Cosa c’è di più estivo che spaparanzarsi sotto l’ombrellone a leggere?
In effetti è l’unico momento in cui vedo così tanta gente che legge qualcosa, fosse anche Novella2000 (ma poi, esce ancora Novella2000?).
Comunque sia, ormai tradizione fissa da decenni (ben tre), ogni estate esce un Tex Albo Speciale, quelli comunemente detti Texoni, perché grandi il doppio del solito.
Ora, io so benissimo che questo articolo lo stanno leggendo in tre perché non c’è cosa meno interessante di Tex per i giovani virgulti che leggono questo sito. Eppure, ascoltate me, date una possibilità al Ranger nazionale.
Non solo la serie regolare è disegnata e scritta da fior fiore di artisti (tant’è che ha vinto pure un premio al Comicon di Napoli), ma in generale i Texoni sono sempre di altissima qualità. Si tratta di leggere un kolossal di 240 pagine, una storia unica, extra-large e disegnata da grandi artisti.
Quest’anno è toccato a Massimo Rotundo, autore dal curriculum importante e vario (ha lavorato anche per il cinema) ma che personalmente conosco poco.
La storia, scritta da Pasquale Ruju, è ambientata in un Texas meno conosciuto, quello delle piantagioni e delle paludi. L’ambiente dunque fa intuire dove si va a parare. Piantagioni di cotone, quindi schiavitù.
Come ci viene ricordato nell’introduzione (molto ben fatta e informativa, come da tradizione) con la fine della Guerra Civile e l’abolizione della schiavitù non scomparvero i problemi per gli afroamericani che spesso era condannati ai lavori forzati nelle stesse piantagioni dov’erano schiavi.
È in una di queste piantagioni che inizia la storia, dove il colonnello Woodlord cattura e frusta un prigioniero nero che aveva tentato di scappare. Sembra una scena pre-Guerra Civile e già insomma sappiamo chi sarà il cattivo.
Tex e il fido Kit Carson, intanto, arrivano nella vicina città di Galveston con i resti di una banda criminale sgominata. Loro vorrebbero solo godersi birra, bistecche e patatine (come tutti noi) ma si ritrovano coinvolti in una serie d’imprevisti che li portano sempre più vicini al cinico colonnello Woodlord.
Diciamo subito che non è uno dei migliori Texoni. Ovviamente è difficile eguagliare una lista trentennale in cui sono presenti storie bellissime e famosissime. Però io mi sono divertito.
La storia è avvincente quanto basta e ben sviluppata in molti suoi punti, la parte della tempesta del titolo è davvero bella con numerose sequenze spettacolari ben rese da Rotundo ai disegni.
Però manca di approfondimento per quanto riguarda i nemici e, secondo me, non sarebbe stato male approfondire un po’ di più la situazione nelle piantagioni, dove Tex arriva praticamente a fine volume e non ha molto da dire, quando mi sarei aspettato una giusta repulsione per l’operato di Woodlord.
Alla fine è Tex, non certo 12 Anni Schiavo o Django Unchained, quindi non aspettatevi né analisi sociali approfondite (anche se su Tex ogni tanto sono apparse) né ultraviolenza. Tex è sempre lui, insieme al suo fido Kit Carson e ai loro tormentoni (Vecchio Cammello, Satanasso, ecc.). Per me non è assolutamente un male, Tex è come i supereroi americani, qualche elemento sempre uguale, ripetuto. Qui nessuno vola, se non quelli presi a cazzotti da Tex e Carson. E il divertimento è lo stesso.
I disegni, come già accennato, sono molto belli, anche se in alcune vignette meno efficaci. In generale sono estremamente cinematografici, e questo è un bene.
Come ho accennato prima, i Texoni sono quasi dei film, più lunghi di un albo singolo, più grandi di un albo singolo, con un respiro più grande, ambientazioni magari meno scontate (tipo Cuba o la Patagonia) e impreziositi da disegni di altissimo livello. In questo, Tempesta su Galveston è un perfetto esempio. C’è tutto quello che ho detto e c’è anche un bel personaggio femminile, cosa non scontata su Tex, che di solito non presenta tanti personaggi appartenenti al gentil sesso.
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