Per la prima volta ho – finalmente! – fatto parte del pubblico del Romics, in questa edizione primaverile del 2015, nella giornata di sabato 11 aprile. Grande curiosità da parte mia circa l’evento e le sue caratteristiche, in quanto è risaputo che, in quanto ad aspettative e portata, il Romics è, o almeno si propone, come la prima alternativa al ben noto LuccaComicsAndGames (scriverlotuttoattacatoèdivertente). Agli occhi di un “neofita” come il sottoscritto, come sarà apparsa questa convention a volte oggetto di commenti controversi? Andiamo a scoprirlo (Alberto Angela mode: ON).
Il Romics, giunto alla sua diciassettesima edizione, si svolge all’interno della nuova fiera di Roma. Fortunatamente il traffico non è stato un problema, anzi, in 3 ore quasi precise sono riuscito a togliere la macchina dal parcheggio sotto casa a Firenze e a tirare il freno a mano in quel del parcheggio Nord del Romics. Abbastanza scorrevoli le file – anche se a volte lo staff ha bloccato, saggiamente, parte della folla per far defluire lo spazio antistante le biglietterie – ma, avendo il pass stampa, non posso quantificare i reali tempi di attesa, che comunque, ripeto, non sembravano maggiori di un 15-20 minuti. Per chi non lo sapesse, la fiera di Roma ha “due piani”: abbiamo una camminata sopraelevata dalla quale si può accedere dall’alto ai padiglioni, mentre al piano terra c’è la diretta continuazione dell’ingresso inferiore, dove si accede ai padiglioni dal basso. Il desk per gli accrediti era al piano superiore, e la quasi totale assenza di indicazioni in loco ha reso un po’ difficile orientarsi – mettendoci nei panni di chi è lì per la prima volta, ovvio. I padiglioni utilizzati per la convention sono 4, di cui uno interamente adibito ad auditorium per gli spettacoli (ho assistito a quello sul Korean-Pop, simpatico nonostante la palese natura trash del K-Pop) e tre per il resto, divisi in padiglione Games, padiglione Comics e padiglione Movie.
Inutile fare tanti giri di parole: la fiera mi ha dato l’impressione di avere una forte impronta “commerciale”. Se dovessi esaminare la composizione dei tre padiglioni, direi che:
- Il padiglione Games è composto per il 50% da stand di vendita giochi da tavolo/giochi di carte, con un po’ di tavoli per le demo, un 30% è occupato dall’area videogame con la presenza di postazioni per Lan Party e altri giochi più o meno recenti, e il 20% rimanente era occupato da un palco (e dalla relativa folla accalcata) dove ci sono state le “esibizioni” di alcuni YouTuber videogiocatori famosi che hanno intrattenuto la platea con delle sovreccitate partite a Fifa. Sinceramente non pensavo che un evento del genere potesse avere tanto appeal tra il pubblico, ma le urla e i boati mi hanno smentito. De gustibus!
- Il padiglione Comics è composto al 70% da stand che vendono di tutto, e da un “misero” 30% dagli stand delle case editrici, dove ho purtroppo riscontrato l’assenza di un discreto numero di autori, ad eccezione dello stand Shockdom, ormai una vera e propria garanzia di presenza e vicinanza degli autori (e dello staff della casa editrice stessa – ciao Teresa!), con la gioia di grandi e piccini che si accalcavano per un disegno di Sio o degli altri creativi del gruppo. Bello trovare allo stand Panini Comics la mitica Silvia Ziche, storica disegnatrice Disney e non solo.
- Il padiglione Movie è composto al 50% dai soliti stand, dal 20% dal palco dove si è tenuto, ad esempio, il talk-show degli autori Shockdom, un altro 15% occupato dall’esposizione di alcune armature di Iron Man (belle!) e da poche case cinematografiche, e il restante 15% occupato da mostre, secondo me non molto valorizzate – come non citare alcune meravigliose opere di Bruno Brindisi e Paolo Barbieri, purtroppo posizionate in una zona un po’ marginale del padiglione -.
