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Independence Day: Rigenerazione – Il ritorno di Emmerich

Uscito nel 1996, il primo Independence Day, film diretto da Roland Emmerich, ebbe un grandissimo successo.
In quegli anni ero un bimbetto di 5 anni e non potevo cogliere granché né della trama né di quello che la pellicola poteva avere di positivo o negativo. Ricordo soltanto che all’epoca ero esaltato dalla possibilità di vedere un film epico che parlava degli alieni.
Soltanto recentemente ho avuto occasione di rivedere il lungometraggio ambientato durante il giorno dell’Indipendenza e, nonostante si tratti di un prodotto molto limitato e quanto mai inverosimile, devo dire che il film si lascia guardare per tutta la sua notevole durata.
Nonostante, quindi, non avessi bene in mente il prodotto uscito durante gli anni 90 e non conoscessi a memoria tutte le battute, aspettavo ugualmente l’arrivo nelle sale di Independence Day: Rigenerazione, vuoi perché sono un maledetto nostalgico e l’idea di vedere su schermo la sana ingenuità dei film catastrofici di quando ero piccolo mi fa scendere un lacrimone, vuoi perché (bisogna dirlo) il panorama odierno non offre poi molti titoli “da cinema”.

Ambientato vent’anni dopo le vicende del primo film, Independence Day: Rigenerazione porta su schermo le vicende legate, appunto, al ventennale del salvataggio della terra ad opera del Capitano Steven Hiller e del cervellone David Levinson.
La Terra, ora, è un posto tranquillo che sfrutta la tecnologia aliena per creare nuove possibilità di difesa da eventuali minacce.
Strani avvenimenti, attacchi a sorpresa presso gli avamposti di difesa situati nello spazio e visioni, però, lasciano presagire che l’antico ed alieno nemico sia tutt’altro che sparito per sempre.

Se l’idea di ritrovare sullo schermo le vicende del Presidente Thomas J. Whitmore e di Levinson stuzzica da morire (ovviamente in positivo), il ritrovare quasi tutti gli attori che hanno partecipato alla prima pellicola, esalta da paura. Dispiace, purtroppo, per l’assenza di Will Smith, ma lui doveva girare Suicide Squad e… Beh, non ne parliamo.
La mancanza di uno dei grandi del botteghino è compensata dall’inserimento, nel cast, di Liam Hemsworth che, reduce dai tanti ruoli da comprimario, ha deciso che è finalmente giunto per lui il momento di essere il fulcro di una pellicola di successo e decisamente americana.
Il tentativo del nostro caro, tuttavia, non riesce affatto in parte a causa della totale mancanza di voglia da parte degli sceneggiatori di creare qualcosa di appassionante ed accattivante. Qui ci si limita a continue strizzatine d’occhio a chi ha già visto il primo film e a dare carta bianca ad Emmerich sul punto “effetti speciali”.
Allora, tutti vogliamo bene ad Emmerich, ha accompagnato la mia fanciullezza con “filmoni” del calibro di Godzilla (che lo so che quello del 1996 vi è piaciuto, non fate finta di no) e Stargate: lui con gli effetti speciali e la distruzione ci va a nozze, dai.
In questo film l’apocalisse si mostra in tutta la propria illogicità e mancano solo le mucche che esplodono da sole, davvero.
A completare il tutto non potevano mancare le mitiche espressioni basite di Jeff Goldblum. Chi è cresciuto tra gli anni ’80 e ’90 sa che le sue sono le espressioni basite preferite da ogni regista e ci tengo a precisare che proprio queste mi ha spinto a desiderare ardentemente di vedere questo film. IO LE VOLEVO, DIAMINE.

Ad ogni modo, inutile girarci troppo attorno: questo film è brutto.
E sarebbe assai complicato spiegare il perché.
La verità è che si tratta di un prodotto pensato male e realizzato esclusivamente per fare soldi. Che poi, possiamo ammetterlo, sono esattamente le stesse premesse del capitolo del 1996. Quali sono allora le differenze? Semplice, nel film del ’96, come per Godzilla o Stargate, c’era cuore. Emmerich poteva sfornare le cose più inguardabili, ma lo faceva con tutto il sentimento.
Qui il cuore manca del tutto, si è semplicemente cercato di riportare in vita quello che è divenuto un grande classico della cultura degli anni ’90, ma senza tutta l’atmosfera che c’era e soprattutto senza gli anni ’90. Il tentativo di attualizzare una pellicola del genere doveva essere compiuto con molti più sforzi e dispiace che un film che ha segnato l’infanzia di molti si sia guadagnato un seguito con battute stereotipate, attori scialbi e la mancanza di una minima coerenza nella storia (e non parlo di verosimiglianza, sia chiaro). Insomma, Independence Day meritava di più.
E il peggio non è questo: si sono già preparati per il terzo capitolo.

Ps. il dott. Brakish Okun… Sul serio lo ricacciamo?


Nerdando in breve

Independence Day: Rigenerazione è stato uno dei film simbolo degli anni ’90 e, probabilmente, Emmerich e soci dovevano lasciare invecchiare in pace quel povero film. Con l’assenza del Capitano Hiller anche il film viene a mancare.

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