Recensione
Dite un po’, ve lo ricordate che casino è l’adolescenza?
Crollano tutte le certezze, l’insicurezza la fa da padrona e all’improvviso, da un giorno all’altro, non sai più chi sei e cosa vuoi.
Pensate se in questo marasma ormonale foste anche diversi. Sì, ma che significa diversi? Basta poco a 14 anni a sentirsi diversi. No, io intendo proprio diversi diversi.
Oggi, grazie a Shockdom, vi presentiamo Blue, opera della fumettista trentina Angela Vianello, già nota in precedenza per la serie Aeon (edita anch’essa da Shockdom).
Ebbene, Blue parla proprio di adolescenza, ma lo fa in modo piuttosto peculiare.
La trama
Aqua è, a parte il nome poco comune, una ragazzina come tante: ha 14 anni, va a scuola ma non ne ha voglia, ha una migliore amica complice, i soliti litigi con i genitori e con il bullo di turno. Nulla di particolare, perlomeno così sembra.
Dopo qualche tavola capiamo subito però che l’ambientazione non è quella che ci aspetteremmo: il mondo nel 2075 (la data non viene esplicitamente detta, ma è deducibile dai dettagli) è in guerra, e regolarmente i cieli della città vengono irrorati di sostanze chimiche nocive; ciò rende necessario indossare delle maschere protettive che evitino gli effetti negativi di tali sostanze, che però non vengono citati chiaramente.
Nelle prime pagine vediamo la nostra protagonista in preda a qualcosa che sta accadendo al suo corpo, una specie di mutazione della quale non comprende la natura e che la fa star molto male, che la fa vergognare. Aqua fa esattamente ciò che ciascuna ragazzina farebbe a quell’età: si intestardisce, inizia a nascondere il suo problema a tutti, se ne vergogna tanto da tenere nascosto il suo segreto a tutti i costi.
E, ovviamente, la scelta non sarà delle migliori. Qui finiscono le anticipazioni, anche perché se sceglierete di leggerlo, dovrete gustare da soli il bel ritmo della storia che nelle 64 pagine del volume non si esaurisce, anzi: il finale è quanto di più aperto possa esserci.
Le tematiche
Parliamone: in modo ovviamente amplificato ed esaltato, quel poco che vi ho raccontato della storia non è esattamente ciò che accade durante l’adolescenza? La mutazione, se così vogliamo chiamarla, l’abbiamo subita tutti, volenti o nolenti: i brufoli, i ridicoli baffetti a dodici anni e i capelli con la forfora, il corpo che assume nuove forme, cambia, cresce. E la mente poi, non ne parliamo.
Io sono convinto che narrando la storia di Aqua si sia voluto sfruttare in modo intelligente un genere narrativo come la fantascienza che, quando è utilizzato bene, riesce a raccontare il mondo reale attraverso uno specchio distorto meglio di tanti altri generi. In questo caso il mondo reale è un territorio molto intimo e personale, che ciascuno di noi ha vissuto in modi differenti.
Ovviamente, il mio pensiero è andato anche ai miei adorati X-Men, quelli che di problemi nell’adolescenza ne hanno avuti parecchi, tra raggi rossi sparati dagli occhi, artigli e poteri incontrollabili, ma che ti insegnano che ciascuno di noi, per quanto strano, può contribuire ad un mondo migliore. E a Nyx, una serie che lessi tanti anni fa le cui tematiche sono simili.
Insomma, la storia di Aqua l’ho letta come la storia della difficoltà del crescere, delle certezze che crollano, dell’incoscienza a tutti i costi e del doversi rapportare con responsabilità giganti e magari tutte all’improvviso. E secondo me Angela Vianello riesce molto bene a trattare questi temi in modo non convenzionale.
Crescere, che fatica.
La parte grafica
Inutile negarlo, la parte grafica di Blue è meravigliosa.
La tecnica mista acquarello-digitale della Vianello, insieme ad una azzeccata scelta cromatica, rende efficacemente sia l’idea di futuro prossimo che fa da scenario alle vicende di Aqua, sia la preponderanza sempre maggiore dell’elemento liquido nella vita della protagonista.
Gli occhi languidi, il colore acquamarina costantemente presente ed in generale le tinte pastello sono talmente adeguati che la pagina sembra sgocciolare.
Per i disegni, quindi, solo applausi da parte mia.
Conclusioni
Il primo volume di Blue mi ha lasciato senza dubbio un’impressione positiva: se a Lucca, sfogliandolo, avevo sicuramente notato le splendide illustrazioni ma stupidamente l’avevo relegato nel limbo del poco interesse pensando, senza alcun motivo, leggendolo mi sono ricreduto e non ho staccato gli occhi dalle pagine fino al finale.
Oltre al bel racconto fantascientifico ho voluto vederci un racconto metaforico tra le righe, e se vi siete letti il pippone sulle tematiche qui sopra avrete capito perché.
Ma anche senza questa interpretazione, resta un buon avvio di una serie della quale spero presto di leggere il secondo volume per vedere confermate le premesse.
Nerdando in breve
Blue è senz’altro un’opera da tenere d’occhio, sia per la magnifica parte grafica, sia se apprezziamo le storie di fantascienza che però sanno parlare di tematiche reali ed intime molto vicine a ciascuno di noi.
Contenuti