Nel mondo dei giochi da tavolo c’è davvero spazio per tutti: potete affrontare zombie e Grandi Antichi, essere a capo di una civiltà, magnati dell’industria alimentare e miliardari spendaccioni, giusto per citarne alcuni. Ma che ne dite, questa volta, di fare un salto in un mondo fantastico dove al centro di tutta l’azione avremo gemme, oro e soprattutto gioielli? L’ultima produzione targata Cosplayou, Jewels, ci catapulta proprio in questo frangente, grazie al gioco di Omar Khmayes – sua prima creazione – che è arrivato sul nostro tavolo, proprio in occasione dell’uscita ufficiale. Andiamo subito a valutare la preziosità delle nostre gemme, ma prima date un’occhiata al nostro album su Facebook!
In Jewels noi e i nostri compagni di avventure (da 2 a 5) vestiremo i panni di mercanti di gemme, con un solo obiettivo: accumulare più ricchezze degli altri prima che le risorse siano esaurite. Jewels è un gioco di carte che rappresenteranno sia, appunto, le risorse che dovremo comprare e vendere nonché forgiare per creare gioielli necessari per “fare i big money“, sia personaggi ed eventi che si susseguiranno nei turni. Ogni risorsa ha un costo d’acquisto ed uno di vendita, poiché potremo anche venderle singolarmente; tuttavia per assicurarci la vittoria dovremo necessariamente raccoglierne diverse per poi passare alla produzione del gioiello (anello, bracciale o collana) che ci richiederà sempre una o più risorse Oro e poi un numero variabile di gemme, a volte necessariamente uguali, a volte no. Le carte Incontri racchiudono i personaggi che incontreremo nelle varie città (torneremo dopo su questo elemento) sono divisi in tre tipologie: abbiamo gli Acquirenti, ai quali venderemo gemme e/o gioielli, necessari per monetizzare; i Mostri, che accumuleranno di turno in turno delle risorse che potremo ottenere solo sconfiggendoli tramite il lancio del d8 in dotazione, e infine i Mercenari, più o meno loschi figuri che ci aiuteranno o ostacoleranno gli altri giocatori nel momento in cui andremo ad interagire con loro. Ultima tipologia di carta è costituita dagli Eventi, che entrano in gioco solo in particolari occasioni, che cambieranno le carte in tavola – perdonate il gioco di parole – ponendo nuove condizioni e così via.
Elemento direi fondamentale di Jewels, e che rappresenta un plus non indifferente, è la presenza del playmat all’interno della scatola. Al di là dell’ottima fattura e del gusto nell’avere una dotazione più corposa del solito tabellone di cartone, sul mat abbiamo già lo spazio per posizionare i tre mazzi di carte e i loro scarti ma soprattutto le sette città che i giocatori visiteranno, come anticipatovi prima. Una città è composta da una colonna di due carte: una risorsa e un incontro. Ogni giocatore ha a disposizione un meeple che potrà piazzare durante il proprio turno per “entrare” in città e interagire con le carte in essa presenti, e ciò dà al gioco un tocco di piazzamento lavoratori che non potrà che rendere felici gli euro/german-addicted. Nel momento in cui due o più meeples condivideranno lo stesso piazzamento, sia per l’acquisto della risorsa che per l’interazione con il personaggio/mostro/acquirente partirà un meccanismo d’asta, utilizzando i segnalini moneta che avremo a disposizione. Ogni turno quindi il giocatore potrà effettuare tre tra le sei azioni disponibili: oltre ai già citati Viaggiare, Acquistare e Interagire, potremo Forgiare, Aspettare e quindi riempire gli spazi vuoti della città in cui ci troviamo, ed infine Incassare per ottenere una sempre utile moneta dalla banca.
Jewels è un gioco fresco che a prima vista sembrerebbe un filler ma vi assicuro che non lo è, anzi, le partite possono anche essere piuttosto lunghe! Si tratta di un interessante mix tra un card driven e un piazzamento lavoratori: mi raccomando mischiate bene i mazzi! Il sistema di gioco scorre bene, limitando eventuali momenti di stallo solo in occasione di una sfortunata (ma totalmente non dipendente dal gioco in sé!) serie di Incontri sul tavolo, ma fortunatamente l’autore ha ovviato a ciò facendo tirare a fine turno il d8, distruggendo (o erasando, termine forgiato durante la fase di test) la città corrispondente al numero ottenuto, per poi procedere al refill di tutto il tabellone, davvero una buona mossa.
Di Jewels non potrà non rimanervi impressa la grafica molto accattivante: l’ambientazione ha tantissimo del sapore delle produzioni di Tim Burton, vivendo di personaggi tra l’affascinante e il grottesco, con un tocco di fumettistico che non guasta mai. I componenti sono di buona qualità e ci tengo a spendere altre parole positive per quanto riguarda la scelta di inserire il playmat al posto di far sborsare un extra: il portafogli ha sempre voce in capitolo, e in questo caso ringrazia eccome! Un “bravo tutti” a Omar e alla Cosplayou, che sta virando le sue produzioni verso i gusti dei gamer più duri e puri – vedi la nostra anteprima di Parsec – e che, con Jewels, ha piazzato un buon colpo. Buon divertimento e… attenti ai mostri, sono affamati di oro e gemme!
Ringraziamo Cosplayou per il materiale che ci ha gentilmente inviato.
Nerdando in breve
Jewels, quando un card driven e un piazzamento lavoratori vanno a braccetto ma soprattutto a caccia di gioielli.
Menzione d’onore: Il primo gioco, per un autore, non si dimentica mai ma è di sicuro il più difficile… complimenti quindi ad Omar per aver centrato il bersaglio al primo tentativo!
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