacchi che su un normale uomo non desterebbero alcuno stupore su di lui pesano come un macigno.
Rimasto il solo ad occuparsi di un ormai novantenne Charles Xavier, affetto da una grave malattia neurologica degenerativa, insieme a Calibano conduce una vita ai margini.
Tutto cambia quando una donna cerca disperatamente l’aiuto del vecchio eroe: una misteriosa e taciturna bambina di 11 anni è in pericolo e Logan, nonostante le iniziali reticenze, si avventurerà in un viaggio on the road alla ricerca di un luogo chiamato Eden.
I personaggi
Logan
Il film fa della trasformazione del protagonista il suo punto focale.
Vedere Wolverine zoppo, con i capelli grigi e gli artigli che faticano a uscire fa male.
L’inossidabile mutante che siamo abituati a vedere, considerato l’arma più pericolosa al mondo, sembra non esistere più e, al suo posto, più che un eroe sembra esserci un uomo stanco.
Jackman dà vita ad un’interpretazione tra le più grandi che si siano mai viste in un cinecomic e, durante la visione della pellicola, si riesce quasi a percepire l’affetto che l’attore ha per il personaggio che lo ha accompagnato per gran parte della sua carriera.
Charles Xavier
Se Logan è il protagonista, Xavier ha un ruolo non meno importante.
Anch’egli invecchiato e debole, è l’unica cosa che resta davvero degli X-Men.
Il suo legame col protagonista è una delle cose più belle del film e, pur malato, non manca di dare il proprio consiglio al testardo ed istintivo canadese.
Certo, vedere la mente più potente del mondo preda di una malattia degenerativa fa piangere tanto quanto fa male la vecchiaia di Logan, ma il personaggio, così caratterizzato, è fondamentale per mostrare come tutto sia cambiato per sempre.
X-23
La bambina silenziosa, è, ovviamente, un mutante.
I più avvezzi all’universo Marvel conosceranno bene le origini ed il personaggio di Laura Kinney.
Per coloro ai quali, invece, il nome non fa scattare indietro la memoria, penso non ci sia rischio di eccessivo spoiler dicendo semplicemente che la bambina dimostra non poche affinità con un altro personaggio della pellicola.
Durante il viaggio stringerà un grande rapporto con Logan e Charles, tanto da risultare determinante nel ridestare la parte più positiva e intraprendente dei due.
Le differenze col fumetto
Chiaramente le differenze con l’opera cartacea sono enormi.
Tranne che per il protagonista stesso, anch’esso caratterizzato in modo diverso, la storia prende spunto da una situazione differente per poi svilupparsi in modo altrettanto inedito.
Personalmente ho apprezzato molto la scelta di distaccarsi, tranne che nel nome, dal fumetto targato Millar.
Al di là di un giudizio puramente personale sulle avventure di un Wolverine “in pensione” in seguito alla sconfitta degli eroi Marvel ad opera della coalizione guidata dal Teschio Rosso, difficilmente rappresentabile in un universo cinematografico così diviso tra Disney e Fox, la volontà di legare il film al lato umano e non fumettistico di James Howlett mi ha conquistato.
La scelta permette una focalizzazione totale e senza distrazioni su quello che davvero conta nella pellicola.
In conclusione
Logan è un grande film, il migliore dedicato ai mutanti da quell’X-Men di Bryan Singer che nel 2000 cambiò tutto.
Certo, si tratta di una pellicola diversa, ma che proprio in virtù della propria diversità, risulta forte e ben calibrata.
Jackman ci offre la migliore interpretazione di sempre per un personaggio dei fumetti, a pari merito con Robert Downey Jr. per Iron Man e Benedicht Cumberbatch per Stephen Strange, anche se con un’unica importante differenza.
L’attore australiano, sconosciuto al di là del proprio territorio nazionale, ha potuto fare una cosa che gli altri due, attori già affermati, non hanno avuto l’opportunità di compiere: crescere col personaggio.
Hugh Jackman è diventato Logan, si è appropriato tanto del ruolo che, per quanto mi riguarda, è riuscito a soppiantare perfino il modello cartaceo da cui partiva.
Dopo questo film nessuno potrà più essere Wolverine.
Nerdando in breve
Il film definitivo sul mutante con gli artigli. Da vedere.
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