Recensione
Ci sono dei momenti, nella vita di un videogiocatore, che non si dimenticano. Non sono per forza legati al “c’ero io quando è uscito”, ma alla scoperta di qualcosa che ti segna. Per il sottoscritto, quel momento è stato a pochi anni con una PlayStation grigia tra le mani e con il naso incollato allo schermo, a casa di un mio amichetto. Lì ho scoperto una leggenda di cui avevo solo sentito parlare, un titolo che i “grandi” nominavano con un misto di venerazione e terrore: Ivalice.
Non ero lì nel ’97, ma quando, anni dopo, ho messo le mani su The War of the Lions ho capito. Ho capito perché quel gioco era un mostro sacro. E quando Square Enix , che ringrazio con fervore per averci fornito il codice, ha annunciato il ritorno di Final Fantasy Tactics con The Ivalice Chronicles, il mio bambino interiore ha fatto un balzo. È l’occasione, per la mia generazione, di vivere questo capolavoro nella sua forma definitiva. E per me, di rivivere quella folgorazione, ma su uno schermo molto più grande.
Il Fuoco di Vesta
Final Fantasy Tactics non è il classico JRPG a cui la saga principale ci ha abituato. No, qui si fa sul serio. È il capostipite di un filone, quello degli strategici a turni con elementi RPG, che ha fatto scuola. Niente Active Time Battle e preparatevi a spremere le meningi, a calcolare movimenti, posizionamenti, percentuali di colpire e, soprattutto, i tempi di carica di magie devastanti che il vostro mago impiegherà tre turni a lanciare, solo per vedere il nemico spostarsi all’ultimo secondo. Mai. na. Gioia.
La storia è quella, meravigliosa e incredibilmente matura, del giovane nobile Ramza Beoulve, un “figlio di” il cui ruolo negli eventi che hanno scosso il regno di Ivalice è stato volutamente cancellato dai libri di storia. Una trama d’autore, veramente piena di intrighi politici, guerre di successione e scontri di classe che, come sottolineato dallo stesso director dell’originale, Kazutoyo Maehiro, risuona oggi con una rilevanza quasi spaventosa. La domanda che ci si pone ora, pad alla mano, è: come regge, a quasi trent’anni di distanza, un titolo così imponente e, ammettiamolo, così lento?
Ce l’hanno fatta?
La risposta è: sì, e pure dannatamente bene, ma con qualche doverosa riserva. Partiamo subito dal sodo, da quello che fa la differenza tra un’operazione nostalgia pigra e un lavoro fatto con criterio.
Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles si presenta con due anime distinte: una Classic, per i puristi masochisti che vogliono rivivere l’esperienza del 1997 con la traduzione di The War of the Lions, e una Enhanced, su cui si concentra questa recensione, pensata per chi, come me, ha meno tempo.
E qui si vedono le prime, graditissime, novità.
Il codice sarà anche stato rifatto da zero, ma il cuore pulsante del gioco, quel mix perverso di strategia e micro-management, è rimasto intatto. Nel bene e nel male.
Il sistema di combattimento a turni e l’incredibile, quasi soverchiante, profondità del Job System sono ancora oggi una delle cose più appaganti e complesse che mente umana abbia mai concepito.
Passare ore nei menu a sbloccare nuove classi, a mescolare abilità da Cavaliere con quelle da Mago Nero per creare un guerriero arcano che nemmeno il Garland e a studiare la scacchiera per attaccare i nemici alle spalle o dall’alto… è una droga videoludica potentissima, una di quelle che ti fa dire “ancora una battaglia e poi smetto” alle tre di notte (tratto da una storia vera).
Purtroppo però, questo remake è quasi troppo fedele, il gioco si porta addosso il peso dei suoi anni come un’armatura di piombo.
La versione Enhanced
Le meccaniche, per quanto geniali, sono figlie di un’epoca diversa. La lentezza di certe animazioni, la necessità quasi obbligatoria di fare grinding per tenere il passo con una curva di difficoltà che a tratti si impenna senza preavviso (sto parlando con te, caro amico con la V), le battaglie che possono durare un’eternità. Sono tutti elementi che nel 1997 accettavamo con grande pazienza, ma che oggi mi fan venir voglia di lanciare il controller fuori dalla finestra.
Ed è qui che la versione Enhanced mette delle toppe, trasformando un’esperienza potenzialmente frustrante in qualcosa di molto più godibile. L’introduzione del fast forward, regolabile a diverse velocità, è una manna dal cielo, una di quelle quality-of-life che da sola vale il prezzo del biglietto.
Vedere quelle animazioni lentissime sfrecciare via è pura liberazione. Aggiungiamoci una UI ripulita, la possibilità di vedere chiaramente l’ordine dei turni, l’auto-salvataggio durante gli scontri e, soprattutto, un doppiaggio completo in inglese che, pur non essendo eccelso, dona finalmente una voce a quei meravigliosi dialoghi in inglese arcaico. Il risultato è un’esperienza che smussa gli angoli più ruvidi e spigolosi del titolo originale, rendendolo più digeribile senza sacrificarne la sfida.
Conclusione
Quindi, com’è questo ritorno a Ivalice? È un’operazione piena di nostalgia, ma fatta con intelligenza, rispetto e, soprattutto, con la consapevolezza dei limiti del prodotto originale.
Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles non è una semplice remastered, ma un vero e proprio restauro conservativo di un capolavoro immortale. Il gioco base rimane un titano del suo genere, con una storia che ancora oggi dà lezioni di scrittura a produzioni tripla A e una profondità tattica che crea una dipendenza quasi patologica.
Le criticità legate al ritmo e a certe legnosità del gameplay, pur rimanendo parte integrante dell’esperienza, vengono mitigate in maniera eccellente dalle nuove feature della versione Enhanced, che diventa di fatto la modalità consigliata per tutti, vecchi fan e nuove leve.
È il modo perfetto per i vecchi lupi di mare, per rivivere un’avventura epica senza dover girare mesi del calendario a ogni turno, e l’occasione d’oro per i neofiti per scoprire perché, quando si parla di JRPG tattici, tutto è praticamente iniziato da qui. La guerra dei leoni può finalmente essere combattuta da tutti.
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Nerdando in breve
Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles, un grande classico che torna a splendere. Un fighissimo e cervellotico JRPG tattico a turni, di quelli che vi faranno sentire dei piccoli Napoleone su una scacchiera. A orchestrare questo glorioso ritorno a Ivalice è, ovviamente, mamma Square Enix, che si occupa sia dello sviluppo che della distribuzione del titolo. Insomma, tutto in famiglia, come le migliori faide nobiliari.
Un bel giochino davvero.
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