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NBA 2K26 – Un’ottima annata

NBA 2k26

Eccoci qui, puntuali come il sole che sorge ogni mattina, con l’annuale appuntamento baskettistico che ci accompagna verso l’autunno. NBA 2K26, sviluppato da Visual Concepts e pubblicato da 2K, torna a farci compagnia con la promessa di sempre: essere il simulatore cestistico definitivo. E devo dire che questa iterazione riesce nell’impresa di rinfrescare una formula che rischiava di diventare troppo stantia. Forse con addirittura il miglior titolo degli ultimi anni?

Ringraziamo 2K che ci ha inviato una copia di NBA 2k26 per Xbox Series X con la quale ho potuto scrivere questa recensione.

Recensione

Per chi si fosse perso qualche puntata delle precedenti stagioni, NBA 2K26 non stravolge la struttura narrativa che abbiamo imparato a conoscere. Ci troviamo davanti a un prodotto che punta tutto sulla credibilità dell’esperienza cestistica, più che su una trama rivoluzionaria. La modalità MyCAREER, cuore pulsante dell’esperienza single-player, ci propone stavolta “Out of Bounds“, una storia che segue il nostro alter ego virtuale MP dal liceo del Vermont fino al draft NBA.

La narrazione, seppur non particolarmente innovativa, riesce a coinvolgere grazie a una scrittura più matura rispetto al passato. Spike Lee torna come narratore (del trailer), conferendo quel tocco cinematografico che aveva già caratterizzato alcune delle migliori incarnazioni della serie. La storia si snoda attraverso il percorso di crescita di un giovane talento che deve farsi strada tra liceo, campionati europei e infine il sogno NBA. Non aspettatevi colpi di scena mozzafiato, ma piuttosto un racconto onesto e credibile di cosa significhi ambire a giocare al massimo livello.

Gameplay

Ed eccoci al dunque, là dove NBA 2K26 mostra i muscoli. Il nuovo motore ProPLAY rappresenta forse il salto di qualità più significativo degli ultimi anni. I movimenti dei giocatori finalmente sembrano naturali, eliminando quasi completamente quell’effetto “pattinaggio” che aveva caratterizzato le precedenti iterazioni. Ogni passo, ogni cambio di direzione, ogni movimento senza palla ora trasuda autenticità. E, soprattutto, c’è sempre una maggiore differenziazione tra i cestisti, siano essi uomini o donne, oppure lunghi o playmaker.

I vari livelli di difficoltà verranno incontro alle esigenze di tutti, ma devo dire che anch’io che non ci giocavo da qualche anno ho potuto fare la mia bella figura sin da subito, e non solo con i classici tiri completamente smarcati. Il sistema di tiro è stato completamente rivisto: il famigerato “Green or Miss” sostituisce il meccanismo precedente, rendendo l’azione di shooting più intuitiva e gratificante. I Go-To Post Shots permettono di sfruttare al meglio i centri di stampo classico, rendendo finalmente giustizia a giocatori lunghi come Jokić ed Embiid. La varietà nelle soluzioni offensive si è ampliata considerevolmente: i layup personalizzabili e la possibilità di combinare diversi stili di tiro sotto canestro aggiungono un livello di personalizzazione che mancava da tempo.

NBA 2K26

Doncic, Bird e Wemby assieme? Si può fare, si può fare…

Particolarmente apprezzabile il nuovo sistema Quick Protect, che permette ai playmaker più esperti di proteggere palla in maniera realistica, creando situazioni di uno-contro-uno che ricordano le mosse di Luka Dončić o Trae Young. I No-Dip Catch-and-Shoots consentono transizioni fluide tra ricezione e tiro, alla Klay Thompson per intenderci.

La modalità MyTEAM beneficia quest’anno dell’integrazione delle stelle WNBA, ampliando le possibilità di costruzione del roster e aggiungendo una dimensione inedita al collezionismo di carte. Inutile parlare della scimmia che il MyTEAM può farvi salire, specie se siete orfani (o infoiati) del FUT di Fifiana memoria. I progressi nel MyGM sono meno evidenti, ma la modalità mantiene la sua solidità per chi ama l’aspetto manageriale del basket. Questa è la modalità offline probabilmente più “solida”, mentre la classica “La Città” online è sempre quel casino infernale che ricordavo, ma tant’è.

