“Magic uccide te e chi ti sta intorno”
“Magic provoca gravi danni alla salute”
“Magic provoca impotenza”
Sono solo i primi avvertimenti che mi vengono in mente da apporre su ogni pacchetto. Sì, perché è un gioco che va considerato causa di gravi dipendenze psico-fisiche alla stregua del tabacco o dell’alcol. Insomma, rendiamolo un presidio statale, alziamo il prezzo dei pacchetti a 8 euro l’uno e vedrete che non avremo più problemi con le prossime finanziarie per il prossimo ventennio almeno.
Ok a parte gli scherzi, aver giocato nell’ultimo mese ad Android Netrunner mi ha riportato prevedibilmente a voler tornare a giocare a Magic. Continuando la pessima metafora con il fumo, è come se avessi ripreso a fumare dopo un mese di sigaretta elettronica. Magic infatti, tra alti e bassi, dai tempi del liceo mi accompagna costantemente: dai primi due intensissimi anni di gioco, si sono alternate diverse fasi in cui facevo finta di non volerne sapere oppure acquistavo compulsivamente carte che non avrei mai rivenduto per comporre mazzi con cui non avrei giocato.
Insomma, la vivevo male.
Cos’è cambiato quindi? I più biechi materialisti direbbero che ora ho semplicemente una macchina da pagare, ma a me piace pensare di essere diventato più responsabile. Non cresciuto, responsabile. Del resto mi piace sempre “giocare con le figurine”…
Da questa fantomatica responsabilità è arrivato l’interesse verso un formato non ufficiale (nasce su Magic The Gathering Online), ma “tollerato” dalla Wizard: il Pauper.
Pauper significa povero, per cui il senso di questo formato è proprio usare solo carte che siano state stampate come comuni in almeno un set. La scelta di comporre un mazzo Pauper è davvero davvero stimolante: mette alla prova le reali capacità di un giocatore sia a livello strategico che a livello di costruzione del mazzo. Mediamente poi, i mazzi Pauper sono più lenti e meno competitivi degli altri formati, per cui si hanno molte più possibilità di rivalutare carte obsolete, creando combo anche difficili, ma originali.
Io, per esempio, ora sto cercando di montare un reanimator, mio pallino di sempre, portandolo in formato Pauper. Fin’ora ci ho speso una decina di euro ed il mazzo è giocabile. Ancora migliorabile, sotto molti aspetti, però è godibile: chi non si divertirebbe a poter calare al primo turno un Ulamog’s Crusher?
Eccoci al punto fondamentale: è un formato estremamente economico, povero appunto. L’unico modo per uscire dalla crisi è appellarsi al genio, quindi, non avendo soldi da spendere per comprare banalmente le carte più forti, bisogna, per forza di cose, inventare combinazioni nuove. Nessuno ha mai considerato gli spiritelli degni di essere inseriti in un mazzo, eppure ora quelle maledette fatine sono tra le creature più giocate nel formato e costano pochissimo, pur essendo davvero efficaci.
Infine, come succede probabilmente in ogni cosa, anche sul Pauper esistono due schieramenti ideologici opposti: Pauper Real, i puristi che vorrebbero poter usare nel formato ogni carta che sia mai stata stampata come comune; e Pauper MTGO, chi si attiene a una risicata banlist per avere più competitività tra i mazzi.
Qui il discorso si fa complesso e non è mia intenzione addentrarmi in questi impervi sentieri ora, dico solo che la Placca Cefalica è comune, se non fosse bannata, un qualsiasi mazzo di sole comuni avrebbe poco da sperare anche contro il peggior affinity Pauper. Quindi trovo sia giusto mettere qualche paletto per non far perdere il senso e la credibilità del formato (altro esempio: Sinkhole è comune ed una copia costa quanto fare un intero mazzo Pauper).
Insomma, inutile dire che questo sia diventato in poco tempo il mio formato preferito: è economico, è facile reperire le carte che ti servono e mostra la reale bravura di un giocatore. Quindi sbizzarritevi e soprattutto divertitevi: è ora di sfatare il mito che vede Magic solo come un passatempo costoso.