Videogames

Fellowship – Dungeon, loot e divertimento!

Fellowship

Recensione

Una delle cose che ho sempre apprezzato molto giocare negli MMORPG  sono i dungeon, sia in singolo che in gruppo.

Però, da quando la vita adulta si è fatta spazio nella mia esistenza (parliamo di pochi anni eh, sottolineiamo che ho 26 anni e non 34 haha), preferisco dedicare il poco tempo che ho ad altri giochi.

Però ora è arrivato Fellowship, il nuovo Dungeon Crawler co-op sviluppato da Chief Rebel (che ringrazio veramente con gioia per avermi regalato il gioco) ed edito da Arc Games, fortemente influenzato dalle meccaniche di dungeon degli MMO (anche perché nel team ci sono ex sviluppatori di WoW, da cui Fellowship sembra prendere molta ispirazione artistica).

Eroi a profusione

Se siete stanchi di quei giochi dove si può scegliere tra una manciata di guerrieri, Fellowship risolve la questione. La prima cosa che salta all’occhio è la quantità di personaggi tra cui sguazzare, ognuno con il suo set di abilità e una sua voce unica e convincente . Ci si sente subito legati al proprio main. Il team di sviluppo ha optato per un sistema che definirei “classico ma non banale”, basato sui tre ruoli sacri e intoccabili di ogni buon RPG che si rispetti: Tank, Guaritore e DPS .

Personalmente, ho scelto la strada più onorevole e masochista: il Tank. E ragazzi, se ve lo state chiedendo: sì, mi sto divertendo un mondo!

C’è una soddisfazione quasi catartica nel tenersi addosso l’aggro dei mostri come un magnete con i frigoriferi. E parlando di teamplay, nei dungeon si torna alle care, vecchie buone abitudini che fanno battere il cuore di ogni veterano: il Tank pulla (cioè attira) i nemici, creando scompiglio; il Guaritore resta concentrato sul Tank; e i DPS si scatenano a fare danno. È la santa trinità del dungeon crawling, e in Fellowship funziona perfettamente.

Fellowship

L’Hub e la sfida

Ma cosa succede quando non siete nel vivo dell’azione a spaccare crani? Be’, torniamo all’Hub, il nostro fido e utilissimo campo base dove si gestisce praticamente tutto. È il cuore pulsante del gioco, il luogo dove si tirano le somme e si fa il “compitino” prima di tornare a menare le mani. Qui dentro, il team di sviluppo ha concentrato una serie di strutture essenziali che rendono la nostra vita da eroi molto più semplice eccone alcuni:

  • Il Fabbro: Il vecchio amico che ci aiuta a potenziare armi e armature. Più ferro, più legnate, insomma.
  • Il Gioielliere: Dove incastoniamo gemme e ci facciamo belli, migliorando statistiche e abilità passive. Fondamentale per l’ottimizzazione selvaggia!
  • Lo Stalliere: Non è solo per i cavalli, ma il luogo dove gestiamo le nostre magnifiche mount.
  • La Forgia: Il posto magico per far diventare denaro gli equipaggiamenti inutilizzati.

Fellowship

Ma, in soldoni, come si gioca?

Gameplay Loop

Iniziamo dalla base, amici. Il primo passo in Fellowship è scegliere l’Eroe giusto: tra le vaste opzioni, la decisione non è solo estetica, ma puramente strategica, perché quale archetipo incarnare (Tank, DPS o Guaritore), come abbiamo detto, è la chiave per l’avventura.
Una volta armati di buona volontà (e un po’ di equipaggiamento base), il mondo di Fellowship si apre a una scelta che definirei “Santa Trinità del Grind”. Abbiamo il Gioco Rapido (Quick Play), perfetto per chi ha dieci minuti tra una riunione e l’altra, una scampagnata veloce per sbloccare le abilità e fare il pieno di starter gear. Poi c’è la Sfida (la modalità Ranked), la modalità in cui ci si può effettivamente potenziare, con difficoltà scalabili, timer feroci e classifiche (attenzione! I dungeon non si battono solo sconfiggendo il boss finale). La modalità ha 4 rank, a difficoltà crescente: Contender, Adept, Champion e Paragon.
Una volta arrivati a Paragon (che droppa oggetti unici), si apre la possibilità di affrontare l’attuale sfida endgame del gioco: gli Eterni

Fellowship

Il bello è che tutte queste modalità non sono che porte d’accesso a una gamma vastissima di dungeon, il vero cuore pulsante del gioco. Non c’è la solita e noiosa salita di livelli, qui la tua forza è legata a doppio filo al loot che riesci a strappare dalle grinfie dei nemici. Ogni run, che sia un’Avventura da dieci minuti con un solo boss o un Dungeon di mezz’ora con tre bestioni, ti inonda di oggetti. E qui si chiude il cerchio: il loop è un continuo ballo tra l’uccidere, l’ottenere Equipaggiamento e il potenziarsi nell’Hub, tornando dal fabbro o dal gioielliere, per poi affrontare le Sfide sempre più cattive. Non si smette mai di crescere, ma solo se si è disposti a sporcarsi le mani!

Fellowship

Conclusioni

Allora, cosa ne pensiamo di questo Fellowship? Non giriamoci intorno: è un gioco che crea dipendenza! Mi sto divertendo come un matto, sul serio, e già in questa fase di Early Access si sente che ha tutte le carte in regola per diventare un vero giocone.

È una boccata d’aria fresca vedere come gli sviluppatori abbiano puntato su un modello player-friendly: niente abbonamenti, niente microtransazioni invasive, e soprattutto: no pay-to-win.

L’unico punto su cui mi sento di battere i pugni sul tavolo, purtroppo, riguarda l’inizio: l’accesso è complesso, i comandi non sono sempre intuitivi e si deve capire un bel po’ di cose prima di carburare. Il tutorial c’è, ma è un po’ sbrigativo, specie su come ottimizzare i potenziamenti e gestire il nostro caro Hub.
E un avviso per gli sviluppatori: il loop di gioco è fantastico, ma c’è il rischio di ripetitività se gestito male nel lungo termine.

In ogni caso, il bilancio è decisamente positivo. È un must play se amate le sfide e il dungeon crawling senza fronzoli.

Vuoi chiacchierare e giocare con noi? Vienici a trovare sul nostro Server Discord e sul nostro Gruppo Telegram

Nerdando in Breve

Fellowship è il dungeon crawler co-op che aspettavamo, che centra l’obiettivo con un gameplay che crea dipendenza e un sistema di progressione basato sul loot e non sui livelli. Un plauso va al modello onesto: niente pay-to-win né abbonamenti. Peccato solo che l’accesso non sia intuitivo, con un tutorial sbrigativo sui potenziamenti [informazione dall’utente]. È una scommessa vinta in Early Access, a patto che gli sviluppatori evitino la noia della ripetitività. Non è solo un gioco: è l’esperienza dungeon-only che ti cattura e non ti molla più.

Trailer

Contenuti

To Top