Recensione
Suvvia, ditemi un po’: a chi non piacciono i vichinghi?
Barbuti, brutali e grossi come armadi nel nostro immaginario visivo, sono costantemente utilizzati come protagonisti di saghe, libri, giochi e chi più ne ha più ne metta, come conseguenza del fascino esercitato dalla loro fama di sanguinari guerrieri e da quello delle ambientazioni entro le quali si muovono ed “operano”.
Io personalmente adoro i vichinghi, sia quelli più romanzati, sia quelli più storicamente accurati. Ed è proprio di questi ultimi che oggi ci occuperemo, andando a sviscerare un titolo indie proveniente dalla Spagna ma dalle radici mitteleuropee, che ha attratto la mia attenzione non appena ho messo gli occhi quasi per caso sulla suggestiva grafica disegnata a mano, che ci riporta indietro di più di mille anni sulla fredde coste del Nord Europa.
Imbracciamo la nostra ascia da battaglia e via sul drakkar a comandare: benvenuti in The Great Whale Road, un titolo ibrido tra rpg, gestionale, strategico/tattico a turni che fa della cura nella ricostruzione storica e della sua artigianalità i propri punti di forza.
Ispirazione
La versione da noi provata, grazie ai ragazzi di Sunburned Games (che conoscerete meglio nell’intervista che pubblicheremo prossimamente), è un early access, quindi il gioco è tutt’altro che completo, ma da quando l’ho installato già sono parecchi gli aggiornamenti di un certo spessore pubblicati e l’autore stesso mi ha detto che i lavori procederanno finché non saranno soddisfatti del prodotto secondo come l’hanno in mente.
Per ora, l’unica civiltà giocabile è quella dei Dani, ma è inequivocabile come non sarà l’unica nella versione definitiva e come ci è stato confermato dagli sviluppatori; quindi scegliamo il nostro popolo e ci coglie subito un feeling, un retrogusto di una ispirazione sopraffina: quanti di voi conoscono il bellissimo King of the Dragon Pass, uno strategico ibridone come il qui presente, ambientato nel mondo di HeroQuest? Per quanto ne so io, questo bellissimo titolo ha ricevuto un successo maggiore in anni recenti grazie alla redistribuzione digitale rispetto a quando arrivò sugli scaffali nel 1999.
Chiunque abbia avuto l’occasione di giocarlo, probabilmente capirà subito dove andiamo a parare: ci ritroviamo nei panni di un capovillaggio che deve gestire il proprio popolo in diversi aspetti.
Gameplay: Strategia e Ruolo
La prima fase, la fine dell’estate, ci permette di allocare gli abitanti in diverse attività, dalla pastorizia, all’addestramento militare, fino ad arrivare alla diplomazia e al culto. In base a quanti uomini allocheremo per ciascuna attività, otterremo degli output diversi.
Attenzione, perché questa allocazione sarà valida per tutto l’anno in corso, quindi occorre molta attenzione nel pianificare gli aspetti cui daremo maggior importanza.
Finita la fase dell’assegnazione, inizia l’inverno: le navi sono alla rada, un soffice manto di neve ammanta il paesaggio e noi ci troveremo a dover prendere una serie di decisioni riguardanti la risoluzione di eventi casuali nello stile proprio di una specie di libro game interattivo misto a gioco di ruolo. Questa parte serve anche a donare moltissima atmosfera al titolo, che già di suo ne abbonda, grazie alle descrizioni e alle sensazioni evocate. Parleremo più in avanti degli aspetti audiovisivi perché in questo caso sono parecchio rilevanti.
Finalmente la primavera scioglie i ghiacci e ci permette di imbarcarci sul nostro drakkar! I nostri guerrieri scalpitano, a noi non resta che assemblare il nostro gruppo principale di fidati guerrieri, imbarcare scorte e merci e partire alla ventura!
Dove si va? Fino al punto che ho giocato io, la scelta del luogo dove andare è legata a delle quest che si sbloccano man mano, quindi non è possibile imbarcarsi per andare in un posto che non sia legato a una specifica quest. Questo aspetto non mi piace molto, ma ad un certo punto parrebbe che si sblocchi il “free roaming” (confermato sul sito dello sviluppatore, ndr). Di certo, è possibile scegliere tra varie missioni.
