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Hyper Void – Cosa si nasconde nelle profondità dei tunnel spaziali

Se siete dei nerd appassionati di fantascienza e di avventure nello spazio profondo, di sicuro saprete perfettamente cosa sono i wormhole.

Ma vi siete mai chiesti cosa si nasconde all’interno dei tunnel spaziali?

È da questo originale presupposto che parte il concept di Hyper Void, primo nato della Indie canadese IN|Framez.

Si tratta di uno shoot ‘em up dal gusto retrò, e fin dai primi istanti mi riporta alla memoria alcuni vecchi titoli della mia infanzia, come Xenon 2, Wing Commander e lo splendido Awesome, ma fin dai primi minuti di gioco capisco anche che c’è una profonda differenza rispetto a quei titoli storici: non ci troviamo nello spazio aperto, o in orbita attorno ad un pianeta, bensì intrappolati nei celebri tunnel spaziali tanto cari alla fantascienza degli anni ’90 (Star Trek in primis, ricordate Deep Space 9?) ed alla fisica quantistica.

Il gioco mi mette alla guida di un’astronave lanciata proprio all’interno di un wormhole (o meglio, di molti wormhole diversi, uno per ciascuno dei 29 livelli) e se è vero che la fisica quantistica obbedisce a leggi diverse da quella “normale”, qui ne abbiamo la prova provata.
Sebbene il gioco sia piuttosto ripetitivo nelle sue dinamiche, i livelli presentano una grandissima varietà, non solo dal punto di vista estetico, ma anche e soprattutto dal punto di vista del gameplay: a volte siamo lanciati in un tunnel cilindrico, e abbiamo la possibilità di ruotare a 360°, altre volte siamo piazzati sottosopra, con tutti i comandi invertiti, oppure abbiamo a disposizione un’area di movimento non lineare o persino curvata su se stessa in cui la traiettoria dei proiettili è davvero di difficile comprensione; non mancano i livelli in cui, invece di sparare, dobbiamo operare di fino: dribblando campi di meteore, barriere artificiali e milioni di altri ostacoli.

A mia disposizione non una, ma tre armi differenti: la prima, lenta ma molto potente, è ottima per far piazza pulita dei nemici più grossi come i boss; poi abbiamo il laser classico, rapido e mediamente efficace; infine lo sparo continuo: un raggio a basso impatto utile per il lavoro di fino. Ma anche se abbiamo munizioni infinite, come da tradizione per questo genere, non ci è consentito un uso delle armi continuo: i laser hanno bisogno di tempo per ricaricarsi, per cui lanciarsi a capofitto nei livelli sparando all’impazzata è il modo migliore per un rapido e penoso game over: tenere a bada l’istinto di azzannare i pulsanti del controller è forse la sfida maggiore.

Ecco la cosa che più mi ha entusiasmato e colpito di questo gioco: è sì uno sparatutto, ma occorre usare la testa, capire qual è la strategia migliore per affrontare i livelli e le sue sotto fasi, i boss e i diversi nemici. Occorre quindi precisione, strategia, ragionamento e rapidità d’azione.

Niente male per un gioco pensato, creato, partorito e distribuito da una Indie composta da due sole persone: due fratelli siriani che dopo una lunga esperienza con EA Canada, si sono gettati nel mondo Indie e lo hanno fatto con un ottimo prodotto contenente un grado di sfida calibrato perfettamente, che non risulta mai frustrante.

Intendiamoci: Hyper Void non è un gioco per tutti, ma anche se non è propriamente il mio genere ho assolutamente apprezzato il lavoro di fino, i dettagli curati nei particolari, l’atmosfera claustrofobica e dannatamente intrigante, il tutto accompagnato da una musica incalzante che fa da ciliegina sulla torta.

In conclusione siamo davanti ad una bella sorpresa, che nel mare magnum dei prodotti Indie talvolta di dubbia qualità, svetta sicuramente per aver dato nuova linfa ad un genere ormai quasi dimenticato: un omaggio ai giochi dei primi anni ’90 condito da gusto moderno e da tante idee originali.

Ho provato Hyper Void su Xbox One, ma è disponibile per PS3 e PS4 e, a breve, come accennato nell’intervista che i ragazzi di IN|Framez ci hanno rilasciato, anche per PC.

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