Recensione
Si dice che sul letto d’ospedale dove sarebbe morto di lì a poco, Osamu Tezuka, indubbiamente il mangaka più importante del XX Secolo, si lamentasse con medici e parenti che non lo lasciavano lavorare.
Questa completa dedizione al proprio compito era per Tezuka una caratteristica fondamentale della cultura e della società giapponese ed era posseduta dal protagonista della sua ultima opera, quello stesso lavoro a cui voleva dedicarsi nonostante la malattia.
Parliamo di Gringo (グリンゴ), l’ultimo manga di Tezuka, serializzato fino a poche settimane prima della sua morte e del suo protagonista Hitoshi Himoto.
In Italia l’intera opera è stata di recente pubblicata in un unico volume da 001 Edizioni nella collana Hikari; una fortuna purtroppo rara, considerando le difficoltà che normalmente si hanno nel reperire opere di Tezuka in italiano.
Gringo è stato scritto quindi durante l’ultima fase della carriera del celebrato dio del manga in cui, come lui stesso fa notare in un piccolo speciale che si può trovare alla fine del suddetto volume, si era dedicato soprattutto a racconti che ripercorrevano la storia recente del Giappone, dalla fine dello Shogunato Tokugawa, attraverso il boom dell’era Meiji, le due Guerre Mondiali e tutto quello che ne è conseguito.
Gringo completa il processo, ambientandosi nel Giappone delle grandi corporation multinazionali che iperaggressivamente cercano di espandersi e conquistare fette di mercato nel resto del mondo.
Trama
Incontriamo così il nostro protagonista, Hitoshi Himoto, dirigente workaholic di una compagnia di commercio internazionale da poco insediatosi in Sud America, con una passione sfrenata per il proprio lavoro ed il sumo ed un complesso d’inferiorità per la sua altezza e di superiorità per la propria nazionalità.
Nel nuovo continente, Hitoshi si confronterà spesso con un mondo che insidia quelle che lui considera “le sue caratteristiche in quanto giapponese“, oltre che porlo davanti a pericoli di ogni tipo, come rapimenti e guerriglia.
Queste sfide consolidano sempre di più quello che Hitoshi considera come i suoi valori: l’importanza del lavorare sempre e ad ogni costo, la fedeltà alla propria azienda ed alla propria cultura, il proteggere la propria famiglia.
Le peripezie cui il protagonista ed i suoi familiari affrontano sono tante e spesso, come avviene di consueto nelle opere di Tezuka, parodie di temi molto seri, dalla corruzione all’arrivismo. Il ritmo è incalzante per tutta l’opera e l’America Latina disegnata dall’autore è al contempo realistica e ricca di elementi chiaramente fantasiosi e fiabeschi, in una versione simile al celebrato realismo magico di Garcia Marquèz, ma anche alle altre opere di Tezuka.
Hitoshi è congeniato per essere il propotipo del Giapponese moderno, con le sue contraddizioni e le sue fisse e paure, in particolare quella di perdere la propria identità. Lo stesso nome 日本 人 (Himoto Hitoshi) si scrive letteralmente “giapponese” (Nihon Jin).
È un arrivista, ossessionato non solo dal lavoro, ma anche dalla carriera; inoltre è un giapponese internazionalizzato: parla diverse lingue, ha vissuto in molte parti del mondo e la sua stessa moglie è una straniera. Tuttavia rimane romanticamente ossessionato dalla mancanza di casa sua, della propria cucina, delle proprie tradizioni.
Nella visione di Tezuka, un personaggio come Hitoshi rappresenta bene il proprio paese ed il suo ruolo nel mondo: la sua competenza e la sua capacità sono comprovate, così come la sua apertura verso gli altri paesi, ma la Terra sembra non volersene accorgere e manca continuamente di rispetto a questo piccolo ometto che, dal canto suo, non perde occasione per ricordarlo in modo chiaramente ridicolizzato dall’autore.
Nel complesso, Gringo, come tutta la produzione “matura” di Tezuka, è un’opera che nella semplicità della sua trama e dei suoi disegni è estremamente simbolica e parodica, strutturata dal mangaka con diversi livelli di lettura e realizzazione, in modo simile a quanto fatto da Calvino in molti dei suoi lavori.
Trattandosi dell’ultima opera di Tezuka è purtroppo incompleta, ma è anche un grandissimo lascito per un grandissimo Autore.
Nerdando in breve
Gringo è l’ultima opera del “dio del manga” Osamu Tezuka e parla di Hitoshi Himoto, prototipo del giapponese degli anni ’80, pervaso da una foga assoluta per il proprio lavoro e per la carriera, foga che lo porterà a vivere ogni sorta di avventure nell’America Latina.
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