Fin da piccola ho sempre amato Star Trek. Credo di aver visto almeno una volta tutti i film e tutti gli episodi di tutte le varie serie televisive ambientate nell’universo di ST (si, compresa Deep Space Nine). Per un periodo di tempo, molti anni fa, ho anche studiato il Klingon e il Vulcaniano. Potrei essere definita una “trekker” (o “trekkie”), ma non mi piacciono le etichette, e non ho mai capito il perché della guerra infinita tra i fan di Star Trek e quelli di Star Wars: a me piacciono entrambi, e li considero prodotti molto diversi tra loro, quindi perché paragonarli? E poi, se ti piace la fantascienza, ti piace tutta! Battlestar Galactica dove lo mettiamo? E Dune? E Stargate? E Babylon 5?? Ok, su quest’ultimo scherzavo!
Di Star Trek ho sempre apprezzato il fatto di avere a disposizione centinaia di episodi, storie, mondi e personaggi diversi, che hanno accompagnato noi sognatori dello spazio fin dagli anni ’60. Oltre ad aver portato nelle case di tutti la fantascienza, Star Trek ha il merito di aver saputo osare qualcosa di molto importante per l’epoca in cui è nato: ha messo insieme sulla nave spaziale U.S.S. Enterprise un equipaggio composto da 2 americani, uno scozzese, un russo, un giapponese, una donna nera e un alieno, in piena guerra fredda e post seconda guerra mondiale! Inoltre, non dimentichiamo che il primo bacio interraziale tra neri e bianchi in televisione è stato proprio quello tra il biondo comandante Kirk e la bella Uhura.
Dopo 10 film e ben 703 episodi televisivi, nel 2009 J.J. Abrams ha avuto il compito di riportare l’equipaggio dell’Enterprise al cinema, con il film Star Trek: il futuro ha inizio. Molti fan “puristi” non hanno apprezzato la svolta che Abrams ha dato all’universo di ST, io invece trovo che quel che ha fatto sia geniale: ha trovato il modo, tramite l’espediente del viaggio nel tempo, di fare un reboot totale dei personaggi e delle loro storie, ritrovandosi a disposizione la possibilità di far ripartire da zero le avventure dei protagonisti, mantenendo comunque un legame con le vecchie storie grazie al personaggio del “Dottor” Spock anziano. Alcune cose, conseguentemente all’evento che vediamo all’inizio del nuovo ST, sono state un po’ cambiate, ad esempio il carattere e la storia personale del capitano James Tiberius Kirk, e ciò non è stato molto apprezzato dai fan puristi di cui sopra, io invece credo che sia bello vedere innovazione e freschezza in un prodotto così amato che rischiava di restare sconosciuto alle nuove generazioni. I tempi e la società cambiano, è necessario saper stare al passo!
Nel 2013 è uscito Star Trek: Into Darkness, ispirato a Star Trek II: L’ira di Khan del 1982, che mi è piaciuto ancora di più del precedente. Ieri sera, invece, sono andata a vedere l’ultimo capitolo cinematografico di ST: Star Trek Beyond.
Purtroppo devo dire che, tra i 3 film “nuovi”, Beyond è quello che mi è piaciuto meno. La trama stenta a decollare, non coinvolge fino in fondo, e dopo una lunga (troppo) parte iniziale piena di distruzione, si aspetta di sapere il perché di tale distruzione, e la risposta tarda ad arrivare. Ho trovato i due villain degli altri film più interessanti e più “odiosi” fin da subito, a differenza di Krall, cattivone di turno, che non riesce a essere convincente nelle sue motivazioni.
Chris Pine stavolta porta sullo schermo un capitano Kirk stanco, annoiato e demotivato, quasi pronto ad abbandonare l’Enterprise e il suo equipaggio, ma ovviamente cambierà idea; Spock… è il solito Spock, come anche tutti gli altri, nulla di nuovo. C’è una new entry che sospetto sarà integrata nel futuro cast, forse al posto del povero Anton Yelchin/Chekov, che è morto poco tempo fa a soli 27 anni.
Per il resto, ci sono stati alcuni momenti divertenti che sono serviti a tener desta l’attenzione, e gli effetti speciali sono fantastici (ma ormai non ci aspettiamo altro). Un paio di tamarrate di troppo che non posso perdonare: la moto e la musica. Ho apprezzato invece la citazione nostalgica verso la fine che strizza l’occhio ai fan di vecchia data.
Concludendo, da Simon Pegg (che ha scritto la sceneggiatura insieme a Doug Jung) mi aspettavo un po’ di più, ma ho fiducia nei prossimi capitoli; so che li guarderò in ogni caso, come guarderò anche la nuova serie tv in arrivo prossimamente.