Che dire di Lupin III che non sia già stato detto? Ormai è una leggenda, probabilmente uno dei personaggi nipponici più famosi di sempre! Ho voluto scrivere queste righe in occasione della riedizione da parte di Panini del manga datato 1967, che non avevo mai letto, e che ho iniziato con piacere sulla soglia dei suoi 50 anni.
Che dire, la mia prima impressione è stata “Che confusione!!!“: un disegno dal tratto a dir poco particolarissimo, con delle pagine colme di vignette (alcune sono proprio piccole, altre hanno elementi che sconfinano in quelle affianco e così via) e una modalità di rappresentazione che è davvero tipica, segno distintivo del mitico autore Monkey Punch. E proprio qui mi ricollego ad un’altra cosa che mi ha colpito tanto: Lupin rompe la famosa “quarta parete” (quella tra fumetto e lettori, per chi avesse vissuto finora in Groenlandia e non avesse mai sentito parlare di Deadpool, ad esempio) più e più volte, con tanto di commenti sarcastici dell’autore in risposta alle frecciatine del protagonista.
Non conoscendo la storia originale, non so quanto la struttura del manga si mantenga ad episodi o se avremo una trama orizzontale, cosa che spero poiché i procedurali – specie nei telefilm a dire il vero – non mi fanno impazzire se tirati troppo per le lunghe. Inoltre l’autore ci tuffa letteralmente nella storia dalla pagina 1, senza quasi spiegare niente sul personaggio di Lupin se non tramite le parole dell’ispettore Zenigata che entra subito in gioco. Un po’ come nell’anime, anche qui Lupin non si tira minimamente indietro di fronte alle procaci donne che incontra, anzi, non se ne fa scappare una e pare che ci sappia fare anche tanto! Invece sono rimasto sorpreso dal fatto che il ladro gentiluomo è tale solo con il gentil sesso, in quanto non si fa alcun problema ad ammazzare chi si frappone fra lui e il suo obiettivo. Realistico, senza dubbio, ma forse la cosa mi ha spiazzato perché ricordavo i toni sicuramente edulcorati del “cartone animato” dei vecchi tempi, ma in realtà sapevo bene che il manga era un prodotto destinato ad un pubblico più adulto. E ci sta tutto!
Invece valuto negativamente l’introduzione di Jigen, personaggio che adoro, che viene gettato in mezzo ad una storia senza neanche spiegare di chi si tratta… Ma magari è solo perché ora è presto, più in là spero che sia dato più spazio al mitico cecchino. Fujiko entra in campo esattamente come ci si aspetta – decisamente pronta a spogliarsi e soprattutto determinata come le mie gatte di fronte alle crocchette – mentre Goemon, mio secondo personaggio preferito di Lupin III, entra anch’esso “in corsa” dimostrando comunque di preservare la sua caratteristica unica, ossia tagliare qualsiasi cosa con la sua fida spada.
Un bel manga, quindi, che di sicuro un appassionato non può non avere in collezione, fosse anche per “fedeltà alla causa”. L’edizione Panini non è malaccio, forse un po’ leggerina tra le mani, però non è affatto un problema. E ora, via a rubare gioielli e a sedurre delle indifese (?) ma procaci donzelle!
Nerdando in breve
Una gradita riedizione delle avventure cartacee del ladro più famoso del Giappone, anzi del mondo: torna in fumetteria Lupin III.
Menzione d’onore: Monkey Punch censura solo i maschi, sappiatelo.
Contenuti