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Sherlock: le citazioni dai libri – Stagione 4

Concludiamo (per ora) il nostro viaggio tra le citazioni dai libri di Conan Doyle nella serie Sherlock.
Come già avvenuto per le scorse stagioni, ho cercato di guardare la serie BBC con occhio critico, alla ricerca di easter eggs e rimandi alle opere originali.

Diciamoci la verità, questa quarta (e per ora ultima) stagione non ha esaltato quanto le precedenti. Tuttavia Moffat e Gatiss si sono confermati degli inguaribili nerd di Sherlock Holmes, disseminando riferimenti nell’arco delle tre puntate.

Vediamo nel dettaglio, episodio per episodio, cosa ci hanno regalato in questa stagione.

Le sei Thatcher

L’episodio, uno dei meno ispirati e più caotici dell’intera serie, si ispira nella struttura di base a “L’avventura dei sei Napoleoni“, racconto contenuto nella raccolta “il ritorno di Sherlock Holmes“. Sulle pagine all’interno dei busti si rivelerà nascosta la scomparsa Perla Nera dei Borgia, nominata anche nel corso dell’episodio.

Nonostante questo, la maggior parte dei riferimenti è al romanzo “Il segno dei quattro“. Questo, in realtà, non dovrebbe stupirci più di tanto visto che l’episodio si concentra sulla figura di Mary Morstan.

La sigla AGRA, infatti, richiama il tesoro di Agra che, nell’originale, sarebbe dovuto appartenere a Mary ma finisce disperso sott’acqua. Personalmente, ho visto come un riferimento a questo anche il fatto che la Mary televisiva trovi la morte proprio in un acquario sotterraneo. La dipartita del personaggio, inoltre, si rifà comunque al canone: nei libri non viene specificato in che moda Mary muoia, ma lo stesso Dr. Watson fa riferimento al fatto di averla perduta.

Inoltre, la digressione sui viaggi di Mary è costellata di richiami a travestimenti e casi risolti dal detective nel corso delle sue avventure letterarie. Quando la donna si trova in Norvegia, addirittura, i nomi che appaiono sulle barche appartengono a quelli di altrettanti racconti, nella versione in lingua norvegese. Mary, oltre a questo, utilizza il nome falso di Ashcroft: pseudonimo utilizzato da Sherlock Holmes sul grande schermo, nel film “Vita privata di Sherlock Holmes“, diretto da Billy Wilder.

Infine, l’utilizzo del nome Norbury è preso dal racconto “La faccia gialla“, contenuto nella raccolta “Le memorie di Sherlock Holmes“. Anche sulle pagine Norbury ricordava al detective un caso in cui aveva peccato di superbia, giungendo ad una conclusione errata.

Da segnalare, inoltre, l’introduzione di Toby, il segugio di cui Holmes si serve in alcune delle sue indagini.

Il detective morente

L’episodio (il più riuscito della stagione, secondo il mio parere) è un libero adattamento da “L’avventura del detective morente” e anche l’antagonista, Culverton Smith, è tratto da questo racconto.

Le deduzioni che Sherlock fa sulla figlia di Culverton Smith durante il loro incontro sono tratte da “L’avventura della banda maculata“.

Alla fine dell’episodio la psicanalista di Watson si rivela essere in realtà la sorella segreta di Sherlock e Mycroft, Eurus, il cui nome, come ella stessa spiega, significa “vento dell’est”. Nel racconto “L’ultimo saluto di Sherlock Holmes” l’investigatore dice a Watson che sente in arrivo un vento da Est.

Il problema finale

Il titolo dell’episodio, in originale, è lo stesso del racconto “L’ultima avventura“, di cui è anche una libera reinterpretazione. Tuttavia nel corso della puntata si colgono anche riferimenti a “il cerimoniale dei Musgrave“. In particolare, la residenza della famiglia Holmes si chiama proprio “Musgrave”.

Protagonista indiscussa dell’episodio è Eurus, sorella disturbata di Sherlock e Mycroft. Già in altre occasioni, anche letterarie, si era supposto che i fratelli Holmes potessero essere tre e, per quello misterioso, si era utilizzato il nome di Sherrinford.
In questo caso abbiamo una sorella ma vediamo comunque ricorrere la parola Sherrinford: identifica, infatti, la struttura di massima sicurezza nella quale Eurus è rinchiusa.

Il caso che Eurus sottopone a Sherlock, nel quale il detective deve individuare l’assassino tra tre fratelli, si riferisce al racconto “l’avventura dei tre Garrideb“.
Nella sequenza finale ambientata a Musgrave, si nota un disegno sul muro che ricorda “L’avventura degli omini danzanti“.

Infine, nell’ultima scena si vedono Sherlock e John che corrono con un edificio sullo sfondo. Sulla facciata è scritto “Rathbone Place“: un tributo a Basil Rathbone, celebre interprete di Holmes sullo schermo, tuttora considerato da molti la migliore incarnazione dell’investigatore di Baker Street.

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