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The Young Pope – Aspettando il finale di stagione

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The Young Pope è la prima serie tv targata Paolo Sorrentino.
Fin dal suo esordio, il 21 ottobre 2016 su Sky Atlantic, le vicende del giovane Papa Pio XIII hanno letteralmente spaccato il pubblico.
Se da una parte, infatti, in molti hanno visto The Young Pope semplicemente come un’opera telelvisiva, dall’altra, non sono mancate letture più personali.

Mi sono approcciato alla serie con protagonista Jude Law con malcelato scetticismo.
Non sono mai stato un fan di Sorrentino, anzi… Tuttavia si direbbe che, questa volta, il regista abbia colto perfettamente nel segno.
Ci troviamo sempre davanti all’auto celebrazione cui il nostro ci ha abituati, per carità, ma qui (diversamente da quanto visto in film quali “La grande bellezza”) è la storia a farla da padrone.
L’impressione è che questa volta ci sia davvero un qualcosa da raccontare dietro il volersi mettere in mostra. Al “Guarda quanto sono bravo con le inquadrature, mamma!” ora si passa ad un più sofisticato “Ti racconto una storia, però guarda quanto sono bravo quando faccio il regista”.
I ritmi lenti, le inquadrature ostentate, l’artificioso simbolismo delle immagini sono tutti elementi presenti, ma sono anche perfettamente integrati nell’insieme e si rendono quasi indispensabili per valorizzare al meglio tutto il resto.

I personaggi

Immagino di non essere stato il solo a rimanere perplesso una volta saputo che Jude Law avrebbe interpretato il ruolo del protagonista. Solo con estrema difficoltà, infatti, riuscivo a credere che un attore simile avrebbe potuto efficacemente interpretare il ruolo di pontefice.
Ovviamente, nel corso della visione, ho colto la verità. La scelta dell’attore è stata fondamentale.
Proprio per il difficile accostamento del britannico con una parte simile, l’intento di Sorrentino assume potenza e spessore. Il contrasto tra un attore quale Law e il suo interpretare un Papa, diviene il contrasto del suo personaggio, il giovane Lenny Belardo, con il proprio ruolo di pontefice.
Un conflitto che, attraverso la figura principale, serve a caratterizzare tutta la trama, tutto quanto.
Papa Pio XIII è volutamente giovane, è dirompente, spregiudicato. In una parola, Papa Pio XIII è il nuovo.
L’idea di mostrare cosa accadrebbe facendo uscire vincitore dal conclave una tale potenza innovatrice, con l’intento di mutare (e non svecchiare, sia chiaro) un’istituzione secolare come la Chiesa Cattolica, risulta semplicemente geniale e, quantomeno, interessante.

Altro plauso va, poi, a Silvio Orlando.
L’ho sempre sottovalutato, lo ammetto. Avevo l’impressione che Orlando avesse la tendenza a recitare tutto in modo piuttosto analogo e credevo che, anche in questa occasione, avrebbe regalato una prestazione poco convincente ed ispirata.
Nulla di più sbagliato. Il Cardinale Angelo Voiello è la spina dorsale della serie. Se, infatti, un protagonista come Lenny, ben scritto e caratterizzato, potrebbe di per sé bastare a dare spessore alla storia, l’introduzione del napoletano porporato offre un perfetto oppositore al giovane americano salito al soglio pontificio.
Voiello è antitetico a Pio XIII e rappresenta, in quanto Segretario di Stato della Santa Sede, la stessa istituzione che il giovane Lenny Belardo intende cambiare.

Analisi

L’opera di Sorrentino, in definitiva, stupisce enormemente per la propria originalità e godibilità.
Pur essendo piuttosto semplice lasciarsi scoraggiare all’idea di vedere una “serie che parla del Papa”, meglio non farsi ingannare. Non si è di certo davanti alla rivoluzione delle serie nostrane, come alcuni si ostinano a sostenere. Il fatto che si parli di Chiesa in modo anticonvenzionale, non deve essere lo spunto, a mio parere, per la politicizzazione della serie.
Anche se lo stesso Sorrentino (e questo io ammetto di non saperlo) avesse avuto nella realizzazione del prodotto degli intenti moralistici, politici o religiosi, la serie va comunque analizzata per quello che è: una serie tv, appunto.
La questione è una ed una soltanto: The Young Pope merita di essere visto?
La risposta è decisamente sì.
Se si riesce a non lasciarsi scoraggiare dai ritmi leggermente lenti, funzionali ad un tipo di racconto che ha come proprio stile narrativo quello dell’introspezione e dell’approfondimento psicologico dei personaggi, la storia saprà coinvolgere ed appassionare chiunque.
Oggi, venerdì 18 novembre, verranno trasmesse le ultime due puntate della prima stagione e noi sapremo se Sorrentino avrà saputo regalarci un finale adeguato ad una serie di valore che tanto ha lasciato parlar di sé.
Lenny Belardo è un santo o semplicemente uno spregiudicato uomo politico?
La risposta, spero, l’avremo questa sera.

Nerdando in breve

The Young Pope è una serie che va vista anche solo per curiosità.
Ha lasciato talmente tanto parlar di sé che è perfettamente riuscita nell’intento di incuriosire chiunque. Datele una possibilità e non ve ne pentirete.

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