Il gameplay è stato accelerato, premiando decisioni rapide e abilità tecniche. Il bilanciamento difensivo promette di essere più realistico, anche se al momento dell’uscita sembra ancora favorire leggermente l’attacco – un problema che storicamente viene risolto con le patch successive. Inoltre ovviamente chi ha centimetri e peso sfonderà facilmente l’area, così come tiratori come il buon Larry Bird faranno canestri anche con dei tiri non proprio perfetti. Ma ci sta, la palla è tonda anche sul campo da basket.

Audio e Video

Dal punto di vista tecnico, NBA 2K26 si conferma uno spettacolo per gli occhi, specialmente su Xbox Series X. I dettagli grafici sono semplicemente impressionanti: il sudore che imperla la fronte dei giocatori, le piccole crepe che si formano sulle labbra disidratate, la definizione delle cuciture sulle divise. L’illuminazione degli stadi è stata completamente rivista, conferendo ai parquet quel luccichio caratteristico che tutti riconosciamo guardando le partite in TV (o dal vivo, se riuscite magari almeno una volta nella vita a vedere una partita NBA, come è riuscito in maniera fortuita al sottoscritto, esperienza incredibile).

I modelli dei giocatori sono stati ulteriormente perfezionati, con un livello di fedeltà che rasenta il fotorealismo. Le animazioni facciali durante i momenti salienti del match trasmettono emozioni credibili, mentre la folla negli spalti mostra una varietà che rende l’atmosfera più autentica.

NBA 2K26

Questa l’ho già vista (ma non c’erano né Shaq né MJ)

Sul fronte audio, il comparto tecnico non delude. Il team di commentatori torna con nuovi contenuti, con anche analisi tecniche più approfondite. La colonna sonora è un melting pot ben riuscito che spazia da Kendrick Lamar a Ice Cube, passando per Wu-Tang Clan e Green Day, creando un soundtrack che accompagna perfettamente l’azione. I suoni ambientali dello stadio sono stati curati nel dettaglio: dalle grida dei tifosi agli squeaking delle scarpe sul parquet, ogni elemento contribuisce a creare quell’atmosfera che fa la differenza tra un buon simulatore e un’esperienza immersiva.

Tuttavia, non tutto è oro quel che luccica. Su console ho riscontrato qualche rallentamento di troppo in situazioni particolarmente concitate, nulla di game-breaking ma comunque fastidioso durante i momenti cruciali delle partite. Inoltre, e non so se è un problema della mia rete, sono stato spesso cacciato fuori dal gioco anche durante la modalità MyCAREER, cosa che trovo assurda dato che non stavo giocando online e ho dovuto spesso rifare delle intere sessioni.

Concludendo

NBA 2K26 è esattamente quello che mi aspettavo: un prodotto tecnicamente superlativo che conferma la sua posizione di leadership nel genere dei simulatori sportivi. Il nuovo motore grafico rappresenta un passo avanti significativo, e la rivisitazione del sistema di tiro finalmente restituisce quella soddisfazione che era andata perduta nelle precedenti iterazioni.

Ad essere sinceri, rimane un po’ di quella sensazione di “more of the same” che accompagna ormai da qualche anno la serie. Gli aggiornamenti sono certamente apprezzabili e migliorano sensibilmente l’esperienza di gioco, ma manca quella scintilla innovativa che potrebbe elevare il titolo da “molto buono” a “indispensabile”. Le microtransazioni continuano a essere invasive, specialmente nelle modalità online, creando quella sensazione di prodotto concepito più per monetizzare che per stupire.

Chi cerca il miglior simulatore di basket attualmente disponibile lo troverà senza dubbio in NBA 2K26. Chi invece sperava in una rivoluzione dovrà probabilmente attendere ancora qualche stagione. Però, questa volta, il divertimento è alle stelle.

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Nerdando in breve

NBA 2K26 migliora di gran lunga la formula consolidata senza però osare innovazioni significative, rimanendo comunque il re indiscusso del basket virtuale.

Trailer

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