Esce oggi in edicola il primo numero (di quattro) di Qvando c’era LVI, l’ultima fatica di Stefano Antonucci e Daniele Fabbri, coadiuvati da Mario Perrotta.
La trama è piuttosto semplice: alcuni membri di un famoso movimento politico di destra sono alla ricerca di un leader carismatico e così, con l’aiuto di uno scienziato, decidono di riportare in vita Mussolini ma qualcosa va storto.
Ho avuto l’occasione di leggere il fumetto prima che uscisse, grazie a Stefano Antonucci, e mi sono trovato davanti ad un lavoro maturo che segna una netta divisione con il passato ed è davvero un salto di qualità, dopo la prima lettura ritenevo Qvando c’era LVI un prodotto divertente, con degli ispirati disegni ed una trama interessante, che mi ha strappato più di una sorriso soprattutto grazie alle sei pagine di extra finali che sono di altissimo livello.
Dopo i fattacci del Romics – sui quali non spenderò una parola, se n’è parlato praticamente OVUNQUE – ho rivisto l’intervista realizzata ad Antonucci e riletto nuovamente il fumetto.
Le risate hanno fatto spazio ad una riflessione profonda: la storia grottesca, raccontata dagli autori, non mi faceva più ridere ma pensare; è incredibile come la satira di Antonucci & Fabbri si sia trasformata per il sottoscritto, dopo l’evento di Roma, da mezzo per ridere a strumento di riflessione.
Se ci sono persone che oggi non solo si sentono offese se viene toccato un personaggio storico così controverso, ma addirittura passano al “contrattacco”, andando a disturbare una fiera del fumetto e delle persone che lavorano, danneggiando albi e provocando gli addetti allo stand Shockdom (editore dell’opera) c’è sicuramente qualcosa che non va.
Il primo albo di Qvando c’era LVI è disponibile in edicola e fumetteria in due copertine: una standard realizzata da Fabrizio Pluc Di Nicola e la variant di Giulio Rincione; vi consiglio di prendere il primo numero e, soprattutto, di leggere con attenzione le ultime pagine.
Vi lascio con l’intervista profetica ad Antonucci.