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A tu per tu con Sara “Iayafly” Spano: alla scoperta di Nine Stones

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Abbiamo avuto l’onore di parlare con Sara “Iayafly” Spano della sua ultima opera: Nine Stones; troverete qui il capitolo 1, il capitolo 2, il capitolo 3 ed il capitolo 4.

Luigi: Ciao Sara! Siamo onorati di averti sulle pagine di Nerdando.com. Partiamo subito con l’intervista. Come nasce Nine Stones?
Sara: Ciao a te e ti ringrazio di cuore per questo interessamento. Nine Stones nasce da un’ispirazione adolescenziale, sono prima nati i protagonisti, Alistair e Christopher: li ho sognati quando avevo 14 anni e sono diventati “i due miei migliori amici immaginari”. Li disegnavo per fuggire da un’adolescenza parecchio asociale. Per me sono “vivi”, reali, mi hanno accompagnato nella maggior parte dei periodi difficili della mia vita e, combinati insieme, mi descrivono perfettamente. Successivamente, sempre per sfuggire alla noia e alla solitudine li ho inseriti in un contesto, messi in difficoltà con degli espedienti narrativi ed è qui che è nato “Nine Stones”.

L: Nine Stones non è proprio una storia canonica, dovendola collocare in una categoria quale sceglieresti?
S: Nine Stones è difficile da catalogare. Parla di vendetta, di quel lato umano oscuro che nasce da sentimenti forti come odio, rabbia, risentimento. Ma parla anche di quei legami simbiotici che nascono dalla dipendenza fisica ed emotiva, di quando due individui con caratteristiche opposte sono irrimediabilmente attratti l’uno verso l’altro. I temi trattati sono viscerali, disturbanti e privi di una morale “corretta”. Potrebbe essere definito “horror psicologico”.

L: Nelle pagine di Nine Stones sono presenti scene gore. Sei un’appassionata del genere? (Se lo sei, a quali titoli ti ispiri?)
S: Ho delle sorelle molto più grandi di me che mi hanno affettuosamente “bullizzato”: Susanna e Sabina. Sabina mi raccontava delle fiabe splatter, che adoravo: mi ricordo ancora di una storia in cui una scolaresca veniva rinchiusa dentro un pozzo pieno di cadaveri. Susanna mi ha fatto vedere “Profondo rosso” in età prescolare (e per spaventarmi mi cantava la “canzoncina” di notte). Mi hanno anche fatto vedere “The Wall” dei Pink Floyd, quando ero veramente piccola. Quindi è grazie a loro se adoro tutto quello che è splatter e inquietante. Ho visto “Il silenzio degli innocenti” con lo stesso spirito romantico di chi guardava “Dirty Dancing” , ero cotta persa del personaggio di Hannibal Lecter. Poi sono andate via di casa e qui ho “ripiegato” sui fumetti. A questo punto arriva lei, il mio primo vero amore “Alita” (“Gunnm”) di Yukito Kushiro, che mi ha fatto letteralmente sbarellare, è un personaggio fantastico. Dopo mi sono appassionata anche molti altri titoli, come “Akira”, “Berserk”,“Dylan Dog”…

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L: Ti aspettavi una tale accoglienza da parte del pubblico?
S: Ero terrorizzata dall’espormi in questo modo, perché questa storia mi rappresenta più di qualsiasi altra cosa. Perché avevo paura del giudizio, vivo in una società in cui la donna è ancora relegata a dei ruoli, e la figura femminile dove non è “sminuita” è addirittura “mitizzata”, che secondo me è peggio. Quindi farmi vedere così greve, violenta e “disturbata”, anche se si tratta solo di fantasie, mi spaventava molto. Mi facevo domande su quanto potevo risultare “strana” e poco convenzionale. E invece probabilmente c’è bisogno di umanizzarci, di “sporcarci” per elevarci verso qualcosa di più, piuttosto di recitare sempre la stessa parte dei “perfetti ad ogni costo”. E i miei personaggi sono estremamente viscerali, hanno le loro manie, i loro lati “oscuri” molto prepotenti. Quando ho dato in pasto i miei due “migliori amici immaginari” al pubblico è stata un’emozione grandissima poter assistere all’amore che i lettori hanno dimostrato verso di loro. E non me l’aspettavo proprio.

