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Due chiacchiere con: Michelangelo Rossato (La favola dei tarocchi)

La favola dei tarocchi

Un assaggio delle stupende illustrazioni de La favola dei tarocchi

Il 27 marzo L’ippocampo pubblica La favola dei tarocchi, un volume che mi ha stregata e conquistata! Caratterizzato da atmosfere fiabesche e un’iconografia ricca e stratificata, che svela nuovi dettagli a ogni sguardo, l’opera scritta e illustrata da Michelangelo Rossato conquista e trascina il lettore in un viaggio spettacolare.
Ho voluto parlarne direttamente con l’autore, che mi ha raccontato com’è nato e come si è sviluppato La favola dei tarocchi.

Clack: Com’è nata La favola dei tarocchi o Il meraviglioso viaggio di Chisono?

Michelangelo: Qualche anno fa mi sono chiesto: “E se i Tarocchi raccontassero una favola?”. È così nato in me il desiderio di realizzare un libro che mi permettesse di illustrarli e raccontarli attraverso una narrazione.
Già da tempo studiavo la loro storia e la loro iconografia e sapevo che sarebbe stato un progetto complesso e allo stesso tempo
appassionante. Ho messo di fronte a me, in ordine, i 22 trionfi dei Tarocchi, o “arcani maggiori” e, osservandoli uno alla volta, ho
iniziato ad abbozzare il testo della favola, consapevole della simbologia di ogni immagine. Un metodo di scrittura creativa simile a quello di Calvino per Il castello dei destini incrociati, con la differenza di seguire la sequenza delle carte invece di pescarle
casualmente. Attraverso le illustrazioni ho iniziato a immaginare ciò che poteva esserci “intorno alla carta”: il mondo fantastico dove vivono questi personaggi arcani. È iniziato dunque il meraviglioso viaggio di Chisono, un viaggio che per me sarebbe durato anni di studio, scrittura, disegno e pittura.

C: La parte grafica svolge un ruolo di primo piano nella storia: è nata insieme al racconto o una delle due componenti si è sviluppata prima dell’altra?

M: Parole e figure sono nate in parallelo, non poteva che essere così! È una storia che nasce osservando le immagini dei Tarocchi e che, a sua volta, mi ha ispirato per la realizzazione di altre immagini, le illustrazioni. Il linguaggio verbale e quello non verbale nel libro sono intrecciati tra loro, una caratteristica narrativa tipica degli albi illustrati. Le illustrazioni non sono una parte ancillare dell’albo: il testo racconta solo una parte della storia di Chisono, o, meglio ancora, narra solamente una delle tante possibili storie presenti nel libro. Un esempio: c’è un animale presente in ogni tavola che ha una sua storia e un suo arco narrativo affidato solo alle illustrazioni.
Nelle immagini ci sono molti elementi come questo, a volte nascosti, che raccontano “oltre il testo”.

C: Sfogliando La favola dei tarocchi si ha l’impressione di trovarsi davanti a un racconto universale, che travalica il tempo e lo spazio: a che tipo di pubblico pensava, mentre scriveva?

M: L’ho pensato come un’opera trasversale che spero possa far sognare, divertire e riflettere lettori piccoli e grandi. Per questo ho voluto dargli la forma di una fiaba illustrata, perché da sempre le fiabe parlano a tutte le età: dietro la loro apparente semplicità tramandano messaggi profondamente umani con grande immediatezza e incanto. È un libro con delle radici antiche, ma è rivolto a chi vive nel presente.

C: La favola dei tarocchi mi ha ricordato la tradizione della letteratura medievale italiana: è stata una fonte di ispirazione? E, se sì, in che modo ha scelto di adattarla al contesto moderno?

M: Certamente sì. I più antichi Tarocchi di cui abbiamo traccia sono quelli del ‘400 italiano, e le figure allegoriche presenti nelle carte sono quelle tipiche dell’immaginario medievale: saggi e buffoni, angeli e demoni, virtù e astri del cielo. Anche nei Trionfi del Petrarca e in molta letteratura medievale troviamo allegorie dell’amore, della morte, delle virtù. Tuttavia, anche se il personaggio protagonista della storia somiglia a un buffone di corte medievale, il suo viaggio inizia lasciandosi alle spalle una metropoli contemporanea.
In effetti, la storia che volevo narrare non ha tempo, riguarda tutti noi, da sempre: i ragazzi e gli adulti, i bambini e le bambine, le donne e gli uomini, le persone tutte. Parla di tutte e tutti noi, della nostra eterna ricerca di senso.

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