Recensione
Quando si va a toccare la cultura italiana, si sa, c’è moltissima carne al fuoco da cui prelevare succulente braciole, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il capolavoro di Manzoni, ovviamente, è tra i più gettonati: vuoi perché fa parte del bagaglio culturale di ogni italiano, vuoi perché, bene o male, quasi tutti abbiamo dovuto scontrarci con qualche professore che ce l’ha fatto odiare; e per far odiare un romanzo sublime come I Promessi Sposi ci vuole tanta abilità, motivo per cui credo che i professori vengano selezionati proprio in base al superpotere di rendere insopportabile anche l’opera più eccelsa.
I Promessi Sposi, quindi, sono tra le opere più colpite da satire, parodie e rivisitazioni. Dall’incredibile sceneggiato del Trio Lopez, Solenghi, Marchesini, all’eccezionale medley da dieci minuti degli Oblivion. Ovvio che il fumetto non possa stare a guardare ed ecco che Shockdom dà alle stampe Renzo & Lucia, scritto e disegnato da Marcello Toninelli, incredibile artista senese che ha nel proprio bagaglio collaborazioni con testate del calibro di Topolino, Lanciostory, Skorpio, Zagor, Dylan Dog e Nick Raider.
Stile
La prima cosa da dire è che l’impronta dell’autore c’è e si riconosce: il tratto pulito ed efficace fa risaltare le vignette una dopo l’altra con una facilità di comprensione assoluta. Ne I Promessi Sposi ci sono tanti, tantissimi personaggi e Marcello riesce a farceli distinguere l’uno dall’altro immediatamente.
Personalmente, poi, ho apprezzato la grande cura riposta nel lavoro di ricerca storico: dall’abbigliamento alle acconciature dei capelli agli elementi architettonici; tutto è accurato, preciso, semplicemente fantastico; e questo nonostante la “semplificazione” necessaria per questo tipo di illustrazione. La parte iconografica di questo fumetto è un vero capolavoro.
Non tutte le ciambelle, però, escono col buco. Il grosso neo di questo fumetto è sicuramente la sceneggiatura: non quella Manzoniana, maneggiata con estrema cura e rispettata pedissequamente capitolo dopo capitolo, ma quella faceta della satira e dello sberleffo.
La struttura del fumetto è quella della comic strip, come B.C. o i Peanuts. Non sarebbe strano, in effetti, veder apparire le strisce di Renzo & Lucia su un quotidiano, pubblicate una al giorno; tuttavia prendendole tutte assieme hanno l’effetto di risultare terribilmente stucchevoli.
Lo schema si ripete quasi in ogni striscia: dialogo tra personaggi, frase, risposta, battuta di spirito che ribalta il significato o evoca un nonsense. Ad esempio: “[…] ci vediamo tra mezz’ora esatta […]”, “Sincronizziamo le nostre cipolle”, “Io ho un sedano, fa lo stesso?”. Ecco, diciamo che non mi sono spanciato dalle risate.
Battute e facezie si susseguono (e ripetono) senza soluzione di continuità dalla prima all’ultima striscia e trovarne qualcuna davvero bella o geniale è davvero difficile. Anzi, ben presto vengono a noia anche per la loro ripetitività. Abbiamo, per citare due casi, Don Rodrigo che si diletta coi bunga bunga e Fra Cristoforo che coltiva e spaccia marijuana. Può forse far sorridere la prima volta, ma ripetuta con minime varianti per cinque, sei, sette volte è davvero snervante.
Oltretutto raramente le strip sono connesse l’una all’altra; può sembrare strano, considerando che stiamo parlando di un flusso narrativo unico e lineare, ma se escludiamo alcune rare eccezioni sono davvero pochi i rimandi da una striscia all’altra; la maggior parte delle volte sono fondamentalmente autoconclusive (come è natura di questo formato, dopo tutto), e questo rende la lettura più lenta e frammentata.
Altro grosso problema è la fusione con intento comico tra romanzo storico e cultura (trash) odierna. Oltre al già citato bunga bunga, vengono presi riferimenti dalla peggior TV generalista, da Forum ad Amici, con incursioni mutuate dalla cronaca nera grazie a Bruno Vespa e, per dirne uno, Schettino, come se i morti della Concordia fossero argomento faceto. Non viene risparmiata nemmeno una delle più drammatiche pagine del romanzo, quella che vede la madre consegnare ai monatti la figlia appena falciata dalla peste: qui abbiamo Renzo il nerd che piange commosso di fronte alla scena perché gli ricorda la morte di Gwen Stacy. Far ridere costruendo satira sui drammi (la Concordia, la peste) è un’arte delicata e terribilmente pericolosa. Qui, purtroppo, non si è rivelata vincente.
Insomma: scelte di dubbio gusto e spesso fuori luogo rendono terribilmente pesante la lettura del fumetto. Un vero peccato che un’opera grafica così ben realizzata (e certamente frutto di un’immenso lavoro di analisi del testo e dell’autore) sia irrimediabilmente rovinata da una sceneggiatura nefasta, a tratti insopportabile e che, semplicemente, non fa ridere.
Ringrazio Shockdom per avermi dato la possibilità di leggere questo fumetto.
Nerdando in breve
Renzo & Lucia è un’opera a metà luce e ombra: splendidi fumetti abbinati ad una sceneggiatura davvero pessima.
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