L: Inizialmente Nine Stones doveva essere fruibile online, come mai hai scelto di pubblicare su carta i primi tre capitoli (esauriti, per giunta)?
S: Ma è stata più una scelta così, tipo “perché non stampare quello che ho fatto finora, visto che si avvicina Lucca Comics & Games?”. Tra l’altro mi aspettavo di venderne sì e no 50 copie, appunto perché era già fruibile online. Invece la risposta dal pubblico è stata totalmente inaspettata, quindi ho alzato la tiratura perché mi dispiaceva molto lasciare alcuni a mani vuote. In realtà il progetto prevede già un cartaceo finale in futuro, e l’ho spiegato proprio in uno dei primi post sulla pagina dedicata a Nine Stones. Questo perché verso il finale, la storia sarà talmente violenta da impedirmi di poterla mettere su Facebook. A quel punto taglierò la testa al toro facendo un bel cartaceo, che è anche più comodo da leggere.

L: Da quanti capitoli sarà composto Nine Stones? Hai già tracciato la storia? Pensi che, in base ai feedback ricevuti, potresti trarre spunti per modificarla?
S: La storia è divisa in tre parti più l’epilogo è già tutto deciso, saranno circa 160 pagine (siamo adesso entrati nella seconda parte col quarto capitolo). Sarà una inesorabile discesa verso l’angoscia, il finale non è adatto ai deboli di stomaco. Non ci sarà nessuna modifica nella storia nel suo insieme, solo “aggiustamenti di dettagli” in fase di sceneggiatura, regia, ma questo è normale.

L: Guardando il volume di Nine Stones, salta subito all’occhio che non c’è il tuo nome in copertina ma è firmato Iayafly, a cosa è dovuta tale decisione?
S: Al fatto che di Sara Spano ne è pieno il mondo e che vengo spesso confusa con altre (anche coetanee), quindi è stata più un esigenza per distinguermi meglio.

L: Domanda che contiene un piccolo spoiler: in Italia le tematiche yaoi sono un tabù a causa del retaggio cattolico insito nel nostro paese. Non pensi che trattando tali argomenti potresti andare incontro a (ingiustificate) critiche? È stata una scelta provocatoria?
S: Più che le tematiche Yaoi (che è un termine che identifica un sotto-genere hentai giapponese) sono le tematiche sessuali che vanno oltre “la posizione del missionario a luci spente” il problema in Italia. Poi se aggiungiamo il fatto che nella storia, ad avere una relazione sessuale “senza i fini della procreazione” (legata più nel profondo a dinamiche sado-masochiste) siano due ragazzi, diventa una tematica molto pericolosa in Italia. Sinceramente non mi interessano le critiche “moraliste cattoliche”, e finora sono stati davvero solo un paio di persone ad aver “criticato” questo linguaggio narrativo così greve, e nemmeno per motivi religiosi. Quindi sono positivamente stupita. Detto questo, il mio intento principale non era provocare reazioni moraliste, ma mettermi a nudo facendo quello che più mi piace. E il fatto che pare piacere anche a molte altre persone mi entusiasma.

L: In questo senso, hai mai ricevuto richieste “particolari” dai lettori?
S: Posso passare elegantemente all’altra domanda?

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L: Pensi di pubblicare i prossimi capitoli anche in versione cartacea? Possiamo aspettarci un omnibus?
S: Questo vorrei capirlo un po’ più avanti. Devo capire se a molte persone può fare comodo a livello economico dividere la storia, così possono pagare un volume alla volta. Di sicuro ci sarà la versione cartacea finale, per il resto vi farò sapere il prima possibile.

L: Lucca Comics & Games è imminente. Dove ti potremo trovare?
S: Venerdì 28 allo stand Star Comics dalle 11:00 alle 12:30, subito dopo al Bordfest, (al Baluardo Santa Croce) dalle 14:00 alle 16:00. Sabato 29 Stand Star comics dalle ore 11:00 alle 12:00 e all’AREA THINK COMICS ON STAGE, alle ore 13:30 (al Baluardo San Paolino).

L: La classica domanda con cui terminiamo tutte le interviste: quali sono i tuoi progetti futuri?
S: Bella domanda, ce ne sono moltissimi, ma vorrei lasciare un po’ sulle spine in merito! (sono una brutta persona).

L: Ti ringraziamo per la pazienza e la disponibilità! Ci vediamo a Lucca!

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