Non serve avere una laurea in matematica per capire che più della metà di ogni padiglione è occupato da “bancarelle” più o meno grandi: ottimo sia per i venditori sia per gli acquirenti – e confermo che alcuni prezzi si sono rivelati davvero competitivi ed interessanti, a differenza dell’esosità di Lucca – però forse non basta questa impronta commerciale per smuovere uno zoccolo duro di appassionati che, magari, avrebbe voglia di vedere qualcosa di importante, e in maniera più organica, non solo piccoli assaggi. Ammetto e sottolineo che sono stato presente in fiera solo un giorno, e so bene che la domenica c’è stato molto più fermento, quindi di sicuro sarebbe utile vivere un’esperienza lunga almeno un weekend. Farsi tutti e quattro i giorni, eventi a parte, forse invece sarebbe un po’ eccessivo.
Il cosplay è uno dei punti di forza del Romics, è ormai risaputo che l’evento romano è nel circuito del World Cosplay Summit, e il livello di sfida è alto, altissimo. Davvero tanti i cosplayer, anche se ormai si percepisce una bella spaccatura tra chi lo fa con serietà e dedizione, con risultati eccellenti, e chi lo fa principalmente per avere il biglietto ridotto – anche se ho apprezzato la “selezione all’ingresso” da parte di una mini-giuria. Sinceramente, non considero cosplay indossare un frontino con la gemma verde di The Sims, oppure vedere un Solid Snake in tuta e protezioni da skateboard, o ancora un Naruto con scarpe da ginnastica… Ci sono poi le eccezioni simpatiche: ho riso non poco vedendo ragazzi con le maschere di noti politici (politicanti) italiani, oppure dei costumi “transgender” simpatici come un MaleficO oppure un ElsO di Frozen. Inquietanti ma divertenti!
Probabilmente, ed è un suggerimento personale, eviterei la sovrapposizione col PLAY Modena, che non ha permesso alle case produttrici/editrici di essere presenti in prima persona al Romics. Peccato perché sarebbe stata una grande vetrina! Imponente però la presenza della Dal Tenda, decisamente MASSICCIA, che ha occupato la maggior parte dell’area games più “commerciale” con degli enormi e fornitissimi stand – gestiti da ragazze e ragazzi simpaticissimi, guardate i loro photobomb ai cosplayer su Facebook! – dove era possibile acquistare di tutto, in ambito card games, board games, rpg e quant’altro. Mi ha fatto molto piacere avere la possibilità di parlare (intervista is coming!) con Francesco Marcantonini, autore di uno dei primi giochi distribuiti della Dal Tenda, CIAK!, edito da CosplaYou, coinvolto anche nella pubblicazione di Pizza, spaghetti e mandolino, stessi editori e distributori. Soddisfatto quindi di aver conosciuto un nuovo autore e una nuova realtà editoriale e distributiva tutta italiana, e quanto prima avremo modo di parlarne in maniera approfondita!
Tirando le somme, infine, il Romics in questa edizione primaverile è stato di sicuro un buon evento, con spunti interessanti e un forte appeal commerciale che, inutile negarlo, ha il suo perché. Mi sarebbe piaciuto avere un’esperienza più completa e forse più volta agli aspetti artistici di tutto questo mondo che include fumetti, giochi e quant’altro. Per fortuna la gestione logistica è stata all’altezza – ho apprezzato moltissimo i numerosi stand di porchettari e di cibi siciliani, ottimi – e, almeno per quanto riguarda sabato, la folla non era eccessiva, anche se ho saputo che domenica l’affluenza è stata decisamente maggiore, del resto sono stimate 200.000 presenze, davvero niente male. Ringrazio l’ufficio stampa, infine, per il supporto, e concludo ponendomi un obiettivo: ci vediamo ad ottobre!
Menzione d’onore: di solito utilizzo questo spazio per delle cazzate che spero siano divertenti, ma questa volta, inaspettatamente, sarò serio. La mia menzione d’onore va all’esposizione di 150 Okiagari Koboshi, bamboline “sempreinpiedi” di cartapesta, tutte decorate diversamente da tante celebrità giapponesi e non solo, in onore del popolo di Fukushima, vittima del tremendo tsunami/terremoto dell’11 marzo 2011 con conseguente incidente nucleare. Gambatte (trad: Buona Fortuna), Fukushima.