Cosa succede ad un drogato di giochi da tavolo e giochi di carte come me quando gli mettete in mano 7 Wonders? Si innamora perdutamente. La scintilla è scoccata in una lontana edizione del Lucca Comics & Games, in cui provammo il gioco allo stand Asterion e ci convinse al punto di partecipare al torneo che si sarebbe tenuto poco dopo proprio nel corso della fiera.
Il sogno bagnato di ogni giocatore di carte che si rispetti è quello di draftare, SEMPRE!
7 Wonders ci fa vivere in questo sogno: ogni partita infatti è un draft, in cui le carte scelte sono risorse da accumulare o edifici da costruire. Prima di iniziare una partita, come suggerisce anche il nome, ogni giocatore sceglie casualmente o tramite un’asta in punti vittoria una delle sette meraviglie del mondo antico. Ognuna di esse ha una plancia specifica, con due facce, che fornisce risorse, potenziamenti e punteggi differenti. Scelte le meraviglie finalmente entrano in gioco le carte, che vengono mischiate in tre mazzi denominati Epoche: essi scandiscono il numero di fasi del gioco e il numero di giri di draft che si effettueranno.
Per chi non sapesse cosa sia un draft, il meccanismo è semplice: tutte le carte di un’Epoca vengono mischiate e distribuite ai giocatori, ognuno di essi, a turno, guarda le carte a propria disposizione, ne sceglie una e mette il resto da parte. Quando tutti avranno scelto, le carte vengono girate, se si tratta di risorse vengono aggiunte alla riserva di quel giocatore, se sono edifici vengono costruiti a patto che si abbiano le risorse necessarie o si posseggano i prerequisiti per costruirle gratuitamente. La sequenza si ripete fin quando non si esauriscono le carte, decretando la fine dell’Epoca; ogni volta che finisce un’Epoca, le grandi potenze si scontrano militarmente, ogni scontro vinto fornisce bonus in punti vittoria (allo stesso modo le sconfitte portano malus) crescenti in base al progredire del gioco. Nella terza Epoca è presente un tipo di carta speciale: si tratta delle Gilde, particolari costruzioni che forniscono nuovi modi di accumulare punti vittoria e generalmente spostano e vivacizzano le strategie al tavolo. Una volta che anche la terza Epoca si è conclusa, si decreta la fine della partita, vengono contati tutti i punti vittoria e, ovviamente, la meraviglia che ha ottenuto il punteggio maggiore si aggiudica la vittoria.
7 Wonders è un gioco facilissimo da spiegare con poche e chiare regole, ma possiede, come tutti i titoli realizzati bene, un’enorme varietà e profondità. La scelta di usare le carte e la modalità draft rendono le partite molto brevi (in genere si aggirano sui 25-30 minuti), aumentando la versatilità del gioco, che può essere usato sia in sessioni brevi che più lunghe o anche come unico divertimento della serata, se si dovesse decidere di fare più di una partita. All’apparenza, dal momento che si hanno di fronte delle carte, si potrebbe pensare che 7 Wonders possa essere troppo vittima della casualità, ma in realtà, una volta che si supera la mano iniziale, è possibile impostare e perseguire dei piani d’azione senza troppi patemi d’animo. Al giocatore è lasciata la massima libertà di scelta, sono davvero molti i modi per accumulare i punti, inoltre la selezione della meraviglia e le eventuali gilde aggiungono ancora maggiore profondità alle possibili strategie. Se poi anche questo non dovesse essere sufficiente, sono state realizzate numerose espansioni come Cities, Leaders e Babel, più carte leader e meraviglia promozionali e aggiuntive, per rendere ancora più varia e longeva l’esperienza di gioco.
7 Wonders ha tutte le caratteristiche comuni ai grandi giochi da tavolo: è semplice ma allo stesso tempo multiforme e profondo, la singola partita è breve ma la varietà del titolo permette di sfidarsi più volte nella stessa sessione senza annoiarsi, in fin dei conti tutti i premi vinti dalla creatura di Antoine Bauza (l’ideatore) non vengono assegnati per caso. È facile intuire da ciò che ho scritto che consiglio vivamente 7 Wonders a tutti gli appassionati e non, credo infatti che questo gioco, insieme ad altri titoli come Carcassone, possa essere piazzato nella categoria degli entry level per boardgame un po’ più hardcore. La facilità nel comprendere il regolamento lo renderà appetibile anche ai non esperti e, allo stesso tempo, il graduale progredire nella curva di apprendimento darà quelle gioie e soddisfazioni che solo chi ama veramente i giochi da tavolo è in grado di provare. Buon draft a tutti!
Potrete trovare le foto dell’unboxing di 7 Wonders sulla nostra pagina Facebook!