Quale sia la quest, passeremo per una fase, simile alla precedente, nella quale dovremo prendere alcune decisioni su eventi che accadranno durante la navigazione, che di suo sarà affetta dal vento, dalle condizioni atmosferiche e dallo stato della nave. Ogni tanto, passando di fronte a villaggi e avamposti potremo fermarci per fare scorte, riposarci e ubriacarci da schifo nelle locande.
Già, perché i posti visitabili offrono ciò che ci aspetteremo da comuni villaggi vichinghi: una taverna dove bere e ascoltare notizie provenienti da svariati luoghi, un mercato nel quale vendere e comprare secondo diversi parametri, una zona dove riposare, un guaritore, un fabbro ove acquistare equipaggiamento da combattimento, una zona intorno al villaggio dove è possibile cacciare e solitamente, se siamo nel luogo di una quest, il punto dove troveremo la possibilità di progredire nella storia.
Molte volte l’avanzamento della trama passerà, inevitabilmente, dal canto delle spade. E qui scopriamo l’altra, ennesima anima di The Great Whale Road.
Gameplay: Tattica
Quando ci troveremo ad affrontare dei combattimenti, la visuale muterà e ci ritroveremo su un campo di battaglia diviso in esagoni, sul quale potremo controllare quel gruppo di quattro fidati guerrieri (compreso il nostro personaggio) di cui vi parlavo prima: in tutto e per tutto si tratta del nostro party, munito di classe, equipaggiamento e statistiche come ogni personaggio da gioco di ruolo che si rispetti, punti ferita e punti difesa in primis, quando si tratta di menar le mani.
Ogni personaggio sul campo di battaglia potrà contare su diverse azioni da compiere: movimento, attacco o difesa e grido di battaglia. I gridi di battaglia sono delle “carte” giocabili una volta per battaglia, che donano abilità speciali o effetti, agli alleati o ai nemici. Per poterli giocare sarà necessaria una risorsa, che si accumulerà man mano che i nemici vengono sconfitti.
Sembra facile giusto? E in effetti lo è, ma non per questo non è impegnativo o non vi troverete a sudare e a sperare che uno dei vostri eroi non cada in mano nemica.
Quindi, calma, sangue freddo e non fate azioni avventate.
Grafica e sonoro
Un qualcosa di cui in Sunburned vanno particolarmente orgogliosi è il lato grafico della loro opera prima: tutta disegnata a mano ed artigianale, ispirata se vogliamo alla Linea Chiara tipica del fumetto franco-belga. Lo stile a me piace molto, da grande appassionato della bande dessinée, e le scelte cromatiche non fanno altro che rafforzare la sensazione di appagamento grafico che si ricava guardando The Great Whale Road. La mappa principale degli spostamenti è splendida, come se osservassimo una pergamena srotolata in una buia capanna illuminata da torce.
Per quanto riguarda il sonoro, la musica è molto coinvolgente e perfetta per calarci nei pelosi panni di un capo villaggio nordico.
Aspetto audiovisivo promosso!
Conclusioni
The Great Whale Road è ancora in fase di sviluppo, ma già mostra i muscoli di titolo che non ha paura di far vedere la cura e l’impegno dietro al suo sviluppo: un titolo dalle svariate anime ma che mostra grande equilibrio ed ottima profondità di gioco e contenuti. Considerando che gli aggiornamenti sono frequenti e lo sviluppo procede a gonfie vele, in men che non si dica ci ritroveremo con un titolo che può far parlare molto di sé e non solo nella nicchia indie.
The Great Whale Road è disponibile soltanto su PC.
Nerdando in breve
The Great Whale Road è un mix ben riuscito che, seppur ancora in sviluppo, già risulta divertente e profondo. Se poi consideriamo che è un gioco sui vichinghi, sinceramente non posso che promuoverlo e consigliarlo a tutti gli interessati.
Trailer
https://www.youtube.com/watch?v=qDbgtnZqQDo
Contenuti