Giochi da tavolo

The Flow of History – La storia gioca le sue carte

The Flow of History

Da sempre l’uomo tramanda la propria storia come fosse un’eredità per le generazioni a venire. Lo ha fatto con le pitture rupestri prima, poi con i bardi ed i cantastorie, per arrivare infine alla scrittura e continua a farlo oggi, riuscendo a trasmettere lo scibile umano nello spazio con la speranza che un giorno possa essere captato da una civiltà aliena: facciamo ciò perché la nostra storia è il nostro più grande retaggio. I boardgames non sono mai stati immuni al suo fascino e l’hanno declinata in tutte le salse, dai giochi di conoscenza ed intelletto a quelli di miniature che ricostruiscono battaglie ed intere guerre, fino ad arrivare a progetti meravigliosamente ambiziosi e completi come Through the Ages.

The Flow of History rientra a pieno titolo in questo filone. La storia dell’uomo è raccolta in un mazzo di 67 carte, divise per epoca storica, ognuna delle quali rappresenta leader carismatici, meraviglie, conoscenze, unità militari, costruzioni e forme di governo. Le loro abilità sono di facile intuizione grazie ad un sistema di simboli semplici ed efficaci, così come le icone che indicano le risorse prodotte: Cultura, Scienza, Industria, Commercio, Raccolto, Attacco, Difesa. Ogni giocatore parte con una forma di governo casuale tra quelli disponibili ad inizio partita e quattro gettoni di legno che rappresentano delle generiche risorse monetarie, al centro del tavolo devono esserci sempre cinque o sei carte, a seconda del numero di giocatori, in quello che viene definito il Mercato.

Il turno di The Flow of History è semplicissimo: si compie un’azione base o una fornita dalle carte ed infine viene ripristinato il mercato se sono stati fatti degli acquisti. Le azioni base sono il cuore pulsante del sistema di gioco e permettono di investire su di una carta per poi completarla, rubare gli investimenti altrui o raccogliere le risorse spese in precedenza dalle nazioni.  Per investire bisogna piazzare su di una carta il numero di gettoni che si è disposti a pagarla insieme al proprio segnalino nazione, quando si completa l’investimento la carta viene costruita, si riprende il segnalino nazione ed i gettoni spesi vanno nella Riserva, per poi recuperarne un numero pari alla quantità di icone, indicate in alto a sinistra nella carta, che si possiede. Per rubare un investimento altrui bisogna dare al giocatore interessato un numero di gettoni pari a quelli investiti e la carta potrà essere costruita immediatamente, il derubato viene indennizzato con un numero di gettoni pari alle icone Commercio che possiede più la metà di quelli che si trovano nella Riserva. L’azione di raccolta ha uno scopo meramente economico: i gettoni nella Riserva vengono aumentati prendendone dalla scatola un numero pari alle icone Raccolto, il giocatore che ha svolto l’azione ne prende poi la metà. Nel momento in cui “Il Futuro“, ultima carta del mazzo, viene messo sul mercato oppure viene acquisito tramite l’effetto di altre carte la partita termina. Ogni nazione ottiene un punto vittoria per ogni icona Cultura al proprio attivo più un numero di punti pari alla metà del resto delle proprie risorse, a cui vanno sommati i bonus derivanti dalle meraviglie e si assegna la vittoria alla nazione che ha totalizzato il maggior numero di punti.

The Flow of History partita

Il sistema di azioni di The Flow of History genera un interessante microsistema economico. Gli investimenti e le loro conferme aumentano la domanda di denaro dei giocatori e la ricchezza della Riserva, ma l’unico modo per incrementare l’offerta è perdere un turno per effettuare la raccolta. Si vengono così a generare situazioni in cui le scelte hanno effetti importanti non solo sul punteggio finale, ma anche sulla situazione economica della partita a medio e lungo termine. Conviene rubare un investimento su una carta che si ritiene cruciale quando la Riserva è ricca di gettoni? La stabilità economica che può dare una raccolta effettuata nel momento giusto è sufficiente a giustificare la perdita di un turno? Sono solo alcune delle domande che si insinuano nella mente del giocatore con l’andare delle partite, le scelte non sono mai così banali come sembrano, a dimostrazione di un’enorme profondità strategica.

La cosa che mi ha più colpito di questo titolo è la sua immediatezza. Imparare e spiegare il regolamento è una passeggiata e la simbologia utilizzata dalle carte permette anche ai giocatori alle prime armi di godersi una partita senza dover chiedere di continuo delucidazioni. Se aggiungiamo a questo fattore una struttura del turno snella e lineare ed un sistema di punteggio semplice da calcolare otteniamo una esperienza di gioco rapida, scorrevole e serrata, ma mai banale. L’unico problema potrebbe essere la longevità: con un mazzo composto da sole 67 carte, che non cambia mai nella sua composizione, le partite alle lunga potrebbero iniziare ad assomigliarsi nonostante l’enorme numero di strategie che possono essere messe in atto. The Flow of History ha delle caratteristiche che si possono facilmente accostare a quelle di 7 Wonders, la facilità di apprendimento, la profondità strategica e la rapidità delle partite sono le fondamenta dei titoli a cui non si riesce mai a dire basta.


Nerdando in breve

The Flow of History è l’unico gioco da tavolo con cui si può decidere la storia di un’intera nazione in soli 30 minuti.

 

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