Quando Pandemic Legacy mi ha ordinato, per la prima volta nella mia vita, di rompere uno dei suoi pezzi (in questo caso si trattava di una carta), ho provato un fortissimo disagio interiore, sentimento condiviso da Tencar e Clack, presenti a quella sessione di gioco. Nonostante tutto, la carta strappata è ancora gelosamente custodita all’interno della scatola. Il concept stesso di Legacy nasce per aggiudicarsi tante “prime volte” di un giocatore da tavolo prendendo un titolo come Pandemia (vi ricordo che esiste anche Risk! Legacy) e riscrivendolo per fornire un’esperienza unica ed irripetibile. Non appena apriamo la confezione appare subito palese come ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso dal solito: una brochure ci accoglie avvisandoci di non aprire i dossier Top Secret ed il mazzo Legacy prima di aver iniziato la prima partita. In fondo alla confezione ci sono otto scatoline numerate in cartone nero, rigorosamente chiuse, il cui contenuto è ancora un mistero per il nostro gruppo di gioco (inutile dirvi che ho già provato a soppesarle e scuoterle per cercare di capire cosa contengano). Infine un grosso foglio di adesivi contiene tutto il necessario per le modifiche da apportare, nel corso della campagna, al tabellone, alle carte dei personaggi e persino al manuale su cui, col tempo, verranno attaccate regole aggiuntive. La maggior parte degli eventi e delle nostre decisioni hanno conseguenze permanenti sul resto della nostra storia: le città coinvolte da focolai possono cadere nel panico, il panico sfociare in rivolta e le rivolte radere al suolo intere metropoli, inoltre i nostri personaggi potrebbero uscirne feriti o addirittura morti.
La prima volta che si gioca a Pandemic Legacy ci si trova di fronte ad una normalissima partita di Pandemia, tranne che per un maledetto segnalino viola che, una volta raggiunto, cambierà tutto e darà accesso al mazzo Legacy, scatenando la serie di eventi che segnerà la storyline. Questo mazzo è composto da una pila di carte da tenere tassativamente in ordine, alcune delle quali sono riconoscibili da un grosso segnale di stop che indica quando smettere o riprendere a pescare. La possibilità di prendere nuove carte può essere legata alla vittoria o meno di una partita, al momento della campagna in cui ci troviamo o al raggiungimento di determinati obiettivi ed ogni gruppo di gioco potrebbe imboccare bivi differenti e vivere storyline diverse.
Le modifiche permanenti generate dalle scelte e dall’abilità dei giocatori, la singolarità e non ripetibilità dell’esperienza di gioco sono i maggiori punti di forza di Pandemic Legacy, ma possono anche rappresentare, se non dei difetti, dei vincoli molto forti. Seguendo il calendario della campagna è possibile giocare solo una volta al mese in caso di vittoria o due in caso di sconfitta per un totale, nella migliore delle ipotesi, di 24 partite, finite le quali si può solamente provare l’esperienza della modalità normale. Inoltre non è possibile o comunque fortemente sconsigliato partecipare a più di una campagna: conoscere ciò che vi aspetta mentre si progredisce nel mazzo Legacy fa perdere gran parte del divertimento e potrebbe rovinare anche quello dei propri compagni di avventura.
Pandemic Legacy rappresenta una bellissima novità nel panorama dei boardgames in grado di prendere un titolo già validissimo come Pandemia e inquadrarlo in una modalità campagna che vi terrà incollati al tabellone e vi appassionerà alla sorte dei vostri personaggi e dell’intera umanità. Non vi resta altro che iniziare a giocare e raggiungere il fatidico segnalino viola, quale sarà la vostra storia?
È disponibile, all’interno della nostra pagina Facebook, l’unboxing del titolo.